Zamperin: "Di Martino esempio per le ragazze"



Se si parla di salto in alto, è ormai obbligatorio prendere il discorso iniziando da Antonietta Di Martino. Il titolo di vicecampionessa mondiale ha dato un particolare risalto alla disciplina, ma certamente, essendo nell’anno dei Giochi Olimpici, ogni prova della campana viene guardata con un’attenzione particolare, come se saltando la campionessa delle FF.GG. dovesse portarsi sulle spalle un carico di responsabilità non indifferente: “E’ chiaro che la situazione sia diversa rispetto allo scorso anno – spiega il responsabile di settore Angelo Zamperin tracciando il quadro della situazione della specialità – ma i suoi risultati sono finora in linea rispetto a quanto ci attendevamo. Aveva un ritardo rispetto al 2007 che sta colmando, sta bene e prepara i Mondiali indoor con tranquillità, le condizioni buone ci sono, poi il risultato sarà importante ma fino a un certo punto. Lei è abbastanza tranquilla, non è cambiata molto dopo l’argento iridato, anzi i risultati le hanno dato più consapevolezza e carattere agonistico, più autostima. Io sono ottimista”. - Dietro alla Di Martino che cosa abbiamo? - Un paio di atlete come Meuti e Lamera che hanno iniziato benino questa stagione e speriamo che possano continuare e migliorare i risultati che hanno, rispettivamente 1,92 e 1,89, ma certamente il minimo olimpico a 1,95 è per loro molto arduo da raggiungere. Poi c’è un salto generazionale: abbiamo tre ragazze di sicuro talento come Vallortigara, Capponcelli e Negro, ma il cammino è lungo, bisogna fare delle scelte, maturare e crescere, trovare le giuste metodologie di allenamento. E’ un cammino irto di ostacoli, bisogna vedere se riescono a raggiungere gli obiettivi. - Teme che i loro risultati soprattutto a livello di miglioramenti continuati abbiamo indotto un’eccessiva pressione mediatica su di loro? - Non tanto questo, è che l’atleta è portato ad essere condizionato dai risultati che fa: quando il talento si esprime in modo precoce la strada sembra in discesa, invece è in salita, hai solo qualche soddisfazione prima che devi imparare a valutare bene. A volte il talento si esprime più tardi come è successo alla Di Martino e alla Simeoni. Nulla è facile, i problemi sono molti e la concorrenza è tanta e non sempre questo viene recepito. - In campo maschile il numero uno attualmente è Campioli: molti sono rimasti stupidi della sua crescita… - Non io. Lo scorso anno quando ho presentato un progetto su di lui qualcuno era perplesso ma confidavo in questo e sono contento che abbia raggiunto il livello che gli compete anche se ha le qualità per fare meglio. Lemmi ad Ancona ha avuto un problema al tallone e a Genova non era in condizione ottimale. Bettinelli invece l’ho visto bene a Genova, aveva problemi alla solita caviglia, lo aspettiamo nella stagione estiva dove sarà protagonista. - Qual è la situazione dei gemelli Ciotti? - Giulio è in forte ripresa, Nicola è da molti mesi alle prese con una tendinite al piede destro che lo condiziona anche se non è il piede di stacco. Abbiamo evitato di fare attività agonistica per non sovraffaticarlo. Si cura a tempo pieno, spero di riaverlo perché in California stava molto bene. Talotti è un oggetto misterioso, spero che si possa recuperare perché ha superato gli ultimi problemi fisici dello scorso anno, la sua stagione indoor è stata così così, vedremo cosa riesce a recuperare. - Che cosa si aspetta per i Giochi? - Penso che Pechino interessi tutti, si impegneranno per parteciparvi, io conto di portarvi 3 atleti: due hanno già il minimo di 2,30, Bettinelli e Campioli che devono confermarsi, spero che se ne aggiunga un altro. Per le ragazze il problema è più complesso, Di Martino a parte serve un bel salto di qualità. - Quest’anno ci sono anche i Mondiali juniores: con quanti atleti potremo esserci? - Io penso che alla rassegna iridata almeno un paio di ragazze hanno la possibilità di andare, per gli uomini le condizioni almeno per uno ci sono, Carollo ha dimostrato di valere, spero anche di recuperare Chesani che anche se non è più juniores ha fatto bene nel 2007, può migliorarsi, è un giovane su cui conto molto. Gabriele Gentili Nella foto: Filippo Campioli ai Tricolori di Genova(foto Giancarlo Colombo per Omega/Fidal)

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