Tokyo, Olimpiadi, Randazzo è ottavo nel lungo

02 Agosto 2021

Il siciliano lotta ma non va oltre i 7,99. OK nelle batterie dei 200 Kaddari (23.26) e Hooper (23.16), promossa nei 1500 metri la Sabbatini (4:05.71), out Federica Del Buono (4:07.70). Alle 11.50 premiazione per Jacobs e Tamberi

Ottavo posto con un pizzico di amarezza per Filippo Randazzo nella finale del salto in lungo alle Olimpiadi di Tokyo. Il siciliano non va oltre i 7,99 (due salti validi e quattro nulli) nella battaglia vinta dal greco Miltiadis Tentoglou con 8,41 (la stessa misura del cubano Juan Miguel Echevarria, battuto per il secondo miglior salto, 8,15 contro 8,09). Qualificate alle semifinali dei 200 metri dell'ora di pranzo sia Dalia Kaddari (23.26, -0.3) che Gloria Hooper (23.16, +0.3); le rivedremo in pista alle 12:25 italiane. Una promozione e una eliminazione nei 1500 metri donne: passa Gaia Sabbatini (4:05.71), mentre non ce la fa Federica Del Buono (4:07.70). Assegnato l'oro dei 100hs: la portoricana Jasmine Camacho-Quinn lo fa suo con 12.37 (-0.3). Più tardi, intorno alle 11:50 italiane, le premiazioni delle medaglie d'oro Marcell Jacobs (stamattina in tribuna per la finale del lungo...) e Gianmarco Tamberi. Subito dopo, via alle gare della sessione serale, con quattro azzurri in finale: Daisy Osakue nel disco, Ahmed Abdelwahed e Ala Zoghlami nei 3000 siepi, Nadia Battocletti nei 5000 metri.

Le gare della giornata

Lungo uomini - Finale - L'ottavo posto è un abito che va stretto a Filippo Randazzo. Il saltatore siciliano conclude con una miglior misura di 7,99 (vento nullo) la sua prima esperienza olimpica, e tanto basterebbe per archiviare in positivo la pratica. Ma per il valore dell'azzurro, per quanto fatto in qualificazione (8,10 al primo balzo), e soprattutto per quanto messo insieme dagli avversari in campo, impossibile evitare qualche pensiero. L'oro se lo prende, all'ultimo tentativo utile, il greco Miltiadis Tentoglou, che plana a 8,41 e soffia un oro già vissuto come proprio al cubano Juan Miguel Echevarria (anche lui 8,41, ma un secondo miglior salto inferiore a quello del greco, 8,15 contro 8,09). Il bronzo va all'altro cubano Maykel Massò con 8,21, e dietro di lui in quattro si collocano nello spazio di 10 centimetri, tra 8,08 e 8,18. Insomma, un gruppo nel quale avrebbe potuto stare anche Randazzo, che ha sfiorato in più occasioni, soprattutto al primo salto, l'appuntamento con la grande misura. Alla fine, invece, per lui, due salti validi (il secondo e il quinto, 7,99 e 7,88) e una sequenza beffarda composta da quattro nulli. "La mia qualificazione lasciava presagire un risultato diverso - l'amaro commento di Randazzo - ovvero il salto che sento di aver dentro ma che ancora fa il timido e non riesce a venire fuori. Ci credevo, so di valere più di 8,20, e quando sei in una finale olimpica vorresti giocartela fino in fondo. Invece non ci sono riuscito, quindi non posso che essere deluso. Quest'anno mi sono stabilizzato su certe misure, ma per fare il definitivo salto di qualità c'è bisogno di qualcosa in più". Non è mancato a Randazzo il conforto (e prima, il tifo) di Marcell Jacbos, puntuale in tribuna - nonostante le poche ore di sonno - per vedere il compagno impegnato nella sua vecchia specialità.

1500 metri donne - batterie
 - Gaia Sabbatini guadagna la promozione alla semifinale nei 1500 metri, correndo in assoluto controllo e, malgrado questo, terminando in 4:05.41, poco più di un secondo oltre il proprio limite personale. Niente da fare, al contrario, per una buona Federica Del Buono, undicesima nella prima batteria in 4:07.70 (primato stagionale e tempo che non correva addirittura dal 2014), risultato purtroppo non sufficiente per l'accesso al secondo turno. Sabbatini dimostra nella circostanza di essere ulteriormente cresciuta: l'attenzione tattica è sempre la stessa, così come i micro-sprint che distribuisce lungo tutto il percorso di gara per posizionarsi al meglio nel gruppo; quello che appare cambiato - e lo vedremo forse anche qui a Tokyo, già in semifinale - è la cilindrata del motore dell'abruzzese. L'impressione (l'auspicio) è che ci sia molto, molto margine in termini cronometrici. In gara, alla fine, Sabbatini non deve nemmeno produrre un vero e proprio sprint: Hassan risale dopo una caduta a centro gruppo (che sfiora anche l'italiana), e finisce per recuperare e vincere in 4:05.17, le altre si controllano vicendevolmente, azzurra compresa, una volta chiarita la questione del passaggio del turno. Dopodomani, mercoledì 4 agosto, il round di semifinale, programmato alle ore 12 italiane (le 19 giapponesi).  "Missione compiuta - il commento di Gaia Sabbatini - ma non pensavo di aver corso così veloce. Sono riuscita a non farmi trascinare nella caduta, ho rischiato che tutto finisse subito. In semifinale si correrà molto più forte, sicuramente sotto i quattro minuti. Devo rimanere concentrata, felice sì, ma ora devo pensare al prossimo turno. Le gare di ieri mi hanno dato la carica, Gimbo, Jacobs, ma anche Sibilio". "Speravo in una batteria veloce - parole di Federica Del Buono - e invece mi sono ritrovata in una gara lenta. Purtroppo è andata così, per ora sono soprattutto contenta di essere sana, mi sono operata meno di un anno fa, non pensavo nemmeno che sarei riuscita a qualificarmi per i Giochi. Spero sia il punto di partenza per la mia rivincita".

200 metri donne - batterie - Questione di millesimi. Quattro, per la precisione. Dalia Kaddari rischia moltissimo ma è terza nella sua batteria dei 200 metri: c’è la qualificazione con la Q maiuscola per la sarda campionessa europea under 23, pur senza i tempi (notevoli) sfoggiati nelle ultime settimane (oggi 23.26/-0.3), quanto basta per beffare al fotofinish la giamaicana bronzo olimpico dei 100 metri Shericka Jackson che si rialza troppo presto sul traguardo. “Così così, di mattina non rendo al meglio - le sue parole - volevo questa semifinale e adesso si pensa soltanto a stasera. L’emozione dell’esordio olimpico si è fatta sentire. È proprio un altro mondo”. Sono due le azzurre a superare il primo ostacolo, perché accede al turno intermedio in programma nella serata (la tarda mattinata in Italia) anche Gloria Hooper, dalla porta dei ripescaggi: con il suo 23.16 della prima batteria (quarto posto, quindi senza qualificazione diretta) deve attendere fino all’ultima delle sette batterie. E il crono - che vale il primato stagionale - è sufficiente per andare avanti. “Un buon tempo anche in vista della staffetta, vuol dire che la condizione c’è. Ho cercato di correre a mente libera. Negli ultimi cinquanta metri ho spinto forte e sono riuscita a recuperare anche una posizione”.

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