Sul ring di Montecarlo

16 Luglio 2015

Il 17 luglio la decima tappa della IAAF Diamond League propone duelli al top tra Pichardo e Taylor nel triplo e Gatlin e Vicaut nei 100 metri.

di Giorgio Cimbrico

Rinverdendo una tradizione che divenne stellare, e spruzzata di mondanità spinta, negli anni Sessanta e Settanta, Montecarlo costruisce un ring neanche tanto metaforico all’interno dello stadio Luigi II. Il clou è rappresentato dall’incontro per la categoria dei medi tra Pedro Pablo Pichardo (guarda caso, la boxe è stata proprio il primo sport del super-grillo cubano) e Christian Taylor e la sfida lanciata da Jimmy Vicaut a Justin Gatlin tra i mediomassimi, versione IAAF, l’unica vigente nel mondo dell’atletica, al contrario di quanto capita nel pugilato. Sono incontri preparatori importanti: le corone saranno in palio tra poco più di un mese a Pechino.

Le indicazioni fornite da quanto è accaduto per il momento in stagione dicono che ci sarà più match nel primo dei due faccia a faccia. Basta pensare a quel che è accaduto a Doha (18,06 PPP, 18,04 Christian, una “prima” assoluta quella di due oltre il muro nella stessa gara) e a Losanna (18,06 e 18,02 Christian, 17,99 PPP) per capire che l’equilibrio regna sovrano e che solo un deciso allungo, nei pressi dei territori di Jonathan Edwards, può rappresentare il diretto vincente. Chi capisce qualcosa di atletica sa che l’attestarsi su prestazioni di questo spessore prelude spesso a violente esplosioni. Per capire se sarà monegasca o pechinese, non resta che attendere quello che offrirà il futuro molto prossimo o quello appena più lontano. A corollario non resta che ricordare che Pichardo a casa sua, ad Avana, aveva assaggiato la stagione con 17,94 e aveva trovato il colpo d’ala a 18,08, per trasformasi nel terzo uomo della storia. A completare lo scenario, anche 17,96 su una pedana poco generosa come quella romana e 17,56 a New York, contro un vento troppo gagliardo. L’ennesimo faccia a faccia è anche una specie di derby caribico: PPP è cubano e i genitori di Taylor vengono da Barbados.

Chi ama puntare (a Montecarlo un passatempo assai praticato) sta riflettendo se impiegare una somma su Vicaut. Perché se Jimmy trova il colpo al mento, quei denari sono destinati a moltiplicarsi furiosamente. Gatlin non perde da due anni, quest’anno ha corso in 9”74 e due volte in 9”75 e in un allungo nello stadio ungherese dal nome impronunciabile e difficilmente scrivibile (Szekesfehervar), per di più con un metro abbondante di vento contrario, ha concesso un tranquillo 10”02. Vicaut, per metà ivoriano, viene dall’aver pareggiato il record europeo (9”86 del nigeriano-lusitano Francis Obikwelu) e dal 9”92 che gli è valso il titolo di Francia, un metro molto abbondante davanti a Christophe Lemaitre. Tirando le somme, Justin gode di un betting meno allettante, ma ha almeno un metro di margine. Un fascio di riflettore va riservato all’esordio su suolo europeo del giovane Trayvon Bromell, altra categoria di peso ma dotato di frequenze diaboliche

Una sfida Francia-Usa porta i più vecchi a ricordare il ’68, quando Roger Bambuck andò ad affrontare a Sacramento le frecce americane. In batteria finì fianco a fianco con Charles Greene affiancandosi alla lunga teoria dei primatisti in 10”0 e in semifinale finì alle spalle ancora di Greene che quel giorno scrisse il terzo 9”9 dopo quelli di Jim Hines e Ronnie Ray Smith. Roger, originario della Guadalupa e futuro ministro dello sport, fu terzo, ancora in 10”0, piegato di poco dal giamaicano Lennox Miller, papà di Inger.

TV - Diretta su Fox Sports ore 20:00-22:00 con telecronaca di Nicola Roggero.

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