Un giorno, un'impresa

31 Marzo 2013

Appuntamento quotidiano con le storie dell'atletica

31 marzo. Per l’atletica la morte di Jesse Owens, nel 1980 a Tucson, Arizona, può essere paragonata solo al 5 dicembre 1791, quando a Vienna si spense Wolfgang Amadeus Mozart. Nella sua breve avventura di messaggero divino dotato di eterno sorriso e di ali ai piedi, James Cleveland ha cosparso il cammino di date da ricordare, lastricando il percorso di materiali preziosi, inestimabili. Non è agevole affermare, ostentando forte sicurezza, quale sia stato il più luminoso tra i suoi giorni berlinesi: il 3 agosto, quando la sua disinvolta, leggera andatura lo portò a correre in 10”3 e a dare un metro alla corsa muscolare, violenta di Ralph Metcalfe, detto l’Espresso di Mezzanotte? Il 4 agosto, quando atterrò a 8,06 provocando l’entusiasmo del suo più fiero e cavalleresco avversario, il tedesco Luz Long? Il 5 agosto quando con un sovrano e ancora attuale 20”7 lasciò gli altri medagliati, Mack Robinson e l’olandese Martinus Osendarp, a quattro e cinque decimi? L’annuncio di queste meraviglie era stato offerto il 25 maggio 1935 ad Ann Arbor quando, in meno di un’ora, Jco aveva migliorato e eguagliato sei record del mondo, metrici e imperiali, regalando la meraviglia dell’8,13, prima incursione oltre il muro, su una pedana che foto dell’epoca presentano come un sentiero di campagna. E così quel 25 maggio non può che essere avvicinato ad un’altra data mozartiana, il 29 ottobre 1787, quando per la prima volta, sul palcoscenico di Praga, andò in scena il Don Giovanni.

Giorgio Cimbrico



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