Un giorno, un'impresa

16 Luglio 2013

Appuntamento quotidiano con le storie dell'atletica

16 luglio. Cinquantunesimo compleanno per Natalya Lisovskaya, la donnona XXXL (1,88 per un quintale abbondante) che viene dalla repubblica di Baschiria (Volga e Urali meridionali e capitale Ufa, tanto per dare qualche informazione di massima), che ha sposato chi, come lei, è padrone di un record del mondo che dopo oltre un quarto di secolo nessuno è riuscito a superare: Yuri Sedykh, che con Natalya ha contratto il suo terzo matrimonio. Insieme vivono in Francia e hanno messo a mondo una discreta martellista che gareggia con il galletto sul petto. A dire il vero, da geni di quella caratura ci si attendeva qualcosa di più.

Il giorno di Natalya è il 7 giugno 1987 quando a Mosca, al Memoria Znamensky, in un’affollata gara, spedisce due volte il peso oltre il record mondiale, già suo con 22,53: alle 18,05, 22,60 e dopo tre quarti d’ora, senza perdere un grammo di concentrazione , 22,63. Sia questo limite che quello di Gabriele Reinsch nel disco provocarono un dibattito che si è poi sopito di fronte al “raggrinzirsi” delle misure: possibile che le donne, specie queste donne, dovessero continuare a lanciar un pesino da quattro chili e un dischetto da un chilo che non ha neppure troppa stabilità nell’aria?

Il passo successivo nella vita felice di Natalya fu il titolo mondiale che conquistò di lì a meno di tre mesi all’Olimpicp di Roma. Fu durante la sua premiazione che venne perpetrata quella truffa che in archivio è andata come “caso Evangelisti” e che sottopose l’atletica italiana a un serie di sommovimenti tellurici.

L’anno dopo, a Seul, tutti e sei i suoi lanci gli avrebbero dato la medaglia d’oro. Il top fu a 22,24, che non raggiunse lo spaventoso record olimpico spinto sino a 22,41 da Ilona Slupianek a Mosca ’80. Ma se la biondona della Ddr aveva prevalso per 99 centimetri, la russa fece meglio: 1 metro e 17 sulla tedesca est Kathrin Neimke. L’ultima CCCP a trionfare era stata Nadhezha Chizova a Monacol ’72: Nadiona veniva dalla regione del lago Baikal e anche lei sposò un primatista del mondo, il gigantesco lanciatore di peso Aleksandr Barishnikov, inventore della tecnica rotatoria. Quello di Natalya fu uno degli ultimi titoli olimpici conquistati dall’Urss che si avviava verso la dissoluzione.

Giorgio Cimbrico



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