Una storia al giorno

31 Dicembre 2013

Personaggi e vicende dell'atletica di sempre

31 dicembre. Da novant’anni, nella sterminata San Paolo da venti milioni di abitanti, gli ultimi rintocchi dell’anno e i primi di quello nuovo sono scanditi dai passi di corsa di chi, nel caldo umido e nel ruggire di una folla fitta e appassionata, lascia qualche litro di sudore nella Corrida di San Silvestro, nata in pieni anni Venti sulla brevità dei 6 km, dilatata da tempo sui 15.

Nei primordi, la doppia firma di un italiano che era andato a cercare fortuna laggiù, Heitor Blasi, che mai volle rinunciare alle sue radici: scorrendo la lunga cronologia dei vincitori, quel nome compare due volte accanto a un tricolore ancora adorno della croce dei Savoia. Quando Blasi decise di abbandonare quella dimensione, abbracciò altre corride, quelle su quattro ruote, e un incidente gli costò la perdita di uno degli strumenti – un piede – dei suoi successi paulisti.

Nata come un evento cittadino, allargato alle ambizioni di altri sudamericani specialisti di quell’aspetto rusticano dell’atletica che sono le corse su strada, la Corrida salì gradatamente di tono e, in forza dei significativi ingaggi e premi garantiti, finì per attirare i grandi nomi della corsa d’oltreoceano. L’arrivo (e la vittoria) di Emil Zatopek nel ’53, la consacrò a classica di spessore mondiale. Il magnifico moravo trovò eredi in Gaston Roelants, che centrò tre successi, in Frank Shorter e, più tardi, in Carlos Lopes. Il Sudamerica, atleticamente il subcontinente più depresso, rispose con le saghe scritte sull’Avenida Paulista dagli uomini che venivano dall’alta sierra: il colombiano Victor Mora e l’ecuadoriano Rolando Vera seppero calare ciascuno un poker e guadagnare una popolarità diffusa.
E’ del ’92 il primo successo africano, ad opera del kenyano Simon Chemwoyo che raddoppiò nell’edizione successiva finendo per trasformarsi in apripista per la lunga stagione vincente di Paul Tergat, cinque volte a segno tra il ’95 e il 2000, giusto negli anni in cui l’uomo venuto dalle sponde del lago Baringo scandiva la sua superiorità trasformandosi in sovrano dei prati.

Questi nomi, accanto a quello del brasiliano Ronaldo da Costa – quindici anni fa sorprendente primatista mondiale di maratona a Berlino– testimoniano che la Corrida non è un momento folkloristico, non è solo una parentesi per festeggiare lo scoccare della mezzanotte più ambita.

Giorgio Cimbrico

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