Una storia al giorno

27 Ottobre 2013

Personaggi e vicende dell'atletica di sempre

27 ottobre. Un giorno molto cubano perché nel 1492 Cristoforo Colombo è il primo a metter piede su quella costa e perché quasi mezzo millennio dopo, nel 1962, la data coincide con la fine della crisi dei missili che portò il mondo sull’orlo di un ennesimo abisso. Due anni dopo tocca a Enrique Figuerola detto el Figaro far parlare dell’isola lunga come un magnifico sigaro Romeo y Julieta. Tocca a lui, a Tokyo ’64, diventare il primo atleta della “linda Cuba” a conquistare una medaglia olimpica: secondo, primo degli umani, dietro Bob Hayes, che meritò il soprannome toccato un tempo a Joe Louis: il Bombardiere Nero.

Figuerola era piccolo (1,67) e aveva un peso da welter, sui 63. Si era già segnalato a Roma, quarto, lasciandosi alle spalle due dei tre americani (per un cubano osservante è sempre una soddisfazione…) e avrebbe tenuto duro sino a Mexico City, salendo ancora sul podio: un altro argento con la 4x100, dietro gli americani, in compagnia di Hermes Ramirez, Juan Morales e Pablo Montes. Nel ’67 Enrique si era aggiunto alla lunga lista di coloro che avevano corso in 10”0 e così, anche se il tempo stava per andare fuori corso, è anche considerato il primo cubano ad aver firmato un record del mondo.

Oggi, a 75 anni, può essere considerato un pater familias, uno dei fondatori del Buena Vista Social Club dell’atletica che. tra Olimpiadi e Mondiali, ha guadagnato all’isola 90 medaglie: 29 sono d’oro. Dai suoi giorni, facendo volare un turbine di foglietti del calendario, il paese assediato che aveva come slogan estudio, trabajo y fucil, ha dato al mondo un purosangue (el caballo Alberto Juantorena), un trasvolatore (Javier Sotomajor), una dinastia di rimbalzisti aperta da Pedro Peres Duenas, una schiatta di uomini forti che può essere sintetizzata nella figura massiccia di Luis Mariano Delis, un folletto aereo (Ivan Pedroso), ostacolisti (Alejandro Casanas e Dayron Robles) che hanno lasciato segni profondi nella cronologia del record delle barriere alte, altri velocisti e quattrocentisti (Silvio Leonard e Roberto Hernandez) e un erede di Juantorena (Norberto Tellez) che al maestro sottrasse il record nazionale degli 800 scendendo sotto l’1’43” ma senza riuscire a scalare il durissimo podio di Atlanta.

Dal 1980, con l’oro moscovita di Maria Caridad Colon, si affacciarono anche le donne che raccolsero nei lanci, specie nel giavellotto, nei salti (ora anche nell’asta), negli 800 con la formidabile e coraggiosa Ana Fidelia Quirot e dispensando a molti paesi le qualità di chi decise di dare alla propria vita una netta sterzata. Una scelta che a molte ha sorriso e che è stata fatale a un talento assoluto e inespresso: Yamile Aldama. 

Giorgio Cimbrico



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