Tom Walsh, la catapulta neozelandese

26 Marzo 2018

Con il 22,67 di Auckland il campione del mondo in carica ha pareggiato il miglior risultato degli ultimi 15 anni per diventare il sesto di sempre nel getto del peso

di Giorgio Cimbrico

Record dall’altro mondo: domenica, un aereo della Qantas, ha volato da Perth, Western Australia, a Londra in 17 ore mezzo, senza scalo, lasciandosi in coda 15.000 chilometri abbondanti. Nel 1931, ai comandi del Southern Cross, Charles Kingsford Smith aveva impiegato 10 giorni e mezzo, con numerosi e inevitabili scali.

Stesso giorno, nei pressi di Auckland, Tom Walsh ha fatto volare una palla da sedici libbre, sette chili e un quarto, a 22,67, record neozelandese e dell’Oceania, pareggiando, al sesto posto della lista di tutti i tempi, l’americano Kevin Toth, primatista del XXI secolo con una bordata datata 2003 e successivamente squalificato due anni per doping. Tom ha 26 anni, non arriva a 1,90, è sui 125 chili (ma un filmato lo offre in formato dinamico, mentre schiaccia a canestro), è nato a Timaru, località dell’isola sud che ha generato campioni illustri: i nomi da non perdere d’occhio sono quelli di Jack Lovelock, campione olimpico dei 1500 a Berlino, del nuotatore Danyon Loader, olimpionico nei 200 e nei 400 a Atlanta ’96. Non è il caso di elencare tutti coloro - tanti - che si sono distinti nel cricket e nel rugby.

Sospeso tra la tribù ovale e quella atletica è il padre di Tom, discreto lanciatore e giocatore della squadra della contea di South Canterbury che portò a casa un Ranfurly Shield, competizione tra le province, di grande importanza prima che il rugby imboccasse il sentiero, diventato autostrada, del professionismo.

Il fragoroso progresso del campione mondiale in carica, sia outdoor che indoor, invita a un giochetto: rispetto al 22,21 che aveva all’aperto, Walsh si è migliorato di 46 centimetri. Ripetesse l’impresa al prossimo appuntamento, la sfera andrebbe a lasciare una profonda orma a 23,13, un centimetro più del record mondiale, vecchio 28 anni e in mano al più che sospetto Randy Barnes, sospeso una prima volta 27 mesi e poi a vita.

VIDEO | AUCKLAND: TOM WALSH 22,67 NEL PESO

Nella combinata outdoor/indoor, comanda Barnes con 45,78 (23,12+22,66), seguito dal Ddr Ulf Timmermann 45,61 (23,06+ 22,55), da Walsh 44,98 (22,67+22,31) e dal texano Adam Nelson 44,91 (22,51+22,40). Il record al coperto è la misura che tre settimane fa a Birmingham ha dato a Tom il secondo titolo mondiale indoor, dopo quello conquistato a Portland.

La Nuova Zelanda sta offrendo un volto diverso. Per lunghi anni è stata il paese dei mezzofondisti (Lovelock, Snell, Walker, Dixon, Quax), dei canottieri, specialmente quelli dell’otto, della vela e ovviamente degli All Blacks, padroni del rugby ieri, oggi e con ogni probabilità anche domani. Ora i kiwis, dopo il lungo regno di Valerie Adams (che nella giornata del botto di Walsh è tornata a esprimersi a 18 metri e mezzo) spediscono in prima linea la graziosa astista Eliza McCartney, sul podio a Rio, sono orgogliosi di Tom il muratore e già fremono per quel che capiterà sabato sera a Cardiff quando in un Principality Stadium da 82.000 paganti Joseph Parker, nato a Auckland da genitori samoani, si scontrerà con Anthony Joshua per la riunificazione (quasi totale) del titolo dei pesi massimi.

Più che una nuova Nuova Zelanda, una Zelanda Nuova. Ma senza dimenticare che proprio a Timaru venne alla luce Bob Fitzsimmons, che sul finire dell’età vittoriana, appena dopo l’adozione delle regole del marchese di Quensberry, dominò la scena proprio nella categoria più prestigiosa.

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