Frigerio, il ragazzo che inventò la marcia

10 Marzo 2020

LÒRIGA STORY - Uno dei massimi esperti dell'atletica italiana, il giornalista Vanni Lòriga, racconta per fidal.it i campioni olimpici azzurri: gli uomini, le donne e le imprese memorabili. Prima puntata

I miei ricordi - Avendo conosciuto personalmente gli olimpionici dell'atletica italiana ve li ricordo, con particolari talora inediti delle loro carriere. Vanni Lòriga

Ugo Frigerio è il primo rappresentante dell'atletica italiana, seguito da altri sedici, a vincere l’oro olimpico. Ed è anche l'unico che abbia doppiato il successo nella stessa edizione dei Giochi del 1920 e che lo abbia ribadito quattro anni dopo. Inoltre per due volte (1924 e 1932) fu il portabandiera della squadra italiana. Alle tre medaglie d'oro si aggiunge un bronzo nel 1932. La sua carriera di atleta vincente s'inizia quando è ancora minorenne: fu definito il Ragazzo di Anversa in quanto, nato il 16 settembre 1901, colse il primo oro il 18 agosto 1920. La sua biografia racconta tutto di lui e da parte mia voglio ricordare come lo conobbi con aneddoti della sua vita poco noti e talora romanzeschi.

Il 18 giugno 1936 il Corpo dei Bersaglieri festeggia il suo primo centenario con una serie di manifestazioni che si tengono a Biella (città natale del Fondatore Alessandro Ferrero della Marmora) che prevedono anche importanti gare atletiche. Abitavamo a Torino e mio padre decise di essere presente, anche perché si sapeva che la vera stella sarebbe stata Luigi Beccali, che peraltro avevo già visto in gara a Torino nel 1933 quando venne inaugurato lo Stadio allora intitolato a Mussolini. Ma di "Nini" Beccali parlerò nella successiva puntata e per il momento mi limito a Frigerio. 

Lui è presente perché aveva prestato servizio di leva nel 12° Reggimento Bersaglieri di stanza a Milano. E nella sua celebre biografia ("Marciando nel nome d'Italia" con prefazione di Benito Mussolini) ricorda spesso e con orgoglio quella sua parentesi di vita militare. Ha parole di elogio per "l’intrepido colonnello Raggio, nobile figura di uomo e di soldato". Durante il servizio militare Ugo Frigerio porta alla vittoria il suo Reggimento nello “Scudo d’Italia Nelli", gara di marcia a squadre. Siamo nel 1921 e nello stesso anno il bersagliere Frigerio vince i titoli italiani dei 3000 e 10.000 metri di marcia (le stesse distanze di Anversa) tesserato proprio per il 12° Bersaglieri, affiliato alla Federazione.

Ed anche durante la sua prima tournée negli USA nel 1925 (invitato insieme al grande Paavo Nurmi) dimostra di avere un cuore veramente cremisi. 

A New York viene organizzata una manifestazione atletica a favore del 14° Reggimento Fanteria USA e gli chiedono, trattandosi di una iniziativa di beneficenza, se possano contare sulla sua partecipazione: "Figuratevi - risponde esultante - figuratevi! Non sanno lor signori che io sono un bersagliere? E quando ho a che fare con i soldati sono felice. Non facciamo complimenti, da questo momento sono a disposizione dell'Esercito Federale!".

È un trionfo, un successo impressionante e Frigerio viene salvato dall'abbraccio della folla da alcuni spettatori italiani fra cui il famoso tenore Beniamino Gigli ed il lottatore Renato Gardini. In America Ugo Frigerio disputa 15 gare sulle piste in legno di New York, Boston, Buffalo, Cleveland, Detroit, Montreal, Ottawa, con undici vittorie e sei primati mondiali stabiliti.

Sintetizzo, di seguito, alcuni momenti importanti e non sempre noti della sua carriera.

1. Alla fine degli anni quaranta il CT della Nazionale Giorgio Oberweger affida ad Ugo Frigerio la supervisione della marcia. La sua base di allenamento è al Parco di Monza e gli atleti vengono ospitati nella storica Trattoria dell'Uva. Qualcuno arriva da lontano: per Gianni Corsaro 40 ore di treno da Catania alla Brianza. Ed anche per i romani non è uno scherzo. Fra di loro da segnalare soprattutto Mario Di Salvo. Degno allievo di tanto Maestro il 7 maggio 1947, in una gara disputata sulla pista del White City gli viene assegnata la Flower Dixon che lo designa come il marciatore più corretto ed elegante del mondo.

2. Proprio a Monza, Frigerio suggerisce a Dordoni di lasciare le brevi distanze ("lì corrono tutti, tu invece marci") e di dedicarsi alla 50 chilometri. Ottimo consiglio: Pino, che ai Giochi del 1948 era arrivato nono sulla breve distanza, nel 1950 vince il titolo europeo e nel 1952 quello olimpico nella cinquanta.

3. Proprio Oberweger, che in seno al Council della Federazione Internazionale (allora IAAF) era responsabile del settore marcia, si avvale della consulenza di Frigerio per completare la regola relativa alla specialità.

Nel 1952 alla originaria definizione (...la marcia è una progressione di passi, ecc) fa aggiungere due comma che obbligano i Giudici a verificare il contatto continuo con il terreno ed il bloccaggio del ginocchio.

4. Il 23 ottobre 1966 diventa Presidente della Unione Nazionale Veterani Sportivi di cui era stato a lungo Consigliere. E con l'altro consigliere Beniamino Gigli (che da giovine era stato valido lottatore) promuove l'istituzione di una Casa di riposo, per i veterani, mai realizzata per i soliti cavilli burocratici. Nel Consiglio dell'Unione è molto attivo il citato Mario Di Salvo, che ce lo presenta durante una sua visita a Roma.

5. Perché il Fanciullo di Anversa viene indicato come il vero inventore della marcia atletica? Quella vera, ovviamente... Ce lo spiega nel suo libro proprio Ugo Frigerio.

"La mia doppia ed inattesa vittoria ad Anversa sollevò molti malumori fra molti dei miei avversari. Con la mia giovanile baldanza avevo contato molto sull'ausilio delle braccia che molti supercompetenti avevano sempre condannato. Io l'avevo invece considerato indispensabile elemento propulsore, per camminare velocissimo in rigidissimo rispetto disciplinare".

Ugo non venne mai squalificato. Ed il miglior commento al suo incedere venne dal britannico George Edward Larner, doppio campione olimpico a Londra 1908 che sentenziò: "Come marcia questo bruno italiano, così meraviglioso anche per la sua giovane età. Non ho mai visto nella mia lunga carriera un marciatore dallo stile impeccabile come il suo. È un reale godimento vederlo lasciare gli avversari con grande facilità, senza alterare minimamente il proprio stile". Un super campione che va ricordato, un secolo dopo che il mondo lo conobbe.

UGO FRIGERIO
Nato a Milano il 16 settembre 1901 e scomparso a Garda il 7 luglio 1968. 
Presenze in Nazionale: 3
Campione olimpico di marcia su pista nel 1920 (3 km, 10 km) e nel 1924 (10 km).
La scheda su fidal.it

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Ugo Frigerio


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