Guspini - Terza prova Cds di Corsa Campestre. Il Commento di Michele Licheri



Tre è un numero cabalistico, mistico, esoterico, d'infiniti significati occulti, e tre sono i gradini del “podio” per premiare i più forti; il terzo giorno è quello della resurrezione; è alla terza prova del campionato di società di cross gli atleti non hanno patito freddo o subito altre inclemenze climatiche, solo un pochino di fango all'uscita di qualche curvetta: ma che campestre sarebbe senza un po' di mota?        Domenica sei di febbraio, quindi, si è svolta a Guspini questa prova di campestre  magicamente soleggiata e azzurra; siamo ben oltre il giro di boa. Restano altre due prove: San Sperate e Dolianova, ma questa di oggi rimarrà nella memoria; anche in quella dei detrattori; i quali -lamentandosi per le salite del tracciato- non hanno fatto certo onore allo spirito agonistico e sportivo del variegato movimento degli atleti nomadi di tutte le categorie e sesso. Non ceda allo sconforto, allora, la Presidente dell' Atletica Guspini Graziella Baldan, ma sia orgogliosa per quanto hanno saputo offrire, Lei e i suoi sodali. Hanno ubicato il campo di gara in una splendida località boschiva e mossa (San Giorgio), presso il Centro Sportivo Sa Rocca; approntato la soluzione logistica e tutti i servizi al meglio: quante e quali società sportive sanno eguagliare tale efficienza? Infine, hanno tracciato un percorso di gara di qualità: propedeutico, selettivo; per atleti e spiriti indomiti e odissei capaci di lanciare il cuore sempre oltre l'ostacolo. Qualcuno ha storto il naso. E' legittimo che non tutti possano essere soddisfatti; a volte, però, difetta la “vis pugnandi”. Non sarebbe male che il percorso odierno diventasse, l'anno prossimo, prova di campionato “assoluto e master” di cross. Due righe sul luogo e la natura che ha ospitato il “circo atletico”. Se usassimo un aggettivo per definire le terre intorno al campo di gara, caratterizzate da campi e alture, e sugherete e macchia mediterranea dal selvatico odore, useremmo semplicemente “bello”; di fatto, sono qualcosa di più, in particolare le colline che precedono i monti: caratteristiche perché aguzze, affilate, a guglia e che  hanno originato lo stesso nome stesso di Guspini (derivato da cuspis, cuspinis come attestano le carte del 1310). Non bisogna dimenticare che il borgo in questione, ricco di storia e testimonianze, a economia agropastorale e industriale, pur non vivendo, attualmente, un periodo florido, proprio attraverso le risorse minerarie estratte e lavorate nel secolo scorso, fu tra le realtà che permisero alla Sardegna di entrare nella modernità. Montevecchio ne è la testimonianza principale. Signore signori finisco qui. Puntuali ci rivedremo la settimana prossima sul campo di gara di San Sperate. Affilate i chiodi e nelle vostre corse metteteci sempre una buona dose di passione.



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