Tricolore Allievi, assolo Zenoni in 4:14.50

21 Giugno 2015

All'Arena Civica 'Gianni Brera' la bergamasca fa tremare il primato dei 1500 di Gabriella Dorio. 13.62 (+1.5) per Desola Oki, seconda allieva alltime sui 100hs, Bapou tripletta sprint

Nella terza e ultima giornata dei Tricolori di categoria, trema il primato più antico tra quelli della lista allievi: una cavalcata solitaria sui 1500m di Marta Zenoni (Atl. Bergamo 1959 Creberg) si chiude in 4:14.50, contro il 4:12.06 edizione Europei di Roma 1974 in mano a Gabriella Dorio (la campionessa olimpica presente in tribuna). Nelle liste mondiali dell’anno il crono della bergamasca è secondo solo al 4:13.8 della kenyana Janth Chepngetich. Scala le liste italiane – e anche quelle mondiali – anche Desola Oki (Cus Parma): la ragazza emiliana di famiglia nigeriana sigla un 13.62 (+1.5) sui 100hs, a soli 6/100 dalla MPN di Veronica Borsi, e si trascina dietro la compagna di club (ma triestina di origine) Elisa Maria Di Lazzaro (13.78). Sul giro di pista brilla la rientrante Ilaria Verderio (Pro Sesto), che con 54.47 trascina al personale le altre finaliste, mentre scavalca Claudio Licciardello nelle liste di sempre Vladmir Aceti (Vis Nova Giussano): il suo 47.77 è il quinto tra gli allievi in Italia. Al capolista mondiale dell’alto Stefano Sottile (Atl. Valsesia) basta la quota di 2.10 per vincere il titolo (falliti i 2.16), mentre il duello tra Giacomo Marinai (Atl. Grosseto Banca Maremma, 54.39) e la novità Isidoro “Dodo” Mascali (Cus Palermo, 54.15 PB per il catanese di san Giovanni la Punta) illumina la pedana del disco.

Il Direttore Tecnico delle Nazionali Giovanili Stefano Baldini si dice molto soddisfatto: “Una gran bella edizione, premiata da un’organizzazione precisa e dall’anticipo in calendario. Ora sappiamo che la scelta di portare i Campionati Italiani Allievi da ottobre a giugno è stata azzeccata, la tre giorni è stata vivace e i ragazzi hanno potuto mettersi alla prova anche per guadagnarsi la maglia azzurra nelle imminenti rassegne internazionali. Gli allievi hanno tempo ancora una settimana per ottenere gli standard per i mondiali di Cali, ma qui a Milano abbiamo già visto molti risultati interessanti”. 

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IL RACCONTO DELLA TERZA GIORNATA

di Raul Leoni

ALLIEVI

4x400m (serie): Una delle immagini simbolo di questi Campionati sono Michele Rancan (Atl. Vicentina) e Christian Bapou (Cento Torri Pavia) che si giocano la vittoria nell’ultima frazione: un finale che cancella anche le polemiche esplose al termine dei 200m più combattuti degli ultimi anni, confronto aperto e sport allo stato puro, come dovrebbe essere. Il dato tecnico è forse un dettaglio: Cento Torri Pavia 3:21.92, Atl. Vicentina (con il bronzo individuale Lorenzo Pegoraro in seconda) 3:22.94. Il sodalizio romano E.Servizi Futura, con un quartetto tutto di ragazzi del ’99 (De Luca, Di Panfilo, Marchei e Campana) fa 3:25.55. Per la cronaca Bapou fa collezione di tre titoli, due individuali e uno con la staffetta di chiusura.

110hs (finali): Marco Bigoni (Pro Sesto) indosserà la maglia tricolore: 14.05, perché il tentativo di scendere ancora sotto i 14” si infrange contro un bel po’ di vento (-1.0). Con una condizione straripante, ancora un secondo posto per Mattia Di Panfilo (E. Servizi Futura, 14.28), perché il romano allenato da Maura Cosso lascia indietro in modo netto Loris Manojlovic (Collection Atl. Sambenedettese, 14.40). Dopo un periodo non facile, si rivede Enrico Baccarin (Atl. Vicentina, quarto in 15.09, peggiorando la batteria), che ricordiamo finalista dei 300hs al primo anno cadetti.

1500m (serie): Un finale spettacolare, tra due ragazzi di origini africane: Nfamara Njie (Tre Casali San Cesario) è il gambiano che ha vinto ieri anche i 3000m, quando ne abbiamo raccontato la storia, mentre Abdelhakim Elliasmine (Atl. Bergamo 1959 Creberg) è l’italo-marocchino che a Borgo Valsugana era stato protagonista dei 2000m cadetti.

Arrivo convulso, spalla a spalla, con un finale giallo: nella concitazione degli ultimi metri Elliasmine si aggrappa al braccio dell’avversario, che mette ugualmente il petto avanti: 3:57.38 per il ragazzo scoperto da Gianmarco Buttazzo, squalificato Elliasmine, che si vede quindi invalidato il suo nuovo PB. Poi, fortunatamente, il reclamo viene accolto: e così ricompare il 3:57.41, ampiamente meritato. A quel punto un altro favorito, il marchigiano Simone Barontini, si era ritirato dalla lotta e un altro aspirante al podio, Alberto Dal Sasso (Ana Atl. Feltre, 4:00.05) – il feltrino piazzato anche sugli 800m – veniva bruciato nel finale dalla sorpresa Jacopo De Marchi (Trieste Atl.), al primo meno-quattro della carriera (3:59.73).

Alto (finale): Nel tripudio di emozioni di questa mattinata all’Arena, forse manca qualcosa dalla pedana dell’alto: il capolista mondiale Stefano Sottile (Atl. Valsesia) avanza senza errori fino a quota 2.10, poi resta solo e fallisce i 2.16 che avrebbero colorito questa finale con un dato tecnico brillante. A quel punto era uscito anche Andrea Motta (Atl. Bergamo 59 Creberg), 2.04 prima di salire direttamente a 2.10, per un colpaccio che non si realizza. Il calabrese Ernesto Pascone (Cus Palermo), competitivo anche come triplista, è bronzo (2.00).

Triplo (finale): Alla gioia di Fabio Camattari (Biotekna Marcon, 14.92/+1.1) manca solo quel triplo balzo da oltre 15 metri: c’è arrivato molto vicino (a due centimetri dal PB), il veneto di Mogliano che ha scoperto questa specialità dallo zio Luciano Rigo (azzurro giovanile da 15.95 junior e poi anche 16-metrista). Progressi importanti per i piazzati: il dominicano Reymi Feliz Antigua (Amat. Acquaviva, 14.77/+0.7), che sta crescendo sotto la guida dell’ex azzurro Emanuele Sardano dopo essere arrivato a Bisceglie quattro anni fa, e anche il romano Filippo Morseletto (Campidoglio Palatino, 14.39/+1.0)), figlio d’arte per via del papà ex velocista.

400m (finale): L’aveva promesso ieri Vladimir Aceti (Vis Nova Giussano): avrebbe cercato il gran tempo in finale. Per il ragazzo nato in Russia e adottato da famiglia lombarda c’è un avvio velocissimo, si teme troppo: invece le gambe sostengono lo sforzo fino in fondo, 47.77 è il quinto di sempre in una lista allievi molto nobile, tanto che dietro resta ora un certo Claudio Licciardello. Anche qui tanti personali migliorati, come nella prova femminile: esulta per il secondo posto Michael Albrecht (SC Merano, 49.06), perché l’altoatesino veniva da un momento difficile dopo una stagione nella quale aveva migliorato la MPN dei 300m cadetti. Poi il vicentino Lorenzo Pegoraro (Atl. Vicentina, 49.16) che butta giù la bellezza di un secondo dopo il PB in batteria: dando soddisfazione al papà Umberto, oggi al seguito della squadra azzurra nella Coppa Europa di Cheboksary.

Disco (finale): Una finale frizzante, non priva di colpi di scena: il capolista Marco Balloni (Asa Ascoli) resta al di sotto del suo standard ed è terzo (50.77), mentre il titolo se lo contendono Giacomo Marinai (atl. Grosseto Banca Maremma) e Isidoro Mascali (Cus Palermo), divisi da una spanna di prato (54.39 a 54.15): il toscano riscatta finalmente alcune piccole delusioni del passato, tipo la finale cadetti di Jesolo 2013, ma la vera novità di giornata è “Dodo” Mascali, catanese di San Giovanni La Punta, figlio e nipote d’arte nel settore dei lanci (nonno discobolo e martellista, papà giavellottista: ora entrambi suoi tecnici).

110hs (batterie): I due “meno 14” della stagione, Marco Bigoni e Loris Manojlovic, vogliono dimostrare la propria superiorità in scioltezza: soprattutto il lombardo (14.27/-1.0) che lo scorso anno a Rieti si era cimentato nello sprint puro, dopo aver vinto un titolo cadetti sulle barriere. Il marchigiano, invece, ha rinunciato ai 400hs dove poteva essere competitivo: qui, con impegno relativo, fa 14.50 (-1.4). Dopo il lampo del giro di pista, si rivede sui blocchi il romano di Tor Vaianica Mattia Di Panfilo: 14.35 (-0.9) vuol dire che più tardi si farà i conti anche con lui. Nel rango da outsider, il primatista italiano dei multipli cadetti Michele Brini (14.50/+1.4).

ALLIEVE

4x400 (serie): Nell'ultimo start della staffetta del miglio c'è la Pro Sesto Atletica, con Ilaria Verderio in ultima frazione. Le lombarde chiudono in 3:58.68, un crono che però non è sufficiente a far meglio del quartetto della Bracco Atletica che nella terza serie aveva siglato 3:58.27.

L'oro va così al collo delle ragazze in maglia rossa, che perfezionano l'argento dell'ultima edizione a Rieti, l'argento è per la Pro Sesto e il bronzo per le quattro dell'Atletica Bergamo Creberg (3:59.66) che difendeva il titolo.

Triplo (finale): Viene da Curtatone la triplista più forte dell’anno: Chiara Bertuzzi (Atl I Gonzaga) piazza un 12.64 (0.0) proprio all’ultimo salto e così dà tutto un altro colore a questa finale, nella quale tutte le altre restano al di sotto dei 12 metri. Allenata da Roberta Benedini, la mantovana ha tradito le piste di atletica solo per pochi mesi a 13 anni, quando ha frequentato la scuola di danza diretta dalla mamma. Tornare in pedana è stata una scelta appropriata.

Martello (finale): Il titolo del martello femminile si decide già al terzo turno di lanci, quando Alessia Beneduce (US Aterno Pescara) scaglia l'attrezzo da 3kg a 62.61, migliorando il precedente primato personale di 62.24 ottenuto ad aprile ad Ascoli Piceno. Sul podio salgono anche Cecilia Desideri (Studentesca CaRiRi), anche lei al PB con 56.05, e Martina Paradiso con 54.62.

Asta (finale): Il derby regionale tra la sacilese Rebecca De Martin (Brugnera Friulintagli) e l’udinese Martina Molinaro (Malignani Lib. Udine) termina esattamente come lo scorso anno tra le cadette: cambiano le misure – 3.70 per entrambe – e la differenza è data solo dall’errore in entrata di Martina. Come da previsioni, la terza incomoda è Virginia Scardanzan (Atl. Stiore, 3.60), un’ex ginnasta trevigiana che si allena a Padova con Marco Chiarello dopo aver recuperato da una frattura alla caviglia.

100hs (finali): A lungo attesa, l’esplosione di Desola Oki (Cus Parma): i suoi tempi con gli ostacoli dei grandi non collimavano con le risultanze della categoria. Stavolta i parametri tecnici sono ristabiliti: 13.62 (+1.5), a 6/100 dalla MPN di Veronica Borsi edizione iridata di Sherbrooke 2003. Riportando il tutto ai giorni nostri, siamo quasi nella top-10 mondiale provvisoria. Beh, ci rivediamo a Cali. In casa Cus Parma fanno doppietta con Elisa Maria Di Lazzaro, la triestina d’origine che abbatte il precedente PB a scende a 13.78 (per lei piazza numero 6 nelle liste allieve di sempre). Martina Millo (Pol. Triveneto), che invece è rimasta di stanza a Trieste, conferma il suo recupero quasi pieno: ma un buon 13.88, almeno oggi, non basta che per il terzo posto.

1500m (serie): La cosa più incredibile è che si stia parlando di un primato italiano allievi che risale al 1974, con la titolare presente in tribuna che magari sussulta al pensiero: per la prima volta in 51 stagioni trema il 4:12.06 di Gabriella Dorio, batteria degli Europei di Roma. Poi è tutto nelle gambe di Marta Zenoni e nello scandire del tempo, con il display che segna progressivamente 1:06.54-2:14.41-2:49.11-3:23.55. Chiusura nell’ultimo giro da 69”, pur con l’acido lattico che assale i muscoli: 4:14.50, a pochi decimi dal top mondiale stagionale della kenyana Janeth Chepngetich. Cosa accadrà a Cali, quando scenderà in pista la portacolori dell’Atl. Bergamo 59? Non lo sappiamo noi e probabilmente non lo sa neanche il tecnico della bergamasca Saro Naso, ma ogni speranza può essere autorizzata in questo momento. L’unica vera incognita è quella relativa alla capacità tattica di una ragazza che da inizio carriera non trova praticamente avversarie da noi. Oggi La più vicina è stata Martina Tozzi (Fiamme Gialle Simoni, 4:39.42), già seconda ieri negli 800 metri, e poi la campionessa dei 3000m Valentina Gemetto (Atl. Saluzzo, 4:40.04). Brave, in proporzione.  

400m (finale): Dissolve ogni perplessità della vigilia la primatista italiana Ilaria Verderio: magari la condizione non sarà ancora quella della scorsa estate, ma c’è ancora un mese per puntare alla finale mondiale dei 400hs (e magari ad un traguardo più ambizioso, incrociando le dita). L’azzurra della Pro Sesto aggiunge una perla al suo palmarès chiudendo in 54.47, tutt’altro che male. E si trascina dietro le altre finaliste in un tripudio di PB accanto ai risultati: onore soprattutto a Rebecca Borga (Atl. Riviera del Brenta, 55.37) e ad Alessia Tirnetta (Olimpia Nettuno, 55.69) che accompagnano sul podio la brianzola di Trezzano Rosa.

100hs (batterie): Si sblocca Desola Oki, 14.08 (+0.8) già in batteria: per la fidentina di famiglia nigeriana è il personale con ostacoli della categoria, anche se in proporzione avrebbe fatto meglio con le specifiche della prova assoluta. D’altronde si tratta di correre forte fin da inizio mattinata, visto che passano direttamente i primi otto tempi. Non forza Martina Millo, anche perché la triestina è praticamente al rientro dopo un problema fisico: 14.72 (+0.6) per l’azzurra olimpica giovanile di Nanchino, sempre piazzata nelle prove tricolori ma finora un solo titolo in bacheca (60hs indoor 2014). Alla fine del turno, il suo tempo è tra gli ammessi, ma fanno meglio in diverse: come l’altra triestina - trasferitasi in Emilia con la famiglia Elisa Maria Di Lazzaro (14.42/+0.3) o la novità di giornata Rebecca Gennari, una varesina di Induno Olona al primo anno di categoria (bel PB a 14.53/+0.6). L’ex campionessa cadette Alessandra Realdon ce la fa con 14.65 (+0.7), ma fuori dalla finale A restano nomi abbastanza noti: un buon segno, dal punto di vista agonistico.


La 4x400 della Cento Torri Pavia (foto Colombo/FIDAL)


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