Una storia al giorno

26 Settembre 2013

Personaggi e vicende dell'atletica di sempre

26 settembre. A 32 anni dalla morte di Roy Cochran, non resta che provare a dare un’occhiata alla finale olimpica dei 400hs di Londra 1948, quella che vide Ottavio Missoni finire ultimo, come rimarcò con un crudele sorriso suo padre. Cochran si chiamava in realtà Leroy Braxton e battezzare con nomi altisonanti era una mania di genitori che avevano messo al mondo dieci figli. Roy, nativo del Mississippi, era il nono e il più anziano, Commodore, era stato frazionista della 4x400 che a Parigi 1924 aveva conquistato la medaglia d’oro. Fu lui a indirizzarlo all’atletica dopo che Roy aveva rimediato una borsa di studio per l’università di Tulane dove avrebbe dovuto giocare a football. Commodore riuscì ad ottenergliene una per Bloomington, Indiana, dove finì per diventare l’allenatore del fratellino.

Nato nel ’19, Roy finì a capofitto negli anni della guerra, perse l’opportunità di gareggiare nei Giochi cancellati del 1940, frequentò la scuola ufficiali per la Marina e un corso per la caccia ai sommergibili e venne imbarcato nella flotta del Pacifico sino alla capitolazione del Giappone. Al tempo le vite sportive erano assai più brevi d’oggi e apparve singolare che l’ormai 29enne Roy, laureato in fisiologia, riuscisse a qualificarsi per i Giochi. Anche Missoni, 27enne e reduce da un periodo di prigionia, era considerato piuttosto attempato. E al di là del 30° compleanno era attestato Duncan White, l’uomo di Ceylon che animò la finale con una partenza a razzo che obbligò Cochran a una prima parte che si trasformò in febbrile inseguimento. Roy vinse in 51”1, a mezzo secondo dal favoloso 50”6 di Glenn Hardin, e White (che nelle vene aveva sangue più inglese che singalese), finì secondo conquistando la prima medaglia olimpica per un paese che stava nascendo: l’indipendenza di Ceylon sarebbe venuta di lì a qualche mese. Missoni finì sesto in 54”0, anticipando lo stesso piazzamento che di lì a quatto anni avrebbe ottenuto a Helsinki Armando Filiput.

Cochran lasciò Londra con due medaglie d’oro: corse la terza frazione della 4x400 (Commodore nel ’24 aveva corso la prima), quella che si rivelò fatale per la Giamaica quando Arthur Wint subì un grave infortunio muscolare aprendo la strada a un largo successo americano sulla Francia.

Giorgio Cimbrico



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