EDUCATORI NELLO SPORT OGGI-Identikit e formazione-Campobasso 12/13 marzo 2014



E' partito da Ancona il 23 gennaio u.s e si concluderà a Faenza il 14 maggio p.v il 3° Convegno Itinerante dei Direttori Diocesani e degli operatori dello sport "C rimettiamo in gioco". Dieci le tappe del progetto di cui ben 4 nel centro sud. Tra esse anche Campobasso dove- ieri 12 marzo-nella sala Celestino V delle sede arcivescovile ha preso l'avvio l'incontro, che nella nostra  città sarà spalmato su 2 giornate. A coordinare i lavori il Direttore della Pastorale dello Sport, Turismo e Tempo Libero, Avv. Mario Ialenti. Obiettivo dell'iniziativa rimodulare la figura dell'operatore sportivo in modo da modellarlo in relazione alle nuove esigenze degli adolescenti e delle giovani generazioni in generale. Tali figure, pilastri nella catena del processo pedagogico di ogni territorio, devono mettersi al servizio della collettività finalizzando i proprio interventi ad un disegno sportivo che metta al centro la persona e la sua crescita armonica. La provvidenza e l'adeguata formazione consentiranno a tali figure professionali di avere innanzi un uditorio permeabile ai loro insegnamenti. Soccorre al riguardo l'invito di Papa Francesco agli atleti"anche se siete dei campioni, rimanete sempre uomini nello sport e nella vita. UOMINI inteso come portatori di umanità". Veniamo al cuore del percorso. Dopo i saluti e la presentazione alla platea delle autorità intervenute ha preso la parola Mons. Mario Lusek, Direttore dell'Ufficio Nazionale della CEI per la pastorale del tempo libero, turismo e sport. Quest'ultimo ha esortato quanti prestano il loro servizio nelle società sportive a perfezionare il lavoro identitario delle strutture ricettive presenti nelle realtà in cui operano a dare volto "valoriale" vale a dire corredando di valori e non solo di tecnica le discipline praticate e selezionando gli istruttori sulla base di criteri rigidi che tengano conto del livello professionale raggiunto e del carisma. A seguire la testimonianza di Luciano Di Pardo,volto noto agli appassionati di atletica, una garanzia di rigore, attenzione scrupolosa ai ragazzi che segue, serietà, professionalità e rispetto delle regole. Tra i primi a scoprirlo e a notare il suo brillante approccio alla corsa Angelo Iapaolo,sindaco del suo paese natio, Macchiagodena (IS) Luciano ha saputo far buon uso del suo talento non solo da atleta, ma anche da allenatore. Intelligenza, sacrificio, abnegazione, dedizione, impegno e mix impeccabile di gambe e cervello gli hanno donato innumerevoli soddisfazioni più che meritate.  A sua figlia, Luciano, laddove la stessa dovesse scegliere di affacciarsi al mondo dell'atletica consiglia ed augura di non chiudersi mai nel microcosmo della sua terra, di essere permeabile ai messaggi positivi dei potenziali avversari più in gamba di lei incrociati in gara, di far tesoro del confronto con le varie etnie presenti allo start o nei ritiri e di saper gestire le sconfitte trasformandole in stimoli per migliorarsi e centrare nuovi obiettivi. Rosario De Matteis e Carmelo Parpiglia in rappresentanza della Provincia e del Comune di Campobasso che nel loro report hanno sottolineato che pur nel momento di crisi generale in cui versa la società da cui origina una profonda sfiducia nelle istituzioni il loro impegno sarà concreto e oltre ad un recupero delle strutture, ad una ferma volontà' di reperire fondi per lo sport, verrà riservata un'attenzione maggiore ai ragazzi con disabilità ed al contempo verrano create nuove aree da destinare al gioco, alla socializzazione ed a momenti ricreativi latu sensu considerati per i bambini delle varie fasce d'età, dove gli infanti potranno avvicinarsi allo sport e viverlne ogni aspetto imparando fin da piccoli che la straordinarietà dell'attività motoria sta non solo nella cura del proprio corpo, ma anche e soprattutto nel fatto che una gara-anche non competitiva non omologa mai, ma spinge sempre ogni partecipante a dare il meglio di sé. Prima del congedo il saluto del presidente della Regione Molise, Arch. Paolo Di Laura Frattura, a Roma, per concomitanti impegni. Il presidente nel formulare le sue scuse per non aver potuto presenziare all'incontro, si dichiara orgoglioso nel vedere Campobasso tra le dieci piazze scelte per la rinascita culturale ed economica dello sport e del turismo. Lo sport assicura crescita e sviluppo del territorio il cui benessere va ricercato con una programmazione accurata ed intelligente, limitando gli sprechi di energie e di risorse. A chiudere l'incontro Vincenzo Lombardi musicologo, che ha illustrato brevemente l'importanza della musica e del canto che unitamente allo sport ed ai sani valori di cui si fa latrice la Chiesa, contribuiscono all'edificazione dello spirito e ad un'adeguata crescita psico-fisica dell'individuo. La sessione del 13 marzo ha preso l'avvio con la celebrazione della S. Messa nella Chiesa del Sacro Cuore,cui è seguita l'apertura dei lavori nella Sala Convegni del Centrum Palace. Di pregio l'intervento di S.E. Mons. Giancarlo Bregantini, che con sintesi sapiente ha definito un vero atleta colui il quale sa rendere bene in campo senza inficiare le gare degli avversari. Brillante, dunque il binomio sussidiarietà/solidarietà così come appena specificato, che porterà il potenziale campione a disapplicare la logica individualistica e lo "allenerà'" a lavorare insieme ai suoi simili nella vita e nello sport. Impeccabili gli interventi del Prof. Guido Cavaliere, presidente Regionale CONI e del prof. Giuseppe Calcagno che hanno incentrato il loro discorso sull'importanza del lavoro di equipe tra scuola-Università-Istituzioni-Chiesa-famiglia e società sportive. I palazzetti e gli oratori come luoghi di incontro per i giovani utilissimi e preziosi per stabilire un'efficace rete di alleanze, volta a curare ogni aspetto della crescita dei ragazzi. Alla luce di ciò vanno formati gli educatori motivandoli a livello personale e sociale favorendo il valicamento dei confini dei vari settori di appartenenza  stimolando la cooperazione ed il confronto le altre agenzie educative, volto ad individuare la propria identikit personale, a cristallizzare una solida psiche ed a conferire loro tutte le abilità tecniche e pedagogiche necessarie per lo svolgimento del loro delicatissimo compito di formatori. 

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