La Sardegna tra Campioni Olimpici e problematiche sugli impianti sportivi. Intervista di Sergio Lai

10 Agosto 2021

Interessante intervista di Sergio Lai a Carlo Alberto Melis (Unione Sarda)

In un bellissimo articolo apparso sull’Unione Sarda del 10 agosto,  il giornalista Carlo Alberto Melis, ha intervistato il Presidente della Fidal Sardegna Sergio Lai. L’intervista tratta di tematiche di interesse per l’atletica isolana. Vi riproponiamo integralmente l’articolo ringraziando la redazione dell’Unione Sarda per la cortese disponibilità.

“Sergio Lai è stato il primo ad accogliere Dalia Kaddari e Lorenzo Patta all’aeroporto di Elmas: un gesto non soltanto istituzionale dal Presidente di lungo corso della Fidal Sarda, sorpreso, come tutti, dall’oro della 4X100: “Qualcosa me l’aspetto sempre,  magari non la vittoria. Ma cammin facendo ci ho creduto, vedendo gli americani fuori”. Patta è un tesoro dell’atletica sarda, che l’ha strappato al calcio: “L’insegnante di educazione fisica che è anche un nostro dirigente l’ha segnalato, poi con Valentina Piras ha cominciato, dagli Studenteschi, a vincere. Quindi è passato sotto le mani di Francesco Garau che l’ha preparato come sa fare lui”. Atletica-calcio 1-0. “Mi dicono che non è stato facile, ma ha scelto l’atletica, lasciando le scarpette bullonate. Oggi è facile dire che è una scelta giusta ma nel calcio ci sono altrettante possibilità di riuscita, vedo tanti ragazzi sardi che riescono a fare carriera in Serie C o anche B. Siamo contenti che sia rimasto nel nostro mondo. Tra l’altro entrando nelle Fiamme Gialle si è aperto una carriera

La Lettera

Nel momento della gioia, Lai non dimentica i problemi: “Sto scrivendo a Stefano Mei. Abbiamo mandato quattro atleti prodotti da noi alle Olimpiadi, non per merito del Comitato, sia chiaro, ma delle società. E noi sosteniamo le società, i nostri tecnici e anche gli atleti, soprattutto per il recupero fisico. Voglio far capire al presidente le difficoltà che ogni giorno incontriamo per fare atletica. Lui vuole riempire i campi: benissimo, ma come facciamo a riempirli?” Nel mirino c’è la scuola, ma servono risorse: “Nella scuola abbiamo trovato la porta aperta con gli insegnanti che lavorano anche come tecnici di atletica. Ci piacerebbe che proprio gli insegnanti ci aiutassero a trovare nuovi Patta e siamo disposti a venire loro incontro per ciò che può servire”

Gli Impianti

Il nodo sono le piste che nell’isola sono tante ma in cattive, spesso cattivissime condizioni, raramente omologate per ospitare gare. “Abbiamo difficoltà quotidiane. I Ragazzi si allenano in strutture come quella di Quartu e Oristano, non voglio fare polemica ma voglio cercare soluzioni per migliorare l’atletica. Siamo stanchi, abbiamo campioni italiani come Maullu che non si possono allenare” La pista di Oristano sarà ristrutturata: “Ma parte dei soldi investiti dal consorzio dei comuni dell’Oristanese è finita alla Dinamo per avere i Giganti di Monte Prama sulla maglia. Adesso i soldi non bastano: faranno solo la pista e non le pedane e l’impianto non sarà omologabile sinché non saranno fatti anche gli altri lavori. Patta si è allenato in un pistino vicino al porto, per evitare di infortunarsi. Maullu, Musso la stessa cosa. Nelle pedane ci sono voragini. A Quartu è lo stesso: L’assessore è un uomo di sport, mi auguro che capisca le esigenze degli sportivi”.

Il Terra Sarda

Le piste spesso nate per ospitare il Terra Sarda sono tante (26 edizioni itineranti lasciano il segno) ma spesso sono molto rovinate. Oggi quelle omologate, “a parte il Santoru” di Cagliari la cui omologazione è scaduta, sono Sassari, Nuoro, Selargius e Santadi che però in curva ha solo 4 corsie e, da poco Assemini, Uta, Decimomannu e Quartucciu. Sono iniziati i lavori a Guspini, poi c’è Samassi. Dove non c’è una società di atletica tutto va in decandenza”. E il Terra Sarda? “Tornerà nel2022, c’è un’ipotesi di farlo a Buddusò che ha mostrato interesse”. La gente sogna una sfida Tortu-Patta, magari nell’isola: “Ce l’ho già in testa, anche con Desalu e Polanco. Ne parleremo più avanti.


Matteo Vercelli e Carlo Alberto Melis


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