Una storia al giorno

08 Agosto 2013

Personaggi e vicende dell'atletica di sempre

8 agosto. Ad Atene mondiale dell’anno 1997 Wilson Kipketer si riprende quel che a Atlanta olimpica gli era stato negato dai regolamenti. Non che in Georgia la finale degli 800 fosse stata deludente, tutt’altro: scorrendo in senso inverso l’ordine d’arrivo, quinto fu il tedesco Nico Motchebon in 1’43”91, quarto il cubano Norberto Tellez in 1’42”85 (sino alla mostruosa gara di Londra 2012, il più gran tempo della storia per metter le mani sulla medaglia di legno), terzo il kenyano Fred Oyancha in 1’42”79, secondo il sudafricano Hezekiel Sepeng in 1’42”74 e primo Vebjorn Rodal in 1’42”58.

Aveva vinto un lungo e stempiato norvegese e avrebbe potuto vincere un danese - d’importazione - che alla nuova patria che aveva sostituito il natio Kenya aveva già dato il titolo iridato del ’95. Ma, è noto, i regolamenti del Cio sono più restrittivi di quelli delle federazioni internazionali: Wilson era un residente, non ancora un cittadino. Nel suo caso, un suddito di Margarete II. Costretto a guardare in tv quella che poteva anche ritenersi un’usurpazione.

Ovviamente, meditò vendetta e, con quel suo volto irridente, spesso beffardo, la riversò come un fiume sull’anno successivo. Lanciato da Bernard Kisilu (49”3 alla campana) iniziò uguagliando a Stoccolma il record mondiale, vecchio ormai sedici anni, di Sebastian Coe e a Atene trovò seria opposizione solo in Tellez che questa volta riuscì ad assaggiare ll podio, secondo in 1’44” spaccati, a 66 centesimi dall’ennesimo King Kip.

Atene finì senza un record del mondo, rabbuiando Pimo Nebiolo che avvertì un’ala di grigiore allungarsi sulla sua creatura preferita. La sensazione divenne più violenta d lì a pochi giorni, il 13 agosto, quando nel giro di poco più di un’ora, il Weltklasse di Zurigo ne partorì tre: Kiptanui nelle siepi, Gebre nei 5000 e, in mezzo, Kipketer negli 800, lasciati alle spalle in 1’41”24. Il record ebbe vita effimera, undici giorni: a Coloni, ancora Weltklasse, 1’41”11.

Ma l’occasione olimpica era andata per sempre, spazzata via dal destino: Wilson riprovò a Sydney 2000, piegato di un nulla dal tatuatissimo tedesco Nils Schumann, e lanciò il suo ultimo disperato assalto, ormai 32enne, a Atene, finendo protagonista di un emozionante finale spalla a spalla con Yuri Borzakovski e con il sudafricano Mbulaeni Mulaudzi per uscirne battuto per una manciata di centesimi. Sarebbe toccato al masai David Rudisha portare sul capo la duplice corona (titolo olimpico e record mondiale in un colpo solo) sfuggita all’Amleto del Kenya.

Giorgio Cimbrico



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