Gaia Sabbatini si conferma in Diamond League

22 Agosto 2021

Nella tappa del meeting Prefontaine Classic, a Eugene, l'atleta teramana si fa valere, 10^ in 4'04"55
Un’altra prova del fuoco o, se si preferisce, di fuoco, per Gaia Sabbatini, alla seconda esperienza in Diamond League. In uno dei templi del circuito della World Athletics, che ospita il Prefontaine Classic, a Eugene, nello Stato americano dell’Oregon, l’atleta teramana delle Fiamme Azzurre si è piazzata decima sui 1500 con l’ottimo tempo di 4’04”55. Un risultato che corrisponde alla quarta prestazione in carriera, e stagionale, dietro il 4’02”25 ottenuto in occasione della semifinale olimpica di Tokyo (4’04”41 nella batteria precedente) e di quel 4’04”23 stabilito in occasione della tappa di Firenze della Diamond League del 10 giugno scorso, che l’aveva proiettata definitivamente nell’élite mondiale. La Sabbatini era tra le invitate del meeting, e questo già rappresenta un considerevole riconoscimento tecnico, inserita in una gara di grande livello agonistico, praticamente una riedizione della finale olimpica di Tokyo (tra le migliori mancava solo l’olandese Sifan Hassan, impegnata nel tentativo di record del mondo dei 5000), che l’atleta cresciuta nell’Atletica Gran Sasso Teramo aveva sfiorato per pochi decimi. Poteva anche essere l’occasione giusta per migliorare il primato personale e, magari, scendere sotto il muro dei 4 minuti per la Sabbatini, che ha dimostrato comunque di mantenere un’ottima condizione. Lo svolgimento della gara, però, non è stato favorevole all’ideale impostazione ritmica per inseguire questo risultato personale. Tirata da una cosiddetta “lepre”, l’americana Chanelle Price, la gara è stata impostata su ritmi elevatissimi, da record del mondo, il che ha messo da subito a dura prova la tenuta della Sabbatini. La quale a un certo punto, al terzo giro, tra gli 800 e i 1200 metri, è rimasta praticamente sola, staccata dal gruppo delle inseguitrici della dominatrice della gara, la campionessa olimpica keniana Faith Kipyegon, e davanti a un paio di altre atlete. In pratica, non aveva un treno a cui aggrapparsi per tenere elevato il suo ritmo preferito. Ma non si è persa d’animo, continuando a spingere anche senza riferimenti tattici. Alla fine, a pagare le conseguenze del ritmo forsennato non è stata la Kipyegon, che ha vinto in 3’53”23 davanti all’australiana Linden Hall 3’59”73, ma la britannica Laura Muir, argento a Tokyo, finita alle spalle della Sabbatini, che l’ha rimontata e superata nel finale. Il ritmo gara iniziale si è rivelato eccessivo, non solo per l’atleta teramana, ma anche per le altre protagoniste. Rispetto a gare di pari livello, quali la finale olimpica e il Golden Gala di Firenze, le atlete scese sotto i 4 minuti sono state solo due (alle olimpiadi erano state otto, a Firenze tre). Terza si è piazzata l’americana Josette Norris 4’00”07, quarta Winnie Nanyiondo (Uganda) 4’00”72, quinta Shannon Osika (USA) 4’01”16 e via via le altre fino al decimo posto della Sabbatini che, rispetto al Golden Gala, ha fatto meglio di una posizione pur senza migliorarsi nel tempo. La Sabbatini è parsa soddisfatta a fine gara, motivando che si è confermata sui suoi migliori livelli pur in una gara difficile. Ma la sua stagione non finisce qua. Giovedì prossimo si rimetterà in gioco al meeting di Losanna, altra tappa prestigiosa della Diamond League.   

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