atletica d'antan



Ravanando in cantina mi è capitato tra le mani questo foglio di quasi cinquant'anni fa. Carta secca, fragile, macchiata e ingiallita, l'elenco dei primati valdostani aggiornato al 31 dicembre 1963. E' la pagina 32 di chissà quale fascicolo, molto probabilmente una relazione sull'annata atletica valdostana.

Era l'atletica delle piste in terra, delle scarpette con i chiodoni da 18mm che se non entravano nel terreno ti si piantavano nel metatarso, dove nel salto in alto atterravi sulla sabbia, laggiù, cercando solo di non slogarti una spalla, dove nel salto con l'asta atterravi nella buca del lungo e il problema tecnico principale era cadere in piedi per non ammazzarti, dove l'asse di battuta del lungo era a quattro metri e basta, quella del triplo a tredici e se non arrivavi in sabbia ti arricciavi il tendine d'achille sui talloni, dove gli ostacoli erano alti 106 per tutti, grandi e piccini, le barriere erano a nove metri e quattordici per tutti e il problema non era starci dentro, ma riuscire a passarci sopra senza lasciarci qualcosa.

L'atletica che il filo di lana qualche volta non si rompeva e ti segava la bocca, l'atletica che la parola elettronico neppure esisteva e il cronometro aveva il rattrappante, l'atletica che tre giudici prendevano il tempo al primo e poi si riunivano in conclave segreto per fare la media. L'atletica che se avevi undici e facevi dieci e otto uscivano dal conclave dandoti undici (se li vale li farà a Torino, qui noi non regaliamo i tempi). L'atletica che il sabato uscivi da scuola alle undici, correvi alla stazione, treno per Torino e alle quattro in pista per il Campionato di Società in Corso Sebastopoli di fianco a Berruti, Cornacchia, Lievore, Ambu, Bogliatto.

L'atletica che non si accampavano né si accettavano scuse. L'atletica che tutti erano senza pietà in gara, ma tutti grandi amici fuori. L'atletica che le società pensavano ai loro atleti e non alle altre società. L'atletica che contavano solo i risultati e non le chiacchiere. L'atletica che se uno ti batteva provavi per lui ammirazione e non invidia, anche se ti rodeva e ci riprovavi la volta dopo.

 

(l'intero foglio con tutti i primati, ripulito con Photoshop, è pubblicato nella sezione statistiche)



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