Un giorno, un'impresa
19 Aprile 201319 aprile. Gemella astrale di Sara Simeoni, Kelly Holmes nasce 17 anni più tardi, nel Kent. Il padre è giamaicano ma, dopo la separazione dei genitori, lei tenderà a identificare la figura paterna nel secondo marito della madre. Ha il viso deciso, sin da ragazzina, e così le si adatta il grado che conquisterà nella sua carriera militare, abbracciata a 18 anni: sergente, dopo esser stata autista, preparatore atletico e aver conquistato il titolo di judo nei campionati della Army. Smette e ricomincia a correre (idolo e modello è sir Sebastian Coe, più tardi Lord), tra progressi, infortuni, crisi depressive domate con la volontà. E’ una lunga strada ventosa, direbbero i Beatles, che la conducono 34enne, dopo il bronzo sugli 800 a Sydney, all’ultima chance che può esserle concessa: i Giochi di Atene. Diventeranno la sua apoteosi, consumata tra il 23 e il 28 agosto 2004, nei giorni di un’altra doppietta memorabile, quella 1500-5000 di Hicham El Guerrouj.
Nell’una e nell’altra delle occasioni, Kelly si ritrova alle prese con gare lanciate su ritmi forti, risolte con quello spunto finale che in tanti chiamano kick, mettendo in fila prima Hasna Ben Hassi, Jolanda Ceplak e Maria Mutola campionessa uscente, e cinque giorni dopo Tatiana Tomashova, Maria Cioncan e Natalia Yevdokimova che aveva impostato la gara su cadenze torride. I tempi vincenti sono 1’56”38 e 3’57”90 e la trasformano nella terza della storia, dopo Tatiana Kazankina e Svetlana Masterkova, a riunire le corone olimpiche delle due distanze del mezzofondo veloce e nell’erede di Ann Packer che quarant’anni aveva vinto il mezzo miglio a Tokyo festeggiandolo con il fidanzato Robbie Brightwell, uno dei capitani coraggiosi argento nella 4x400.
Al suo ritorno in patria Kelly, qualche mese più tardi Dame Kelly Holmes, Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico, ebbe un indimenticabile omaggio: in 40.000 tra Hildenborough e Tenbridge per salutare la sergente di ferro.
Giorgio Cimbrico
| Condividi con | Tweet |
|
Seguici su: |