Di Molfetta riconfermato al Consiglio federale
12 Settembre 2024Domenico Di Molfetta è stato riconfermato nel Consiglio federale Fidal nel corso dell’Assemblea di Fiuggi della scorsa domenica. 65 anni nato a Foggia dove risiede, Di Molfetta vanta un prestigioso curriculum sportivo e professionale; è stato capo settore della nazionale assoluta del settore lanci (2005-2009) e responsabile di specialità della nazionale assoluta (1997-2012)
Mimmo Di Molfetta confermato nel consiglio federale, cosa vuol dire per lei? “Sicuramente è un risultato importante dal punto di vista personale e per tutta la regione ed in particolare per il mio territorio, la Capitanata, e per la mia città, Foggia. Essere confermati dopo quattro anni è anche un riconoscimento considerato il plebiscito elettorale rispetto alla bontà del lavoro fatto. Un motivo d’orgoglio per me e per tutti i pugliesi perché avere figure apicali nelle federazioni deve inorgoglire tutti quanti”
Qual'è il suo personale bilancio di questi primi quattro anni? “Certamente è stato abbastanza complesso perché il primo anno, nel 2021, le elezioni slittarono per il Covid ed è stato un anno particolarmente difficile, di organizzazione perché trovavamo una situazione non favorevole ed una atletica, levate le medaglie di Tokyo, da rilanciare. Io ho avuto due deleghe importanti da parte del presidente Mei che ringrazio, quella al settore tecnico data al rappresentante dei tecnici, cosa che non veniva fatta da tempo, e soprattutto la delega al centro studi ritagliata sulla mia esperienza e formazione universitaria e se devo fare un bilancio, tolte le medaglie ed i risultati straordinari, partendo da Tokyo e passando per la Coppa Europa a squadre, gli Europei, Mondiali ed Olimpiadi, senza dimenticare le rassegne giovanili, in questo quadriennio il lavoro più grande è stato quello di rimettere in piedi il centro studi e la nostra rivista che era letta in tutto il mondo. Ma non solo la rivista patinata ma anche quella in formato digitale e la riorganizzazione del nostro sito con l’organizzazione di raduni e seminari sparsi sul territorio con una centratura tecnica diversa. E’ ripartita la formazione con i corsi allenatori che ci hanno permesso, con una formula nuova di formare circa 600 allenatori in tutta l’Italia da nord a sud. Tra le cose non visibili sicuramente l’albo dei tecnici e vari corsi a livello nazionale all’insegna della cultura dello sport”.
Si riparte da Fiuggi, quale sarà il suo "programma" con un occhio alla Puglia? “Si riparte da Fiuggi ma in realtà non è una ripartenza perché non ci siamo mai fermati, ci siamo rimboccati le maniche e quelle maniche sono ancora rimboccate e chiaramente dobbiamo continuare a programmare il futuro indipendentemente da chi sarebbe stato rieletto. Tutti i nostri formatori saranno riformati al fine di utilizzare un linguaggio comune da trasmettere ai nostri tecnici per poterci parametrare con il resto del mondo ed in questo senso la convention dei tecnici che stiamo pensando di organizzare – l’ultima risale al 2012 - assumerà un ruolo di rilievo. Sarà importante continuare a riprogrammare il lavoro meritorio che viene portato avanti dal settore tecnico nazionale con gli atleti d’elite e raccordarlo sempre di più con i nostri tecnici di periferia. L’idea è quella di creare degli staff legati alle varie specialità, nulla di nuovo, perché nel settore dei lanci, per esempio, avevamo dei nostri coordinatori territoriali che erano fondamentali perché non dobbiamo dimenticare che il settore tecnico si sposta per andare sulle esigenze del territorio invitato dalle regioni e dalle organizzazioni territoriali. Mi permetto di dire che il settore tecnico che ci ha portato a questi grandi risultati è un settore tecnico di grande spessore, guidato da Antonio La Torre e devo ringraziare tutti i nostri collaboratori che hanno fatto un grande lavoro”.
L'Atletica leggera italiana vive un bellissimo momento, è lecito sognare ancora? “Qui non si tratta di sogni ma di programmazione, di organizzazione e di fare ancora quello che abbiamo fatto. In realtà il cambio di passo è stato tra noi dirigenti e tecnici quello di instaurare una stagione del sorriso senza eccessive pressioni ai nostri atleti. Io ricordo anni precedenti in cui non funzionava così e dobbiamo sognare ancora continuando a coltivare il presente ed il futuro e le giovani leve”.
La Puglia è tra le regioni più attive, cosa si potrà fare nel futuro prossimo e non solo? “Sicuramente la Puglia ha un grandissimo bagaglio tecnico e dirigenziale presente da anni, amici tecnici e dirigenti sono l’ossatura che ci permette di avere risultati in Puglia e sicuramente va curato molto di più questo rapporto dopo quello troppo divisivo che ci ha toccato anche in consiglio nazionale, credo che la Puglia cambierà passo ancora di più perché c’è un vento di rinnovamento dopo questa vittoria schiacciante con questi dodici-su-dodici ma non voglio entrare in polemiche perché il rinnovamento è un aspetto fondamentale per poter migliorare e andare avanti”.
In passato ha allenato atleti di caratura internazionale, quali sono i settori che raccolgono i risultati più significativi? “Ho allenato tantissimi atleti i cui primati non sono stati ancora battuti soprattutto nel giavellotto e con tanti tecnici con cui ho avuto collaborazioni fondamentali. In questo momento non c’è un settore che non abbia preso medaglie importanti, basta guardare agli Europei, dai salti ai lanci al mezzofondo, alla marcia, ci sono settori che hanno sempre raccolto in passato ma adesso c’è una mietitura ampia e dobbiamo soprattutto guardare ai risultati del settore giovanile”.
La conferma della dirigenza guidata da Stefano Mei quale peso specifico avrà per tutto il movimento? “Questa conferma era nell’aria, è giusto che ci sia l’opposizione perché serve a farti correggere l’errore ed a spronarti purchè sia sempre costruttiva e non vada per altre vie che sono quelle della diffamazione quando non riesci a vedere la realtà. Penso che questo nuovo consiglio, molto giovane, potrà fare tanto e sicuramente questa assemblea di Fiuggi ha detto in realtà dei fatti che c’è stato un consenso quasi bulgaro ma ora dobbiamo remare tutti nella stessa direzione”.
Roberto Longo
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