Finale sfiorata da Gaia Sabbatini sui 1500 alle olimpiadi

04 Agosto 2021

L'atleta teramana delle Fiamme Azzurre -Atletica Gran Sasso consegue un grande PB con 4'02"25

A Gaia Sabbatini non è bastata una grande prestazione, con primato personale sbriciolato di quasi due secondi, 4’02”25, per conquistare la finale olimpica dei 1500. Un tempo che la porta a essere la seconda italiana di tutti i tempi in questa gara, dietro la campionessa olimpica di Los Angeles 1984 e primatista italiana Gabriella Dorio (3’58”65), ma davanti a un’altra campionessa come Paola Pigni, che in occasione del bronzo alle olimpiadi di Monaco 1972 corse in 4’02”85. Si è classificata ottava nella sua semifinale, senza poter accedere ai tempi di ripescaggio. Si qualificavano le prime 5 di ognuna delle due semifinali, più i migliori due tempi di recupero. Ritmi elevati che non hanno intimorito la ventiduenne atleta teramana, che si è inserita con autorità nel gruppo di testa. Ma le accelerazioni all’interno di gare con andature così veloci non sono facili da reggere, nonostante le ottime risposte dell’atleta delle Fiamme Azzurre. Ancora una volta, però, una caduta davanti a lei  ha spezzato il ritmo e non le ha permesso di rimanere con il gruppo di testa. Nella volata conclusiva, le prime cinque sono scese sotto i 4 minuti, a testimonianza dell’alto livello tecnico della gara, che è stata vinta dalla keniana Faith Kipyegon con 3’56”80, davanti all’etiope Freweyni Gebreezibeher 3’57”54, terza la canadese Gabriela Debues Stafford 3’58”28, quarta l’australiana Jessica Hull 3’58”81, quinta la giapponese Nozomi Tanaka 3’59”19. Non a caso, i tempi di ripescaggio sono stati quelli dell’americana Elinor Purrier, 4’01”00, e della ceca Kristiina Maki, 4’01”23, rispettivamente sesta e settima nella stessa semifinale della Sabbatini che, senza l’inciampo davanti a lei, avrebbe forse potuto giocare meglio le sue carte. Il rammarico aumenta anche per il livello della semifinale seguente, dove le prime cinque sono andate sopra i 4 minuti. Ha vinto l’olandese di origine etiope Sifan Hassan con 4’00”23 in una gara più tattica, nella quale la quinta, la spagnola Marta Perez, ha chiuso in 4’01”69. La Sabbatini è risultata alla fine quattordicesima nella classifica complessiva, rimasta fuori dalla finale per sole due posizioni. Vi entravano le prime dodici.       

A caldo, nel dopo gara, la Sabbatini mostra tutta la grinta agonistica: << Mi ritengo soddisfatta della prestazione, dove mi sono migliorata molto (aveva un primato personale di 4’04”23 ndc), ma mi rode per come è andata la gara, dove avrei potuto forse fare di più se non si fosse verificata quella caduta davanti a me. E’ stato difficile riaccelerare di nuovo per riprendere le prime e, infatti, da questo episodio ho cominciato ad avere dolori muscolari. Incidenti normali a questi livelli, visto che siamo tutte forti. Però >>, si consola l’atleta cresciuta nell’Atletica Gran Sasso Teramo, << se sono riuscita a fare questo tempo nonostante questo stop in gara, significa che sono in grado di competere con le prime al mondo. Perché il mio obiettivo futuro è stare con le prime dodici al mondo, e per questo lavorerò in vista di Parigi 2024 >>.  

 



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