Zurigo dall'Europa al mondo

26 Agosto 2014

A undici giorni dalla conclusione degli Europei lo stadio Letzigrund torna a ospitare la serata delle stelle: la Weltklasse

di Giorgio Cimbrico

Undici giorni dopo, l’euroLetzigrund torna a essere il consueto posto di Weltklasse in Zurich, la classe del mondo a Zurigo. Anche se sui manifesti appiccicati in città durante i Campionati, andrebbe stesa una di quelle strisce che usano gli atleti che hanno cambiato sponsor: Bolt, pagato a peso d’oro, non c’è. Per il Lampo la stagione è finita – ma è mai cominciata? - e il sospetto è che Usain si stia beckhamizzando. Magari è solo un’impressione.

Durante gli Europei è apparso in scena, per una premiazione, Res Brugger, detto Rex, il vecchio deus machina, l’impresario teatrale che mise in scena, una stagione dopo l’altra, un circo a tre piste (rettilineo, pista, pedane) degno della premiata ditta Ringling&Barnum. Sul suo volto, i segni dell’età e al suo apparire il ricordo di quando bastava dire “Zurigo” per creare l’interesse anche di chi all’atletica dedicava pochi minuti l’anno. Zurigo era lo spettacolo puro, era l’assalto (spesso riuscito) al record, era l’Olimpiade in due ore, come da vecchio slogan accattivante ma ben incernierato alla realtà: nell’81, la risoluzione dell’elettrica sfida a distanza tra Steve Ovett e Sebastian Coe, i dieci giorni che sconvolsero il miglio che trovò un padrone nel futuro Lord; nel ’97, tre record mondiali molto nobili in un’ora e mezza dopo Mondiali ateniesi mai baciati da prestazioni assolute.

Zurigo era Zurigo, la serata delle stelle, il vertice da vivere in piedi, fianco a fianco, gridando op op, o, per i giornalisti, da seguire incastrati in scranni in cui solo un fachiro a dieta avrebbe trovato posto comodamente. I lunghi anni hanno spedito in orbita Bruxelles che dallo stadio ha cancellato quel nome  minaccioso, Heysel, per sostituirlo con “Re Baldovino” e per offrire un prodotto di qualità a cura di un regista e produttore come Wilfried Meert. L’affermarsi sulla scena di Montecarlo e del suo Herculis ha fatto il resto. Zurigo non detiene più il monopolio della soirée magica e unica, deve fronteggiare la concorrenza, digerire qualche smacco: che calcoli e parametri abbiano sentenziato che il meeting del Luigi Ii di quest’anno sia stato il più cosparso di lustrini dal 2001 deve aver creato qualche trafittura al fegato agli eredi di herr Brugger.

Il Weltklasse sta per essere servito e, come capita nei ristoranti stellati, è necessario fare una scelta, senza perdersi in assaggini e in mini-porzioni. Il piatto di portata è offerto dagli 800 con Rudisha che è sempre meraviglioso ma non più imbattibile, Amos che corre come una disordinata folata di vento, Aman che sa essere un calcolatore spietato, Bosse che ha l’irrazionalità del genio, Kiprop che sembra un pterodattilo in rincorsa prima di spiccare il volo, Kszczot che su ritmi non estremi può punire chiunque. Una sfida da Wetklasse dei vecchi tempi e dei tempi moderni.

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