Una storia al giorno

16 Dicembre 2013

Personaggi e vicende dell'atletica di sempre

16 dicembre. Oggi fanno 22 anni giusti dall’indipendenza del Kazakistan che, per chi non lo sapesse, ha un record: è il più vasto paese del mondo (2 milioni e 800.000 chilometri quadrati, più di otto volte l’Italia) che non abbia uno sbocco al mare. A dire il vero lo avrebbe, ma il Caspio, pur se salato, è considerato un lago dal momento che non dà accesso a vie marittime. Il primo successo olimpico di un kazako è stato firmato da Olga Shishigina, atleta di casa (nata ad Almaty, quella che una volta chiamavamo Alma Ata) e non acquisita per matrimonio o per scelta economica.

Il luogo è Sydney, l’anno è il 2000, lo scenario è quello dei 100hs che, più che un cast, presentano un gruppo di donne sull’orlo di una crisi di nervi. Tutto sommato, la più tranquilla è proprio Olga che viene da una squalifica di due anni per positività agli steroidi. Non ha mai detto che c’è stato un complotto ai suoi danni, ha pagato e, vicina ai 32 anni, mamma di un ragazzino di 12 e in possesso di un personale di 12”44, si ripresenta.

Altre protagoniste: Gail Devers è stata due volte campionessa olimpica dei 100 ma ha sempre fallito in quella che è la sua specialità di parata finendo fuori in semifinale nell’88, incespicando a Barcellona (quinta, nel giorno della nike inattesa di Paraskevi Patoulidou detta Voula) e mancando il podio per un centesimo ad Atlanta. Le va malissimo anche in Australia: si ferma in semifinale, infortunata. Per “Unghioni” la nemesi è a cinque cerchi. Anche Melissa Morrison è stata due anni fuori dall’atletica ma non per motivi chimici: una catena di lutti famigliari l’ha spedita al tappeto.

L’altra che ha forti ambizioni è la piccola nigeriana (più tardi spagnola) Glory Alozie, seconda ai Mondiali ’99 in 12”44. Una settimana prima dei Giochi, il fidanzato Hyginus Anugo viene travolto mentre di notte attraversa una strada di Sydney e muore. Glory è distrutta: non riesce a buttar giù un boccone, perde 6 chili in pochi giorni, vorrebbe rinunciare ma tutti le si stringono attorno: “Fallo per lui”. E per il povero Hyginus lo sta per fare: avanti a tutte a metà gara, con quel suo scavalcamento febbrile, fulmineo. Melissa è domata, Olga no: si rifa sotto, acchiappa la nigeriana sull’ultimo ostacolo, si tuffa. Sullo stadio cala il silenzio e gli sguardi corrono al grande tabellone che offre l’arrivo in moviola: in 12”65 l’oro è del Kazakistan, in 12”68 l’oro è della Nigeria. Gail Devers aveva corso in 12”66 in batteria.

Giorgio Cimbrico

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