Sardegna olimpica

08 Agosto 2021

Patta, Tortu, Polanco, Kaddari e Agrusti: la Sardegna mette la firma sulle Olimpiadi

(robyspezzigu) La straordinaria volata del quartetto azzurro della 4x100, con l’oristanese Lorenzo Patta in prima frazione e il sardo-lombardo Filippo Tortu nell’ultima, conclusa con il primo posto e la fantastica medaglia d’oro, ha proiettato l’atletica leggera sarda nella storia dello sport.
Patta , atleta cresciuto all’Atletica Oristano , e Tortu, che ribadisce a ogni piè sospinto il suo forte legame con le sue origini sarde, sono i primi atleti sardi ad aver vinto una medaglia olimpica del metallo più pregiato. Con la loro epica prestazione, che ha visto la 4x100 azzurra di Tokyo andare a vincere l’oro olimpico con il sensazionale record italiano di 37.50 (quinto tempo mondiale di sempre e secondo in Europa), Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Fausto Desalu e Filippo Tortu sono stati i protagonisti di una straordinaria impresa agonistica, sicuramente una delle più grandi nella storia dello sport italiano e l’atletica leggera sarda ha avuto un ruolo non secondario ritagliandosi con pieno merito un posto di primo piano negli annali dello sport sardo di tutti i tempi.
Si è conclusa quindi trionfalmente e con risultati al di là di ogni più rosea previsione della vigilia la partecipazione alle Olimpiadi di Tokyo 2020 ( poi posticipata al 2021 per la pandemia mondiale) degli atleti sardi mai così numerosi nella rappresentativa olimpica azzurra dell’atletica leggera selezionata per la rassegna a cinque cerchi. Tutti hanno fatto molto bene mettendo le basi per un futuro che si prospetta di grandi traguardi e di straordinari risultati agonistici.

Oltre la storica prova della 4x100 nel paese del sol levante erano presenti a Tobyo la giovane atleta sarda classe 2001 Dalia Kaddari (cresciuta alla Tespiense Quartu e ora al Gs Fiamme Oro della Polizia di Stato), autrice di una bella gara dei 200 metri individuali; il sardo-brianzolo Filippo Tortu, nella prova individuale dei 100 metri, il cagliaritano Wanderson Rijo Polanco (ex Amsicora e ora alla Riccardi Milano) convocato in qualità di riserva della staffetta 4x100, e nella gara della 50 Km di marcia, disputata a Sapporo, il sassarese Andrea Agrusti (anche lui Fiamme Gialle cresciuto ne I Guerrieri del Pavone Sassari) primo degli italiani al traguardo a ridosso dei migliori specialisti mondiali.

Staffetta 4x100

Nel quartetto veloce azzurro maschile, poi autore della straordinaria impresa già raccontata della vittoria del titolo olimpico con il nuovo record di 37.50 , facevano parte Lorenzo Patta (cresciuto all’Atl.Oristano e ora al Gs Fiamme Gialle della Guardia di Finanza e reduce dal personale stagionale sui 100 di 10.13 , a cui era stato chiesto di rinunciare a fare la gara individuale proprio per aumentare la competitività della nostra 4x100) e il cagliaritano Wanderson Rijo Polanco (cresciuto atleticamente all’Amsicora e ora tesserato Riccardi Milano, quest’anno al nuovo personale di 10.26).Oltre questi due c’era anche il brianzolo di origini galluresi, che viene spesso in Sardegna dove mantiene saldi legami di amicizia, Filippo Tortu che ha fatto anche la gara individuale arrivando sino alle semifinali dei 100 metri. Arrivati alla finale con il 4° tempo di 37.95 (nuovo record italiano e prima volta sotto i 38 secondi) la 4x100   forte trazione sarda ha poi stupito il mondo con Patta, giovane esordiente alle olimpiadi classe 2000 capace di scrivere la storia dello sport sardo diventando (con il beneficio di poter sbagliare) il primo atleta sardo di tutti i tempi campione olimpico .La sua dichiarazione ufficiale a fine gara è impregnata di grande entusiasmo e soddisfazione: “È la mia prima Olimpiade, meglio non poteva andare. Sono felicissimo, al settimo cielo.

Ero molto concentrato, per fare una buona partenza e consegnare il testimone a Marcell in modo da lasciarlo andare il più veloce possibile. Ancora non ci credo, devo ringraziare loro tre e tutti gli altri compagni che ci hanno accompagnato in questo percorso straordinario”.

Dalia Kaddari e i 200 metri

Esordiente alle olimpiadi ma con un percorso agonistico stagionale che le ha permesso di ritagliarsi un ruolo importante anche a livello internazionale anche la campionessa europea U23 e campionessa italiana assoluta in carica dei 200 metri Dalia Kaddari. Atleta  quartese divenuta in questa stagione una delle più forti specialiste europee sui 200 metri, dove ha migliorato più volte il proprio personale portandolo prima a 22.86 e poi a 22.64 (-0.4) a Tallin (Estonia ) quando ha vinto il titolo europeo U23 migliorandosi di due decimi pieni e arrivando a soli otto centesimi dal record italiano assoluto di Libania Grenot (22.56) e a quattro da quello under 23 di Manuela Levorato (22.60 ). Per la giovane ventenne atleta sarda un esordio alle olimpiadi in chiave principalmente di esperienza e occasione sfruttata al meglio con il passaggio di un turno nella prova individuale con il tempo di 23.26 (-0,3) e poi l’approdo in semifinale conclusa con il 23.41 (+0,1) che ha decretato la fine della sua splendida avventura olimpica di Tokyo.

Andrea Agrusti e la 50 Km di marcia

Ha disputato invece la gara individuale di 50 Km il marciatore sassarese Andrea Agrusti (cresciuto ai Guerrieri del Pavone e ora tesserato Gs Fiamme Gialle). L’atleta sardo quest’anno capace di guadagnarsi la partecipazione alle Olimpiadi di Tokyo 2021 grazie al personale di 3h49:52 ottenuto agli Europei a squadre di marcia, disputati  Podebrady in Repubblica Ceca dove ha centrato la medaglia di bronzo individuale, è stato il miglior italiano in gara a Tokyo su questa massacrante prova .Nella sfida più lunga del programma a cinque cerchi (con il via dato alle ore 5.30 del Giappone nella località di Sapporo), con vincitore il polacco Dawid Tomala con il tempo di 3h50:08  autore dell’azione decisiva poco prima del passaggio al trentesimo chilometro, Agrusti è stato capace di reggere degnamente il confronto con tutti i migliori specialisti mondiali . Ai 40 Km la sua gara in rimonta lo vedeva in 19esima posizione (3h09:02), seguito dal compagno di nazionale Caporaso, 22esimo (3h09:44). Alla fine della gara dei  tre azzurri solo lui, pur accusando un leggero calo dovuto alle condizioni atmosferiche terribili, è riuscito a completare la prova tagliando il traguardo 23esimo con il tempo di 4h01:10 (ritirati invece Teodorico Caporaso, a poche centinaia di metri dal traguardo, e Marco De Luca, al ventisettesimo chilometro). Anche per lui vale lo stesso discorso della Kaddari: all’esordio olimpico per lui una prova di grande spessore tecnico e di grande determinazione agonistica che fanno ben sperare per il futuro .

 


Lorenzo Patta (foto Colombo/FIDAL)


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