Tarquini e i ''terribili'' cadetti: un salto nel futuro

23 Settembre 2020

Dal 14,83 nel triplo di Rocchi “un vero talento”, a Groos “gran lavoratore” e Stocchi “velocista coi fiocchi”. A lezione da Alighieri: “Classe di U16 straordinaria. Ma quanti atleti ho visto…”

di Lorenzo Bufalino

Sabato e domenica allo stadio Paolo Rosi si è disputata la 53esima edizione del Trofeo Bravin, storico trofeo che si svolge nella capitale dedicato quest’anno agli under 16. Per l’occasione si sono assegnati anche i titoli regionali cadetti, da cui sono usciti i nomi convocati per la rappresentativa laziale in gara al criterium di Forlì. Tanti buoni risultati e tra questi anche uno stupefacente 14,83 nel triplo del 2006 Aldo Rocchi, ragazzo dell’Atletica Tiburtina allenato da una delle figure storiche dell’atletica laziale: Alighieri Tarquini.

LA GRANDE PASSIONE DI ALIGHIERI — Non si può non conoscere nel mondo dell’atletica laziale e anche non laziale, la figura di Alighieri Tarquini. Che siano gare di esordienti o assoluti, il mitico baffo e l’occhiale da sole di Tarquini non mancano mai, come non è mai mancata la sua passione in campo iniziata quando aveva 13 anni. “Ricordo quella gara dei giochi della gioventù, quando il mio professore mi portò a fare la campestre. Mi innamorai subito di questo sport.

Ho tralasciato poi verso i 16-17 per il judo e per lo sci, l’altra mia grande passione, ma sono tornato poi al vecchio amore. Da quando ho ripreso ad allenarmi e poi ad insegnare ed allenare nel 1982, non mai più lasciato il campo di atletica. Posso dire di essere un archivio storico, dal 68’ ad oggi ricordo tutti gli atleti passati davanti i miei occhi”.

LA SCUOLA DI ATLETICA DI TIVOLI — Il percorso di Alighieri Tarquini come allenatore inizia negli Anni ‘80, quando insieme ad altri amici, iniziò a seguire a Frascati le lezioni del professor Donati. Da lì parti il percorso da allenatore tra Tivoli e Vicovaro che continua ancora oggi, grazie alla nascita dell’Atletica Tiburtina. Tanti gli atleti di talento passati sotto le mani di Tarquini, da velocisti a saltatori passando per i mezzofondisti, disciplina che praticava quando era in attività dopo aver ripreso. Ora è arrivato il turno di coloro che, come li definisce lui, sono i “ragazzi terribili”. “In questi anni si è creata una situazione migliore del solito – dice Tarquini - alleno dagli esordienti fino agli assoluti, ma questa classe di cadetti è proprio forte. Emanuele Stocchi, lo reputo un velocista con i fiocchi.

C’è Daniele Groos, il serio del gruppo e instancabile lavoratore e poi c’è Aldo Rocchi, il ‘cavallo pazzo’. Un talento fuori dalla norma”.

ROCCHI E QUEL SALTO VERSO IL FUTURO — Nei suoi allenamenti Alighieri Tarquini predilige molto la tecnica di corsa, tecnica curata dal figlio Antonio, anche lui ex atleta che aiuta il papà a portare avanti i tanti gruppi di allenamento a Tivoli. Tra i ragazzi che si allenano a Tivoli, Aldo Rocchi nell’ultimo Trofeo Bravin ha fatto stropicciare gli occhi a tanti, grazie al fantastico 14,83 nel triplo. Qualcuno dirà “risultato ventoso”: vero, c’era alle spalle +2.5 di vento, ma comunque un grande salto per un 2006 al primo anno di categoria. Il giovane nato in Madagascar e arrivato in Italia quando aveva 2 anni accolto dalla famiglia Rocchi, ha iniziato le superiori, il Classico, proprio questa settimana. Sarà una delle punte di diamante della spedizione laziale a Forlì: “I suoi allenamenti sono tranquillissimi, come anche i suoi riscaldamenti pre-gara. Però a Roma qualcosa è cambiato, Aldo ci ha messo veramente tanta voglia e convinzione ed i risultati si sono visti. Sapevo che poteva saltare lontano dagli allenamenti che aveva fatto, magari pelare un 14 metri, ma andare così lontano vicino ai 15 metri del record di Andrew Howe, questo no non me lo aspettavo”.



Un salto di Aldo Rocchi | Foto gentilmente concesse da Tarquini


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