Marco Bucci con il disco in cielo



Ci ha lasciato Marco Bucci, uno dei più grandi discoboli italiani di sempre, atleta di Rimini e per tanti anni militante nelle formazioni di atletica emiliano romagnole. Abbiamo chiesto a Werter Corbelli, riminese e amico di Bucci e suo compagno di atletica alla Libertas, di scrivere un ricordo dell'amico Marco. (G.R.)

Il 6 agosto il grande cuore di Marco Bucci ha smesso di battere; e anche a tutti quelli che lo conoscevano il cuore s’è fermato per un istante e la testa è corsa ai ricordi di un’epoca entusiasmante dell’atletica leggera italiana: gli anni ’70 della grande scoperta di massa per i ragazzini italiani di questo sport e poi gli anni ’80 con i trionfi italiani tra Olimpiadi, Campionati Mondiali e Campionati Europei.

Ecco, Marco Bucci ha cavalcato gran parte di quell’irripetibile onda montante dell’atletica italiana: da ragazzino filiforme che tra nel 1973 si affacciò al nostro mondo attraverso le leve di avviamento allo sport dell’Atletica Libertas Rimini; su su fino ad un passo dal grande sogno alle Olimpiadi del 1984 a Los Angeles, quando sembrava tutto e di più gli fosse possibile; e invece per un incidente muscolare mal trattato dovette rinunciare alla gara della vita, assistendo da spettatore nello Stadio Olimpico.

Volendo sintetizzare, Marco Bucci è stato un grande discobolo, due volte campione italiano assoluto (1983 e 1984), quattro volte primatista italiano nel 1984 da 65,16 fino a 66,96 (ancora oggi 2° italiano alltime della specialità), 3° alle Universiadi del 1983; vantava anche un primato personale nel getto del peso di 18,38 (nel 1985). Però non basta questo a rendergli una degna descrizione. Come discobolo viene ricordato per avere avuto tra i piedi più veloci mai visti in azione in pedana; e questa è stata sempre la sua dote in più. Come persona invece esprimeva in mix veramente speciale di grande intelligenza, allegria e desiderio di amicizia. Insomma in compagnia sua si stava proprio bene. Era una persona non comune, che stimolava ammirazione.

Ora però vorrei tornare ai ricordi dei suoi esordi, quando nell’inverno 1973 Bucci capitò nella nidiata di Renato Brancaleoni, molto più che solo allenatore della Libertas Rimini, un amico-maestro che ti conquistava con l’allegria insegnandoti anche principi fondamentali di vita. I due erano fatti per intendersi a meraviglia. Il ragazzo era pelle e ossa, ma tra testa e piedi lasciava intendere orizzonti lontani e così fu.

Questa la sua progressione nel lancio del disco: 1974 (14) 34,59 con 1,5kg – 1975 (15) 43,10 con 1,5 kg. – 1976 (16) 44,26 con 1,75 kg – 1977 (17) 53,68 con kg.1,75 (ancora oggi record regionale allievi) – 1978 (18) 49,86 con 2 kg. – 1979 (19) 54,44 con 2 kg. (ancora oggi record regionale juniores) – 1980 (20) 54,60 – 1981 (21) 54,82 - 1982 (22) 62,60 – 1983 (23) 64,56 – 1984 (24) 66,96 – 1985 (25) 65,80 – 1986 (26) 54,58 - !987 (27) 59,50 – 1988 (28) 57,96 – 1989 (29) n.m. – 1990 (30) 51,50 – 1991 (31) 53,56 – 1992 (32) 55,98 – 1993 (33) 56,88.

Leggendo tra queste cifre la sua carriera è passata attraverso queste fasi: 1973-1979 gli anni della “formazione giovanile” nella Libertas Rimini; 1980-81 alla Virtus Bologna, ma da universitario più attento agli studi che all’agonismo; 1982-83 il grande salto con la scelta di diventare un professionista dell’atletica nel gruppo delle Fiamme Gialle; 1984-85 nella Pro Patria Milano cercando di entrare nell’elite mondiale del lancio del disco; dal 1986 la resa dopo gli infortuni e la scelta di dare priorità all’attività professionale di informatico.

Noi riminesi inguaribili malati di atletica abbiamo coltivato il sogno negli anni recenti di riportarlo in pedana tra i master dell’Olimpia Amatori e nel 2007 quasi ci stavamo riuscendo, se non avesse avuto il riacutizzarsi di un problema al tendine d’achille. Peccato, però Marco ci lascia così tanti cari ricordi e soprattutto la certezza che è stato il più grande atleta mai cresciuto a Rimini.

Werter Corbelli



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