Una storia al giorno

17 Settembre 2013

17 settembre. Uno di quelli fregati dalla guerra: lo dicono la data e il luogo del suo record del mondo sui 10000, a Helsinki in questo giorno di fine estate del 1939, 29’52”6, per la prima discesa sotto i 30’. Due settimane prima, l’incrociatore Schlewig-Holstein aveva aperto il fuoco su Danzica, le truppe tedesche avevano invaso la Polonia e nello stadio olimpico che non avrebbe avuto le Olimpiadi – o meglio, le avrebbe avute tredici anni dopo – Taisto Maki offrì uno di quei giorni che si sono trasformati in pietre migliari.

Maki era di Rekola, in origine faceva il pastore, era amico del grande taciturno Paavo Nurmi che accettò di allenarlo, proiettandolo in quella dimensione dei Flying Finns, finlandesi volanti, nata sin dagli anni Dieci con la famiglia Kolehmainen e proseguita con le mirabolanti imprese dell’uomo di Turku e di tutta la sua formidabile discendenza.

Taisto era del ’10 e non era stato fulmineo nella sua ascesa. L’unico campionato che ebbe in sorte lo vinse: era quello europeo di Parigi, nel ’38, quando si impossessò del titolo dei 5000, la distanza che nel giugno del ’39 lo vide arrivare al miglior tempo della storia, 14’08”8, imprimendo un radicale progresso al 14’17”0 che Lauri Lehtinen aveva ottenuto sette anni prima. Quel giorno Maki centrò in 13’42” anche ll record delle tre miglia che al tempo godeva di quarti di assoluta nobiltà. A quel punto si sentì pronto a dare una scossa anche al record dei 10000 che, al ritorno da Parigi, a Tampere aveva portato a 30’02”, strappandolo a un’altra leggenda di Suomi, il lungo Ilmari Salminen che agli Europei parigini aveva incontrato la resistenza del piccolo savonese Giuseppe Beviacqua, per magrezza simile a una statua d Giacometti.

Quel 17 settembre Maki si scaldò nei 1500, vinti in 4’23”, e un paio d’ore dopo, seguendo l’esempio del suo allenatore, scese ancora in pista per i 10000 lasciando a 24”Kurki e a 34” Salminen. Subito dopo sarebbe finito sul fronte dell’Istmo di Carelia, impegnato in quella Guerra d’Inverno che commosse il mondo: la piccola Finlandia aggredita dal colosso sovietico e in grado di reagire con coraggio, spesso con ferocia. Lui e Nurmi, ormai ultraquarantenne, vennero mandati in America per raccogliere fondi per aiutare la causa nazionale e furono capaci di richiamare un pubblico d 14.000 spettatori al Madison Square Garden. Quando anche i Giochi del ’44 vennero cancellati, Maki capì che non avrebbe mai potuto rappresentare la sua patria all’Olimpiade e si ritirò. E’ scomparso nel ’79.

Giorgio Cimbrico



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