Tortu e gli azzurrini: ''Gli anni più belli''

02 Maggio 2020

Al web-raduno delle Nazionali giovanili ospite il finalista mondiale dei 100 metri: “Quanti ricordi! Il mio consiglio? Trovate un equilibrio tra divertimento e approccio da professionisti”

“Gli anni del settore giovanile mi hanno lasciato ricordi bellissimi. Siate come ‘spugne’, ascoltate quando siete in raduno, fate vostri i segreti di atleti e tecnici che hanno fatto la storia dell’atletica”. In una delle caselle c’è l’uomo più veloce d’Italia, Filippo Tortu. In tutte le altre, a seguirlo con attenzione dagli schermi degli smartphone o dei pc, gli oltre cento azzurrini “convocati” per il primo web-raduno delle Nazionali giovanili: collegati da casa, vestiti d’azzurro e pronti a ricominciare. Lo sprinter delle Fiamme Gialle, Mr. 9.99, dialogando con i ragazzi e con il responsabile dei giovani Tonino Andreozzi, ripensa al passato (recente). “Le gare giovanili sono anche più belle di quelle da adulto, ma bisogna partecipare con la prospettiva di quello che si farà da grandi - ricorda Tortu agli under 20 e under 18 ‘privati’ della stagione internazionale 2020 - Ai Mondiali allievi di Cali 2015 potevo vincere una medaglia, ma preferimmo rinunciare per non compromettere le stagioni successive. Serve un equilibrio tra il divertimento e l’approccio da professionisti”.

E via con i ricordi, rispolverati insieme ad Andreozzi che l’ha visto crescere. Dall’esordio in azzurro ai trials europei di Baku nel 2014, alla doppia frattura delle braccia ai Giochi olimpici giovanili di Nanchino (“abbellimmo la camera con una pianta di bambù, gli altri compagni la toccarono per scaramanzia prima delle gare e andarono bene, io non lo feci e sapete com’è finita…”), fino all’oro europeo under 20 di Grosseto nel 2017: “Una delle mie ‘trasferte’ più belle, ma non soltanto per la vittoria nei 100 e l’argento con la staffetta, bensì per come la squadra ha vissuto quelle giornate”. Un senso del gruppo che Tortu ha provato a ricreare anche in Nazionale assoluta “per esempio organizzando una gita nel deserto con gli altri staffettisti a Doha. Ehi, certo, dopo le gare…”.

E che gare: “Ho stupito me stesso - ammette - la finale mondiale dei 100 metri resta la mia soddisfazione più grande”.

Un raduno virtuale su Zoom (“speriamo che ad ottobre se ne riuscirà a organizzare uno vero”, si augura Andreozzi) che è stato aperto dal saluto del presidente FIDAL Alfio Giomi: “È stato un periodo lungo e difficile, ma lunedì ci sarà permesso tornare sui campi di atletica - le sue parole -. Saremo un numero consistente di atleti che consentirà di prepararci alla futura riapertura per tutti. Dovremo riprendere con abitudini diverse e per questo, da tempo, la Federazione ha preparato un Disciplinare per la riapertura dei campi: gli spogliatoi saranno chiusi, non potrete allenarvi in gruppo, dovrete mantenere le distanze. Ma intanto si può ricominciare. Non c’è attività internazionale ma è una stagione ancora da vivere, con la sensazione che stiamo uscendo da una tragedia. La nostra speranza è di poter organizzare da metà giugno mini-riunioni e dovremo inventarci nuovi format in attesa della normalità: dalle gare a cronometro per il mezzofondo, alle gare di velocità con una corsia sì e una no”.

Presente il direttore tecnico Antonio La Torre: “La raccomandazione che vi faccio è di non avere fretta. In queste settimane avete imparato a guadagnare una forza interiore che vi servirà tantissimo. E vi ringrazio per come avete contribuito al progetto AtleticaViva Online, è stato un super lavoro di squadra”. In attesa di rivedersi in pista, non poteva mancare l’incoraggiamento della “capitana” Gabriella Dorio: “Non perdete l’entusiasmo, fate tesoro di questo periodo. E date a tutti l’esempio”.

naz.orl.

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