Yego, un capolavoro di ostinazione

09 Giugno 2015

Il keniano a Birmingham ha lanciato 91,31, diventando il nono giavellottista di tutti i tempi. Un lancio così lungo non si vedeva dal 2006.

di Giorgio Cimbrico

Un capolavoro di ostinazione: è l’etichetta da appiccicare sul 91,39 di Julius Yego, nuovo recordman africano (oltre due metri di progresso sull’89,21 del maxi egiziano Ihan El Fayed), nono di tutti i tempi, autore di un lancio che così lungo non si vedeva dal 2006. 

Un capolavoro di ostinazione perché quando l’aliante scagliato dal kenyano piccolotto-grassotto è arrivato sul prato di Birmingham i giudici lo hanno giudicato fuori settore. Se lo era, era per pochi millimetri. Julius non si è perso d’animo e ha fatto la prima cosa sensata che deve fare un atleta impelagato in una “querelle” del genere. “Misuratelo”, ha chiesto. Lo hanno misurato – 91,39, roba da far drizzare i capelli in testa -  ma hanno continuato a dire che era fuori settore. Dopo mezz’ora, però, hanno finito per ammettere che dagli 87 metri la zona buona non era stata tracciata come si deve e hanno alzato una virtuale bandierina bianca.

Lancio buono. Per un’escalation che non conosce più limiti in un giavellotto che ha stravolto e abbattuto i vecchi confini: domenica, stesso meeting, record personale (86,43) di Keshorn Walcott, da Trinidad, quello che a 19 anni, dopo aver abbandonato il cricket, aveva vinto le Olimpiadi e dal suo paese aveva ricevuto in dono un faro che lancia i suoi fasci di luce su una bellissima spiaggia. Un Atlante rinnovato, una geografia impazzita, vecchie supremazie che tremano sotto le spallate di chi arriva dall’altopiano, dalle isole nel sole.

In Finlandia, dove è andato ad affinare l’arte, a Julius hanno insegnato che uno è un giavellottista quando tocca gli ottanta metri. E ora che ne ha fatti più di novanta, cosa è diventato? 

Yego, keniano fuori pista



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