Come far crescere un campione
21 Agosto 2025L'intervista di Roberto Spezzigu a Marco Trapasso
“Power is nothing without control - La potenza (e la velocità) è nulla senza il controllo", recitava un vecchio slogan pubblicitario che aveva come personaggio icona di questo motto lo straordinario velocista statunitense Carl Lewis (fotografato per l’occasione nella classica posizione dello sprinter ai blocchi di partenza da Annie Leibovitz). Questo l’improbo compito che si è accollato ma, risultati alla mano, con successo il 52enne tecnico portotorrese Marco Trapasso che si è preso l'onere e l'onore di seguire la straordinaria e prorompente crescita tecnica del velocista turritano emergente a livello nazionale e europeo Diego Nappi.
Dietro la fantastica vittoria a Tampere (Finlandia) sui 200 metri dello sprinter isolano, andato a vincere la finale con l’ottimo tempo finale di 20.77 sfidando il vento contrario di quasi tre metri e approdato al secondo titolo europeo consecutivo dei 200 metri, c’è il sapiente e paziente lavoro di un tecnico come Marco Trapasso che, senza clamori e inutili ricerche di protagonismo e autoreferenzialità, ha saputo far crescere e sviluppare le doti tecniche del suo allievo.
Nel caso dello sprinter sardo classe 2007, doppio campione europeo dei 200 metri ora U20 alla rassegna continentale finlandese e nel 2024 europeo U18 EYOF a Banska Bistrica con 20.81, questa figura dai grandi meriti, accresciuti dal fatto che questo atleta l’ha visto nascere e crescere atleticamente sin da quando ha mosso i primi passi in pista seguendo il suo sviluppo da ragazzo a adolescente giovane talento di livello internazionale (tutti passaggi abbastanza complicati da assemblare il modo adeguato quando si ha a che fare con giovani dall’indubbio talento atletico).
Trapasso, tecnico da sempre all’Atletica Porto Torres, dove è stato prima atleta e poi tecnico, di professione imprenditore, ci racconta come è nata la passione per l’atletica: "E’ nata con la passione per la corsa e poi con il successivo coinvolgimento nei ruoli tecnici e dirigenziali della società".
Qual è l’aspetto tecnico e umano più impegnativo nel seguire un talento puro come Diego Nappi?
“Diego è un atleta di talento, e su questo non c’è ombra di dubbio.
Gestirlo è impegnativo non solo sotto l’aspetto tecnico ma anche dal punto di vista umano perché viaggia a 100 all’ora non solo con i piedi ma anche con la testa. Molte volte previene molte mie scelte e poi le condividiamo"
.Cosa ricordi dell’inizio della carriera atletica di Diego, avvenuta quasi per caso nel periodo COVID quando non potendo praticare il calcio decise di provare con l’atletica scoprendosi un velocista e delle difficoltà di vederlo crescere a livelli tecnici che in pochi avrebbero immaginato?
“Si è avvicinato all’atletica accompagnato da un ragazzo che allenavo io. Sembrava un ragazzetto dei tanti che mi era stato affidato. In tanti non avevano visto le sue straordinarie doti atletiche ma il segreto è stato non aver fretta di bruciare le tappe. Anche adesso stiamo proseguendo su questa strada”.
Sinceramente tu che da anni lo vedevi ogni giorno al campo ad allenarsi e segui i suoi progressi avresti mai pensato che poteva raggiungere questi traguardi agonistici ?
“Si, però non così precocemente. Durante gli allenamenti in pista il cronometro parla senza mentire e vedo il suo talento. A questo lui aggiunge doti mentali di determinazione nel voler raggiungere certi risultati. La realizzazione di questo è stata la sua capacità di recuperare fisicamente, e soprattutto mentalmente, la forma migliore dopo l’infortunio dell’8 giugno a Lucca per affrontare nel miglior modo possibile il principale obiettivo stagionale degli europei U20 in Finlandia. Li abbiamo fatto il personale di 20.76 ma Diego cronometricamente vale, come ha dimostrato nella finale corsa controvento, sicuramente qualche decimo in meno. Secondo me, prendendomi tutte le responsabilità del caso, in questo momento vale 20.50 e nelle condizioni ottimali penso che possa farlo. Entrambi abbiamo avuto la fortuna di avere una sintonia di intenti che ci ha aiutato tantissimo nel nostro percorso di crescita sia sotto l’aspetto tecnico agonistico che come persone“.
Il futuro atletico che immagini per lui?
“Ha vinto due titoli europei nelle categorie giovanili U18 e U20 e penso che questo voglia già dire qualcosa. Per uno che nel 2024 da U18 aveva stabilito il doppio primato italiano U18 con 20.79 outdoor e 21.52 indoor (tempi con cui è succeduto nell’albo dei record a Filippo Tortu e Andrew Howe) penso che il futuro sia da velocista a alti livelli e a questo futuro spero di aver dato come tecnico un buon contributo".
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