Trials, epilogo a Eugene

11 Luglio 2016

I Trials olimpici USA si chiudono nel segno delle donne: Prandini brucia la Felix sui 200, McLaughlin è la più giovane olimpica USA di sempre, Suhr a Rio per bissare Londra.

di Marco Buccellato

Non potevano concludersi diversamente: drammi, lacrime, esultanze, sorprese. L'ultima giornata dei Trials olimpici USA di Eugene ha riservato la fine del sogno di Allyson Felix, che a Rio voleva correre i 200 e i 400, un binomio firmato a Atlanta da Michael Johnson e nelle intenzioni, vent'anni dopo, di LaShawn Merritt. La beffa le è stata riservata da Jenna Prandini, la sprinter con ascendenze lombarde, tuffatasi sul traguardo per precedere di un solo enorme centesimo la gazzella statunitense, autrice di una finale magistrale sui 400 giorni addietro, ma in riserva sul contagiri per una condizione minata dai guai fisici di primavera. Ha vinto la Bowie in 22.25 davanti alla 21enne Stevens (22.30), ma il focus è tutto in quel fazzoletto, 22.55 per Jenna e 22.56 per Allyson.

Arriva il primo pass olimpico che più verde non si può, è il colore della non ancora 17enne Sydney McLaughlin, terza sui 400hs e da oggi la ragazza più giovane mai selezionata per le Olimpiadi dall'atletica a stelle e strisce. Il biglietto da visita recita 54.15, record mondiale allievi e anche under 20. In una delle migliori finali di Eugene Dalilah Muhammad è stata strabordante in 52.88, miglior tempo dell'anno e tredicesimo all-time, e ha pescato il riscatto anche Ashley Spencer, tritata nella finale dei 400 piani e ora con la selezione certa grazie al secondo posto sugli ostacoli in 54.02.

Sandi Morris ha compiuto il miracolo.

L'astista argento mondiale indoor nella vicina Portland era finita k.o. e Rio sembrava sfumata. Quaranta giorni le sono bastati per rimettersi in sesto e salutare la compagnia col 4,75 del secondo posto dietro l'olimpionica reggente Jenn Suhr (4,80), anche lei negli ultimi tempi spesso ai box per i guai delle giunture. Si va a Rio con non meno di 4.70 (è della 20enne Alexis Weeks). A bande strette nell'eptathlon: 6494 per la vincente Nwaba, 71 punti sotto la Miller e altri 21 in meno per l'ex-fenomeno junior Kendell Williams (6402). Dove finisce il paradiso inizia l'incubo, quello della più matura del quartetto Sharon Day, altri diciassette punti sotto, con vista strapiombo.

L'ultima giostra di finali restituisce i Cinque Cerchi a Brenda Martinez, vittima dell'autoscontro della drammatica finale degli 800, che si prende il pass sui 1500 per soli tre centesimi sulla Eccleston. Jenny Simpson (4:04.74) e la Rowbury si assicurano le prime due piazze. Esce malconcia anche l'ex-bambina prodigio Mary Cain. solo undicesima. C'è ancora gloria per Molly Huddle, che dopo i diecimila porta a casa pure la mezza distanza in 15:05. Sembra ci siano solo le donne e invece l'epilogo dei Trials promuove alla terza Olimpiade Kerron Clement, che in 48.50 porta in dote il poco incoraggiante crono più lento degli ultimi 35 anni per vincere i Trials, conferma la "strong attitude" di Centrowitz che vince i 1500 in 3:34.09 e la buona vena di Kynard, primo nell'alto con 2,29.



Squadra USA praticamente fatta e ufficiale da domani: gli ultimi promossi sono Matthew Centrowitz, Robby Andrews e Ben Blankenship (1500), Kerron Clement, Byron Robinson e Michael Tinsley (400hs), Erik Kynard, Bradley Adkins e Ricky Robertson (sesto ma col minimo) nell'alto. Tra le donne Tori Bowie, Deajah Stevens e Jenna Prandini (200), Jenny Simpson, Shannon Rowbury e Brenda Martinez (3000 siepi), Molly Huddle, Shelby Houlihan e Kim Conley (5000), Dalilah Muhammad, Ashley Spencer e Sydney McLaughlin (400hs), Jenn Suhr, Sandi Morris e Lexi Weeks (asta), Barbara Nwaba, Heather Miller-Koch e Kendell Williams (eptathlon).

Fuori dall'orbita Trials, gli ultimi giorni hanno offerto la simultanea apparizione delle Dibaba: Tirunesh ha vinto un 5000 in Belgio in 14:41.73, Genzebe ci ha riprovato con maggior successo a Barcellona coprendo i 1500 in 3:59.83 (la 19enne sorelline Anna ha chiuso terza a 20 secondi da Genzebe). Exploits last minute: nel Soga-Nana Mémorial di Cape Coast le ragazze di Ghana e Costa d'Avorio portano il testimone al traguardo con tempi sensazionali, 42.67 e 43.28, primati nazionali schiantati. Tra le ivoriane non c'era la Ahoure. Nelle lande spagnole di alta quota trova il volo della vita lo svedese Torneus, che a tre giorni dalla conquista dell'argento europeo del lungo approda a un sorpendente 8,44 con vento entro i limiti, record nazionale e dodicesima prestazione europea di sempre all'aperto.

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