Tricolori Allievi Dosso e Giampietro protagoniste

13 Febbraio 2016

Si è conclusa ad Ancona la prima giornata dei Campionati Italiani Allievi indoor 2016. Paissan vince i 60 in 6.96, Masci sale a 4,80 nell'asta, uno-due delle gemelle Mirabello nella marcia.

Prima giornata tricolore per gli allievi al Palaindoor di Ancona: sul rettilineo si conferma l’ivoriana di Rubiera Zaynab Dosso (Corradini Excelsior), che in finale fa 7.45 nei 60m, precedendo le portacolori della Brixia Atletica Camilla Maestrini (7.66, ma PB a 7.62 in semifinale, quinta all time) e Giulia Curone (7.70). Nello sprint maschile Lorenzo Paissan (Atl. Trento) doppia al debutto tra gli allievi il titolo 2015 dei cadetti eguagliandosi con 6.96. Il reatino Francesco Masci (Cariri) vince l’asta migliorandosi a 4.80 (terza misura di sempre per la categoria) e poi tenta senza fortuna il nuovo limite italiano a 4.91. La finale del peso viene nobilitata dal braccio di Sydney Giampietro (Cus Pro Patria Milano), che nonostante la caviglia infortunata lancia a 16.50. Bei duelli sulle pedane dei salti: un’altra ragazza di famiglia ivoriana, Leila Kone (Sisport Fiat), mette a segno l’unico balzo valido per il 5.96 vincente sulla friulana Giorgia Sansa (PB a 5.86), mentre il titolo dell’alto va con doppio miglioramento alla romana di Ariccia Giulia Poeta (Acsi Italia, 1.74) sulla rodigina di Adria Rachele Bovo (Atl. Riviera del Brenta, 1.72). Sorpresa nel lungo allievi: il successo del bolognese Stefano Bignami (Virtus Emilsider, 6.84) decide una classifica sul filo dei centimetri. La marcia porta alla vittoria la ciociara Anthea Mirabello (Fiamme Gialle Simoni, 14:07.13) davanti alla gemella Angelica (14:07.22) nei 3000m femminili e tra i ragazzi la novità Davide Marchesi (Riccardi Milano), bergamasco di Villa di Serio che sigla il nono tempo di sempre sui 5000 metri (21:57.38).

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di Raul Leoni

ALLIEVI

Marcia 5000m (finale): Due serie affollatissime, ma dopo poche tornate del gruppo migliore già si capisce che la lotta per il successo si limiterà a cinque o sei elementi: il peso del ritmo lo sostiene in gran parte Nicolas Fanelli, scuola brindisina dell’Amatori Cisternino e argento cadetti a Borgo Valsugana 2014. La selezione porta in testa una coppia, completata da Davide Marchesi, maglia verde della Riccardi: l’attacco secco del lombardo va in scena tra il terzo e il quarto chilometro. Bergamasco – vive e si allena a Villa di Serio – è innamorato della fatica: una fortuna per i suoi due tecnici Andrea Adragna e Andrea Previtali, già marciatori con titoli giovanili. Ma non disdegna di allenare la mente: compone il cubo di Rubik in 45”, più veloce di un giro di marcia indoor. Intanto strapazza il personale in 21:57.38, diventando il nono allievo a scendere sotto i 22 minuti al coperto: onore anche a Fanelli, 22:09.92 e PB anche per lui.

Asta (finale): Il primo serio attacco ad un limite di categoria in questa prima giornata arriva da Francesco Masci: il reatino, dopo aver siglato al primo salto il PB a 4.80 (terza misura all time eguagliata), ci prova a 4.91, ma non riesce a togliere Max Mandusic dall’albo d’oro della specialità. Resta il fatto che l’allievo di Riccardo Balloni è ormai pienamente recuperato, dopo aver lasciato le pedane due anni fa per una crisi di motivazione. Per la cronaca la gara si è decisa a 4.70, quota superata alla seconda prova dal portacolori Cariri: fin lì aveva mandato a referto un percorso netto anche il veneto Andrea Marin, secondo con 4.65 e tradito dai tre errori a 4.75.

Il lombardo di origini ivoriane Pierre Ahoua, rivelazione dei cadetti a Sulmona, si ferma a 4.30 e deve accontentarsi del settimo posto: così il bronzo del cremonese Giantommaso Bentivoglio, che al “Serafini” era uscito alla quota di entrata, ha anche il sapore di una rivincita.

60m (finale): Dopo il titolo degli 80m cadetti a Sulmona, Lorenzo Paissan continua a fare incetta di maglie tricolori: lo sprinter trentino si ripete al centesimo sul 6.96 che ha aperto la sua stagione, ma a suo modo si esalta anche Fabrizio Ceglie, che si allena a Palmanova con l’ex ostacolista Manuela Mazzero e qui cifra per la prima volta in carriera un 7.00 tondo tondo. Il che fa sempre la sua figura, nella categoria. Un altro trentino, l’azzurro dell’Eyof Enrico Cavagna, si migliora a 7.02, lasciando così fuori dal podio il romano di famiglia filippina Romolo Tokong.

400m (batterie): Cinque batterie e passano in finale i migliori sei tempi: molti ragazzi si trovano un po’ in difficoltà nell’interpretare il doppio giro al coperto. Lo stesso Andrea Romani, che in stagione ha corso ad un decimo dalla MPN di Vladimir Aceti, passa molto lento in 24.51: ma poi è l’unico a chiudere sotto i 50” (49.57). Domani il napoletano dovrebbe correre anche i 1000, mezzora dopo questa finale: forse sarà la notte a portare consiglio sul programma della domenica. Per la qualificazione basta correre appena sotto i 51”: la squalifica di Patrick Baù e l’infortunio muscolare di Davide Campana forse toglie due possibili protagonisti alla gara, ma il 50.31 del piemontese Simone Massa merita ogni credito in vista della lotta per il titolo.

60m (semifinali): Non arriva il primo “meno sette” sul rettilineo: Lorenzo Paissan è ancora il migliore (7.01) e stavolta corre forte anche il friulano Fabrizio Ceglie (7.03). Per il podio tornano d’attualità Romolo Tokong ed Enrico Cavagna – ancora appaiati a 7.08 – mentre Federico Meroni conferma di essere in giornata di grazia e fa 7.10, nuovo PB dopo la batteria.

Lungo (finale): Manca il campione in carica, Mattia Zagotto (pur ancora in età di categoria), e l’altro “più sette” del lotto – il velocista romano Mario Marchei – fa un po’ di confusione in pedana. Ecco allora che spunta la sorpresa, e non da poco: dopo i tanti successi della scuola piacentina, stavolta il campione viene da Bologna e si chiama Stefano Bignami, maglia della Virtus Emilsider. Tra i tanti nulli di giornata arriva al primo turno il 6.84, PB per il neo-tricolore: fin da ragazzino ama stare all’aria aperta allenandosi al Baumann o all’Arcoveggio e ora coglie il jolly che potrebbe rappresentare una svolta nella sua carriera. Tra i piazzati, in ordine sparso sul filo del centimetro, numerose medaglie delle ultime edizioni di Tricolori cadetti: compreso il campione uscente dei 300 metri, David Zobbio, che domattina correrà con qualche ambizione le batterie dei 200 sull’anello di Ancona.

60m (batterie): Si corre già piuttosto forte: merito del 7.00 di Lorenzo Paissan, campione cadetti in carica e capolista nel suo anno d’esordio nella categoria superiore. Tra le novità stagionali si conferma Romolo Tokong, romano di origini filippine scoperto da Mauro Berardi: 7.12 nella prima volata della mattina, alla pari con l’azzurro dell’Eyof 2015, Enrico Cavagna. E poi la sorpresa delle batterie, Federico Meroni, lecchese di Canzo, capace di scendere in un colpo da 7.22 a 7.13: vorrebbe fare le prove multiple, per ora lo aspettiamo sullo sprint. Spazio per 24 nelle semifinali dell’ora di pranzo: 7.26 l’ultimo tempo di ripescaggio.

ALLIEVE

60m (finale): Conferma senza discussioni della superiorità di Zaynab Dosso: 7.45 è un bel correre, anche se la ragazza di Rubiera resta a 8/100 dal suo miglior tempo. La voglia di strafare rende forse un cattivo servizio a Camilla Maestrini, che peggiora i numeri della mattinata (7.66), mentre la consocia Giulia Curone lima un paio di centesimi al suo tempo di partenza (7.70).

400m (batterie): La capolista stagionale Elisabetta Vandi ha optato per i 200 metri e questa scelta della primatista dei 300m cadette apre prospettive a molte concorrenti: le protagoniste delle batterie – sei in programma per decidere sei finaliste, con i migliori tempi del turno – sono portate a forzare i ritmi per guadagnarsi una corsia. Così in diverse si migliorano: la più veloce, 57.80, è Martina Mladenic, un’aostana di Sarre con papà croato, portata in pista dalla famiglia Ottoz. Poi Eloisa Coiro (58.02), romana dei Parioli seguita da Emilio De Bonis: e anche per lei, come per Martina, nel prosieguo della carriera potrebbero esserci gli ostacoli.

Poi una novità assoluta, Francesca Aquilino: bergamasca di Capriate San Gervasio, fino ad un anno fa giocava a football americano. Poi la scelta, condivisibile, di affidarsi a Paolo Brambilla sulla piste di Treviglio e Caravaggio. Per la maglia tricolore, domani, ci sarà da correre.

Lungo (finale): Basta una rincorsa azzeccata per assegnare il secondo titolo consecutivo a Leila Kone, PB a 5.96: per il resto la ragazza di famiglia ivoriana di stanza a Villanova d’Asti litiga con la pedana, più o meno come accade anche all’altra grande pretendente al titolo, Giorgia Sansa. Si migliora (5.86) l’allieva di Francesco Comuzzo, rivelazione delle cadette due anni fa a Borgo Valsugana e l’anno scorso quinta all’Eyof di Tbilisi: due ragazze con delle gambe così, un patrimonio da salvaguardare. In una finale che vede in lizza anche la campionessa del pentathlon indoor, Sofia Montagna, è l’argento dei multipli Gloria Gollin a guadagnarsi il bronzo su questa pedana (5.68).

Marcia 3000m (finale): Un copione già scritto, si direbbe: ma alla fine la distanza tra Anthea ed Angelica Mirabello è molto più ridotta di quanto ci si aspettasse, meno di un decimo (14:07.13 a 14:07.22). E le altre cinque che vanno sotto i 15 minuti parlano di una finale dai contenuti tecnici non banali: la novità, per una volta, è che la Don Milani di Tommaso Gentile non vada a medaglia, perché i progressi di Chiara Cuni – bergamasca di Scanzorosciate, centro privilegiato della nostra marcia – tengono dietro l’ennesimo prodotto della scuola di Mottola, Alessandra Lentini. Senza considerare che la lombarda è approdata alla specialità solo da pochi mesi.

Alto (finale): Pedana affollata fino a quota 1.66, poi la selezione diventa crudele: la prestanza fisica comunque non manca, c’è da lavorarci. A 1.68 si decide per il podio, non è un’annata da misure altissime: eppure il duello per il titolo tocca livelli di agonismo degno di quote da capogiro. Le interpreti sono due ragazze da tener d’occhio: e la favorita Giulia Poeta rischia per due volte - terzo salto a 1.70 e 1.72 - di perdere la maglia, a beneficio di Rachele Bovo, rodigina di Adria, che si allena a Ferrara con l’ex primatista italiano Marcello Benvenuti. Aveva un personale di 1.66, risalente al 2014, quando era stata sesta ai Campionati cadette di Borgo Valsugana: l'argento serve ad esorcizzare la brutta giornata di Sulmona, ultima apparizione nella categoria inferiore. Invece Giulia, la neo-campionessa, è una romana di Ariccia: riacciuffa il titolo con un balzo perfetto a 1.74 (PB migliorato di 3 centimetri). Aveva iniziato col mezzofondo, ora la segue l’ex decatleta romano Denny Bennati a Cecchina.

60m (semifinali): Alla seconda volata di giornata, “Za” Dosso sembra più impegnata, ma il risultato non cambia: 7.61 come in batteria. Vero è che la seconda della sua semifinale, l’ostacolista Anna Polinari, le resta dietro di tre metri buoni (7.88). Le possibili rivali - entrambe in maglia Brixia Atletica - corrono ancora al meglio delle loro possibilità: nella prima semifinale si ripete a 7.72 Giulia Curone, nella terza nuovo miglioramento personale per Camilla Maestrini (7.62, che ora vuol dire quinta piazza nelle liste allieve di sempre). Restano fuori dalla finale due azzurre della passata stagione, rispettivamente ai Mondiali di Cali e all’Eyof di Tbilisi: la goriziana Anna Modesti e la milanese Arianna De Masi.

Peso (finale): Pur con una caviglia in disordine, la primatista italiana Sydney Giampietro domina – praticamente lanciando solo di braccio – a 16.50 (con altri due tentativi da 16.28 e 16.08). Ma non è solo la milanese a nobilitare questa finale: per il podio si migliorano l’azzurra del disco Elena Varriale (14.40) e l’ultima esponente della scuola fiorentina, Chiara Salvagnoni (13.70). Ci sono pure le campionesse cadette uscenti di peso e disco – le venete Anna Bonato ed Emma Peron – e una novità assoluta: Giulia Zambotto è un’aostana di Courmayeur che fisicamente potrebbe sembrare una saltatrice (infatti ha iniziato con l’alto) e qui si migliora di quasi un metro, 13.58 al terzo turno. Per la cronaca, la pluriprimatista italiana di giavellotto Carolina Visca fa 12.00 (tredicesima).

60m (batterie): Irrompe la regina dello sprint, Zaynab Dosso: per ora solo “azzurrabile”, la ragazza di Rubiera, ma ce la teniamo ben stretta in prospettiva. Batteria molto tranquilla, completa decontrazione dopo la fase di avvio: 7.61 di buon auspicio, anche perché si tratta di ripresentarsi sui blocchi tra un paio d’ore scarse. In chiave di attualità azzurra, invece, riscopriamo Camilla Maestrini: bresciana di Rodengo Saiano, aveva fatto parlare di sé due anni fa per i suoi tempi da cadetta, poi una stagione persa per infortunio. E rieccola qui, sorridente, l’allieva di Walter Comper: PB a 7.64, 4/100 meglio del crono di partenza. Al momento le altre sono un po’ staccate, ma si fa apprezzare un’altra portacolori della Brixia Atletica, Giulia Curone, che scende a 7.72. In semifinale, 24 ammesse, si passa con 8.01: non male.

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Anthea ed Angelica Mirabello (foto Colombo/FIDAL)


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