Vicaut, sprint bis in vetta all'Europa

08 Giugno 2016

Ieri sera a Montreuil, il velocista francese ha eguagliato per la seconda volta in carriera il 9.86 del record europeo dei 100 metri

di Giorgio Cimbrico

“Pensavo di aver corso in 10”00 o giù di lì. Il vento è stato mio complice e mi ha dato una bella mano”. Bella ma legale, dentro i limiti, perché Jimmy Vicaut affiancasse per la seconda volta il suo nome a quello di Francis Obikwelu, nigeriano/portoghese nella rubrica dei primatisti europei: dopo il 9”86 parigino del 4 luglio dell’anno scorso, ancora lo stesso tempo a Montreuil per il 24enne di Bondy, regione di Parigi. Jimmy, 1,88 per 83, ha le stesse radici di Thierry Dusautoir, ex-capitano della nazionale francese di rugby: madre ivoriana, padre francese.

Malgrado l’età, Vicaut ha un passato piuttosto profondo: a 18 anni bronzo mondiale juniores nei 100 e oro europeo nella 4x100; a 19 argento mondiale nella 4x100; a 20 bronzo olimpico sempre in staffetta; a 21 eurocampione indoor nei 60 (6”48) e a seguire per la prima volta sotto i 10”, 9”95 allo Stade de France. Quest’anno Jimmy era già sceso sotto i 10”, terzo al Golden Gala alle spalle di Justin Gatlin e di Ameer Webb.

Il tempo di Montreuil, con 1,8 di vento a favore, lo spedisce in cima alla lista stagionale, un elenco di nomi che, limitando l’esame a chi è sceso sotto i 10”, trasmette sempre più l’idea del tramonto di un monopolio Usa e di una sempre più accentuata globalizzazione: in testa un francese davanti a un nigeriano, Femi Ogunde (9”91) al soldo del Qatar, a un inesauribile quarantenne di St Kitts e Nevis (Km Collins) raggiunto a quota 9”93 da Gatlin. A seguire, Webb 9”94, il redivivo Yohan Blake detto la Bestia 9”95, il sudafricano Akani Simbine 9”96 in altura, l’uomo ovunque Mike Rodgers 9”98 e, con lo stesso tempo, il proteiforme Wayde van Niekerk e Usain Bolt. Omar McLeod, il primo ostacolista ad aver infranto il muro sui piani, è stato pareggiato a 9”99 dall’ivoriano Ben Youssef Meité.

Tirando le somme, un francese, tre giamaicani, tre americani, due sudafricani, un St Kitts, un Qatar, un ivoriano per confermare le fresche parole di Kirani James, grenadino campione olimpico dei 400 nella gara che non vide un americano sul podio: “Il mondo è sempre più vasto”. E’ uno dei vanti dell’atletica e ha basi sempre più vaste.

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