Di Fabio e la sua marcia d'oro

13 Novembre 2016

"L'atletica raccontata" con Angela Di Fabio 

di Orlando Del Grosso 

Proseguiamo la rubrica “l’Atletica raccontata ” con un’intervista alla  Campionessa italiana di marcia cadette 2016, Angela Di Fabio, atleta della “Thethys Chieti”, allenata dal Prof. Nicola Piro. La marcia ha una gloriosa tradizione in Italia e molte volte questa disciplina, tutto cuore e tecnica, ha reso meno amare, per la nostra federazione e per noi appassionati, olimpiadi e mondiali. Per chi ha visto la diretta streaming, la gara di Angela ha avuto un sapore romantico, una medaglia giunta dopo tre chilometri di fatica, freddo, sudore e determinazione, con un ritmo gara che non ha lasciato possibilità alle avversarie se non quella, per poterle stare dietro, di commettere errori tecnici. Per capire la portata di ciò che ha fatto questo fantastico “scricciolo”, basta ricordare che, alla partenza, Angela aveva il terzo miglior tempo stagionale nazionale; all’arrivo  il nono miglior risultato all time italiano di categoria. Cosa è successo durante quei tre chilometri? Chiediamolo direttamente a lei.

 

Ciao Angela, complimenti per lo straordinario risultato tecnico e il titolo conseguito. Come ci si sente da campionessa italiana?

 

Salve, ti ringrazio per i complimenti e per avermi  dato l’opportunità di raccontare la mia esperienza e farmi conoscere. Essere campionessa italiana mi ha indubbiamente resa molto felice e soddisfatta, ho provato un’ emozione grandissima dopo aver tagliato il traguardo, sensazioni così belle non riuscirei ad esprimerle attraverso le parole. Dopo questa vittoria, però, dovrò impegnarmi ancora più di prima per riconfermare il mio risultato e perché adesso le aspettative su di me sono più alte di prima, ma io sono pronta a dedicare tempo e impegno all’atletica, perché questa è la mia passione.

 

Immagino che durante tre chilometri di gara nella mente passano tante sensazioni e pensieri. Cosa hai provato, cosa pensavi, quali erano le sensazioni durante la gara che ti ha incoronata campionessa italiana?

 

Hai ragione quando dici che durante la gara per la mente passano molte sensazioni e pensieri. Io durante la mia gara, infatti, ho provato molte emozioni diverse. Ero innanzitutto molto emozionata e contenta di essere arrivata fino a quel punto e di stare partecipando ad una competizione così importante. Nel frattempo, però, per la mia testa passavano anche pensieri un po’ meno belli: la paura di non riuscire a dare il massimo e di avere dei rimpianti, il timore di fare una brutta gara e di deludere le aspettative di tutti quelli che credono in me. Al di là di queste preoccupazioni, le sensazioni che ho provato durante la gara sono state positive.

 

Cosa ti ha detto il tuo allenatore prima della gara?  Raccontaci il tuo rapporto con lui.

 

Prima della gara il mio allenatore è stato molto presente, mi ha seguita durante il riscaldamento e mi ha aiutata a scaricare la tensione, dato che avevo molta ansia. Prima della partenza mi ha raccomandato, come prima di ogni gara, di dare il meglio di me e di impegnarmi al massimo delle mie capacità. Tra me e il mio allenatore c’è un buon rapporto, siamo molto legati e io lo considero un punto di riferimento, una guida, una persona di fondamentale importanza per la mia crescita, sia nell’ambito dello sport che non.

 

Se tu dovessi parlare di marcia a un profano, come la descriveresti? Come cercheresti di fargli capire ciò che fai?

 

Spesso chi non conosce bene la marcia non prende con serietà questa disciplina. Se dovessi parlare di questa specialità ad un profano, cercherei di spiegargli che dietro quella “strana camminata”, ci sono tecnica e allenamento. Inoltre gli direi che la marcia è una disciplina affascinante e che solo marciando ci si può rendere conto di cosa vuol dire praticare questa specialità.

 

Anche con te voglio fare un gioco. Ti consegno virtualmente una lampada di Aladino con cui esprimere tre desideri da indirizzare alla FIDAL. Cosa chiederesti?

 

  

Se avessi una lampada di Aladino, chiederei innanzitutto di dare maggiore risalto alla marcia. Spesso questa disciplina viene presa poco in considerazione. Alle gare, ad esempio, la marcia viene spesso lasciata per ultima e noi marciatori ci ritroviamo a gareggiare quando gli spalti sono rimasti quasi vuoti. Perciò chiederei di dare alla marcia la stessa importanza e attenzione che si dà alle altre discipline.

Inoltre, un altro mio desiderio sarebbe quello di organizzare eventi, anche non sportivi, per permette agli atleti di conoscersi e di passare un po’ di tempo insieme.

Infine chiederei di promuovere maggiormente l’atletica nelle scuole, in modo da incoraggiare i ragazzi che non fanno sport, soprattutto gli adolescenti, a provare a fare attività fisica. Purtroppo oggi i ragazzi passano troppo tempo davanti al televisore e al computer e sempre meno tempo all’aria aperta!

                                                          



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