MONDIALI: KADDARI OTTAVA CON LA 4X100, POLINARI E FOLORUNSO OK CON LA 4X400
24 Luglio 2022
Ai Mondiali di Eugene, che ormai corrono verso il gran finale, l’Italia chiude all’ottavo posto con la staffetta 4x100 femminile, all’indomani del record italiano di 42”71: Zaynab Dosso, la poliziotta Dalia Kaddari, Anna Bongiorni e Vittoria Fontana si esprimono in 42”92. Oro agli Stati Uniti (41”14). Gioia azzurra per la finale della staffetta 4x400 raggiunta dalla veronese Anna Polinari, dalla poliziotta Ayomide Folorunso e da Virginia Troiani e Alice Mangione con 3’28”72 (turno decisivo nella notte italiana tra domenica e lunedì alle 4.50).
KADDARI OK - La finale della 4x100 donne offre meno gioie della batteria. Zaynab Dosso, la poliziotta Dalia Kaddari, Anna Bongiorni e Vittoria Fontana non riescono a replicare, o migliorare, il tempo di ieri (42”71 record italiano) e terminano all’ottavo posto con un crono appesantito di un paio di decimi abbondanti (42”92). Il testimone passa di mano piuttosto velocemente; il terzo cambio, ieri lungo, stavolta è più preciso, ma sono i parziali odierni ad essere meno efficaci, specialmente nelle prime due frazioni (Dosso rilevata in 11”57 dal cronometraggio ufficiale, Kaddari 10”36 dopo aver perso un appoggio nella fase di messa in moto) mentre a Bongiorni è assegnato un parziale più veloce della batteria con 10”63 e Fontana è in linea (10”36) nel giorno del suo 22esimo compleanno. Resta la stupenda prestazione del primo turno, e la prova comunque significativa in finale, che è carburante per gli Europei di Monaco e dimostrazione dell’ottimo lavoro di gruppo svolto nel corso degli anni.
POLINARI VA - L’atteggiamento giusto. La voglia di graffiare questa batteria e prendersi la finale a tutti i costi. È lo spirito che caratterizza la 4x400 femminile ai Mondiali di Eugene, una squadra compatta, equilibrata, senza stelle, ma con la fame che serve e che è richiesta quando si indossa la maglia azzurra. Tutto questo c’è, e si vede, a partire dalla prima frazione, quella della veronese Anna Polinari, riserva a Tokyo, oggi alla “prima” in una grande rassegna con il testimone tra le mani. Ha atteso il proprio momento e ha ripagato il team con un primo quattrocento da 53”18, scattando dalla quarta corsia, senza le Bahamas all’esterno (dns), con la Polonia e la Giamaica in settima e ottava. Polinari lancia la poliziotta Ayomide Folorunso (al quinto turno di gara a Eugene dopo i due della mista e i due nei 400hs) che sfoggia la consueta travolgente energia, moltiplicata quando gareggia nel quartetto (51”59) e schierata nella seconda frazione che richiede innate capacità di lottare nel traffico: sul rettilineo opposto Ayo recupera una posizione scalzando la frazionista del Canada mentre in testa veleggiava la Giamaica. Virginia Troiani (52”30) riceve il bastoncino da terza, si fa infilare dal Canada ma tiene alla grande sulla retta finale e innesca Alice Mangione. Qui un brivido: la finalista della mista deve proteggersi con le braccia per non scontrarsi con la frazionista canadese che cedeva il testimone. È solo un flash, il pericolo dura un attimo, perché Mangione la dribbla e si lancia all’inseguimento delle avversarie dalla quinta piazza. È agli ottanta metri dalla fine che intuisce lo spazio lasciato all’interno dall’ultima frazionista polacca (Holub-Kowalik) e si butta dentro per assicurarsi la quarta posizione che vale il primo tempo di ripescaggio (3’28”72), nonché l’eliminazione a sorpresa delle polacche. L’Italia torna in finale a nove anni da Mosca 2013 (sesto posto e poi squalifica), mentre i migliori piazzamenti azzurri restano gli ottavi posti di Atene 1997 e Siviglia 1999. Appuntamento nella notte italiana tra domenica e lunedì, alle 4.50, nella gara che conclude il programma iridato di Hayward Field.
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(Foto Colombo/Fidal)
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