Un giorno, un'impresa

26 Marzo 2013

Appuntamento quotidiano con le storie dell'atletica

26 marzo. In giorni in cui, grazie a Daniele Greco, il triplo è ancora di eccellente e piacevole attualità, vale la pena ricordare uno dei pater di quest’immensa famiglia che, di rimbalzo in rimbalzo, ha toccato tutto il mondo, molte isole comprese. Nel 1895, a Tampere, nasceva Vilho Tuulos che, in un’età di memorabili finnici campioni nelle corse di media e lunga, decise di dedicarsi a qualcosa di diverso. La scelta fu azzeccata: ad Anversa Vilho, detto Ville, vinse l’oro attestandosi giusto a 14 metri e mezzo e salì sul podio (terzo) sia a Parigi 1924 che a Amsterdam 1928 con misure più.. moderne: 15,37 e 15.11. Toccò proprio a Tuulos misurare la diffusione crescente dell’esercizio che, sino a quel momento, aveva visto, oltre alla sua, vittorie a cinque cerchi di americani, di un irlandese che per motivi storici gareggiò per la Gran Bretagna e di uno dei tre svedesi che monopolarizzarono il podio di Stoccolma 1912. A Parigi il finlandese si ritrovò davanti l’argentino Luis Brunetto e fu costretto ad assistere al trionfo, con record del mondo portato a 15,52, dell’australiano Nick Winter, a dir poco un neofita, più esperto nel biliardo e nel ciclismo: nel paese dei canguri il triplo apparve solo sei anni più tardi nel programma dei campionati nazionali. Quattro anni dopo sarebbe toccato a Mikio Oda scrivere la prima pagina di una corposa epopea giapponese.

Giorgio Cimbrico

 



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