Van Niekerk, l'erede di Bolt e non solo

13 Giugno 2017

L’olimpionico sudafricano del giro di pista cercherà la doppietta 200-400 ai Mondiali di Londra, come Michael Johnson alle Olimpiadi del 1996

di Giorgio Cimbrico

Il lungo addio di Usain Bolt ha aperto un dibattito: chi sarà il suo erede, chi diventerà il nuovo volto dell’atletica? Proprio a Kingston, Giamaica, nella serata di commiato del Lampo dal suo pubblico, in una glorificazione che lo ha fatto affiancare a Bob Marley, Wayde van Niekerk ha avanzato robuste pretese per la successione.

Non sarà uno showman come la Meraviglia di Trelawny, avrà un carattere più timido e riservato, ma con il 19.84 del National Stadium (con lo stesso tempo, pochi giorni prima, aveva vinto sulle strade di Boston una gara in linea retta, il vecchio furlong su cui si cimentò anche Jesse Owens), il quasi 25enne di Città del Capo, Kapstad in afrikaans, assai affezionato al quartiere d’allenamento di Gemona, ha confermato di essere il più forte combinatista della storia su 200 e 400 alle spalle, per 37 centesimi, di Michael Johnson.

L’accoppiata che l’Espresso di Waco centrò ai Giochi di Atlanta 1996 è l’obiettivo londinese e mondiale di Wayde, l’alfiere di un movimento sudafricano che in questi mesi ha offerto quattro atterraggi di Luvo Manyonga oltre gli 8,60 e le volate di Akani Simbine sotto i 10 secondi: il paese arcobaleno sta funzionando e Nelson Mandela saluterebbe questi risultati con il suo largo e dolce sorriso.

Nel ’96 nella capitale della Georgia la dura impresa venne cercata e centrata da un uomo (MJ) e da una donna, l’elegante francese delle Antille Marie-José Pérec. Anche a Londra è previsto un doppio assalto: la pretendente è una 23enne non meno alta e non meno elegante di Marie-José, la bahamense Shaunae Miller, maritata con il decatleta estone Maicel Uibo. Campionessa olimpica dei 400 (il suo tuffo vincente, per bruciare Allyson Felix, si è già trasformato in un classico), si sta dedicando con assiduità ai 200. Il raccolto è il 21.76 in linea retta di Boston, preceduto dal 21.91 di Eugene, dove ha ceduto di 0.14 a una scatenata Tori Bowie. Sia Wayde che Shaunae usufruiranno di un favorevole ritocco al programma orario.

E così, van Niekerk erede di Bolt ed emulo di MJ: lo dicono le cifre, affiancando i record personali dei tre su 100, 200, 300 e 400, per ottenere un chilometro virtuale bruciato alla velocità della luce.

Michael Johnson 10”09, 19”32, 30”85, 43”18: 1’43”44
Wayde Van Niekerk 9”98, 19”84, 31”63, 43”03: 1’44”48
Usain Bolt 9”58, 19”19, 30”97, 45”28: 1’45”02

Tutti e tre hanno varcato cancelli proibiti ai più: Michael quelli dei 20”, dei 31” e dei 44”, Wayde delle distanze classiche (l’unico) mentre Usain ha frequentato i 400 solo in gioventù. A fine mese, a Ostrava, van Niekerk ha la forte chance di diventare il primo abbattitore di tutti i muri attaccando il record del mondo dei 300, ottenuto da Johnson su una pista che al sudafricano è famigliare, quella di Pretoria.

I combinatisti 200-400
Michael Johnson 19”32-43”18
Wayde van Niekerk 19”84-43”03
LaShawn Merritt 19”74-43”65
Jeremy Wariner 20”19-43”45
Isaac Makwala 19”96-43”72
Butch Reynolds 20”46-43”29
Danny Everett 20”08-43”81
Quincy Watts 20”50-43”50
Kirani James 20”41-43”74
Fred Kerley 20”45-43”70
Lee Evans 20”4-43”86
Tommie Smith 19”83-44”5
Usain Bolt 19”19-45”28
Rusheen McDonald 20”57-43”93

Azzurri
Pietro Mennea 19”72-45”87
Matteo Galvan 20”50-45”12
Andrew Howe 20”28-45”70
Pierfrancesco Pavoni 20”38-45”71
Mauro Zuliani 20”72-45”26

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