Tokyo: Sabbatini 4:02.25, miglior tempo dal 1984

04 Agosto 2021

Alle Olimpiadi l'azzurra dei 1500 diventa la seconda italiana di sempre dopo Gabriella Dorio, eppure non basta per accedere in finale. Nei 200 il canadese De Grasse sfreccia in 19.62

(notizia aggiornata alle ore 15.50)

di Marco Sicari

La ragazza è cresciuta. Non più “solo” i progressi cronometrici, le vittorie ed i piazzamenti internazionali, l’oro under 23 centrato nella rassegna continentale di categoria di Tallinn. A Tokyo, Gaia Sabbatini, 22enne teramana, sale un altro gradino della salita verso l’élite internazionale. La sua semifinale non conduce alla qualificazione, ma la porta a correre in 4:02.25, poco meno di due secondi di miglioramento rispetto al primato personale (aveva 4:04.23), seconda prestazione italiana di sempre alle spalle del 3:58.65 di Gabriella Dorio, la cifra del primato italiano, e miglior tempo di una nostra rappresentante dal 1984. La sua gara non brilla però per fortuna: la caduta di due atlete, dopo circa 800 metri di corsa, finisce per danneggiarla (l’azzurra scarta, salta, perde almeno un paio di appoggi), determinando una frattura nel gruppo che non potrà più essere saldata. La Sabbatini si batte come una leonessa, tenta di recuperare ma non riesce ad andare oltre l’ottavo posto (vittoria alla keniana Kipyegon, in 3:56.80, e le prime cinque scendono sotto i 4 minuti). Per lei, quattordicesimo posto finale, con la ceca Maki che la precede sul traguardo (4:01.25) e conquista l’ultimo posto a disposizione per la finale. In considerazione di quanto accaduto, la delegazione italiana ha presentato ricorso per l’ammissione dell’abruzzese alla finale, che però è stato respinto. Nella lista delle ammesse, ci sono tutte le migliori, inclusa l’olandese Sifan Hassan, che si impone nella seconda semifinale in 4:00.23. "Sono contenta per il tempo finale - il racconto di Gaia Sabbatini - ma per quanto riguarda la caduta, sono molto arrabbiata. Ho perso il ritmo, due appoggi, e le altre sono andate via, senza che io potessi giocarmela equamente. La statunitense McGee è caduta a causa della caduta di una keniana (Winny Chebet, ndr), ed io ho rischiato di fare altrettanto, prendendo chiodate sui polpacci. Nel frattempo, erano già andate via. Purtroppo è sempre così: ogni volta che ottengo il primato personale, finisco per arrabbiarmi".

Serata polacca: tre medaglie tra martello e 800 metri. De Grasse finalmente d'oro.

Quattro i titoli olimpici in palio nella serata giapponese. L’oro dei 3000 siepi va al collo dell’ugandese Peruth Chemutai (9:01.45), abile a trasformare a proprio vantaggio la lunga fuga della statunitense Courtney Frerichs (argento, 9:04.79), agganciata e superata sul rettilineo d’arrivo. Bronzo keniano, con Hyvin Kiyeng che si aggiudica lo sprint per il podio con l’etiope Abebe (9:05.39 contro 9:06.16). Ritmi tattici nella finale degli 800 metri uomini: doppietta per il Kenya, che piazza ai primi due posti del podio l’ex quattrocentista Emmanuel Kipkurui Korir (1:45.06) e il bronzo di Doha Ferguson Rotich (1:45.23), con il polacco Patryk Dobek (anche lui ex, ma in questo caso ostacolista dei 400) sul terzo gradino in 1:45.39. Il martello è un giardino polacco, e non da oggi: dopo il terzo titolo a cinque cerchi conquistato da Anita Wlodarczyck tra le donne, ecco il centro al maschile. L’oro è di Wojciech Nowicki (82.52, il bronzo di Rio, e tre volte terzo ai Mondiali), davanti al norvegese Eivind Henriksen (primato nazionale con 81,58) e all’altro polacco, il quattro volte campione iridato Pawel Fajdek (81,53).

Fino al momento clou della serata, quello della finale dei 200 metri uomini. Gran curva, ma soprattutto gran finale di gara (di rabbia, fino all’ultimo centimetro) da parte del canadese Andre de Grasse, che dopo il bronzo di domenica nei 100 di Jacobs, fa finalmente suo l’oro a cinque cerchi, con il record nazionale di 19.62 (dopo altre tre medaglie tra 100, 200 e 4x100 metri, collezionate a Rio). Dietro de Grasse, gli statunitensi Kenneth Bednarek (19.68) e Noah Lyles (19.74), con l’ultimo degli uomini a stelle e strisce, il 17enne Erriyon Knighton, al quarto posto (19.93). In cinque chiudono la propria fatica in meno di secondi. Magnifica prima giornata del decathlon: guida il canadese Damian Warner, il bronzo di Rio 2016, con 4722 punti, davanti all’australiano Ashley Moloney (4641) e all’altro canadese Pierce Lepage (4529). Il francese Kevin Mayer (argento olimpico 5 anni fa) insegue dal quinto posto. Nell’eptathlon, podio provvisorio tutto europeo: l’olandese Anouk Vetter (3968) a precedere le due belghe Vidts (3941) e Thiam (3921).

m.s.


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