Su Bingtian, il fulmine cinese

07 Febbraio 2018

Al meeting IAAF World Indoor Tour di Dusseldorf, il 28enne sprinter ha migliorato ancora una volta il suo record asiatico con 6.43 per diventare il quinto uomo di sempre al mondo sui 60 metri

di Giorgio Cimbrico

La storia dello sprint è stata scandita da nomi brevi: Owens, Hary, Hayes, Hines, Lewis, Bolt. In ventotto lettere, la storia della velocità. Ma lui li batte tutti: Su. Che, per completezza, patronimico compreso, è anche Bingtian. Anche fisicamente Su è breve, 1,72, più o meno un palmo e mezzo più basso di Bolt e tre centimetri sotto a Christian Coleman, l’altro sovrano di quest’inverno popolato da flashmen, uomini lampo. Un vento che soffia dall’Est, l’Oriente più estremo.

A Birmingham, Midlands, sarà come al concorso di Miss Italia: ne vedremo delle belle tra il vicecampione del mondo dei 100, nativo di Atlanta, e Su, venuto al mondo 28 anni fa a Zongshan, provincia del Guangdong. In Cina, un raro caso di città (tre milioni di abitanti) che porta il nome di un grande personaggio, o meglio, di un padre della patria: Sun Yatsen in mandarino si scrive e si legge Zongshan.

Nel meeting IAAF World Indoor Tour a Dusseldorf, dopo aver divorato il rettilineo in 6.43, Su è diventato il quinto uomo della storia sui 60 metri: davanti, Coleman in 6.37, un Maurice Greene d’antica annata con 6.39, il piccolo Andre Cason con 6.41, il controverso britannico Dwain Chambers con 6.42 e Tim Harden, agganciato a quota 6.43 dal cinese che ha migliorato il suo record continentale dopo aver perduto quello dei 100: era 9.99, da qualche mese è 9.98, centrato a fine 2017, a Fukuoka, dal giapponese, classe ’95, Yoshihide Kiryu. Un dato che non può andare a libro per un vento troppo generoso, 2.4, stabilisce che Su è il più veloce asiatico di sempre, 9.92 a Eugene l’anno scorso. Sul veloce rettilineo di Hayward Field era venuta, il 30 maggio 2015, la sua discesa sotto i 10 secondi, accompagnata dall’area record.

Su, ben muscolato, è capace di una partenza fulminea ed è dotato di una tecnica di corsa di grande efficacia e di apprezzabile compostezza, specie nella parte superiore del corpo e nell’azione delle braccia. A Dusseldorf ai 20 metri la “luce” era già molto evidente e sul traguardo il vantaggio sullo spagnolo-cubano Yunier Perez e sullo stakanovista americano Mike Rodgers era valutabile attorno al metro: entrambi sono stati accreditati di un eccellente 6.52, a loro volta davanti di un decimo appena scarso, 6.61, a “Matusalemme” Kim Collins, che il 5 aprile taglierà il traguardo dei 42 anni. Il campione di St Kitts non era giovanissimo, 27 anni, neppure quando a Parigi 2003 diventò iridato a sorpresa nella più lenta finale della storia.

VIDEO | SU BINGTIAN 6.43 NEI 60 METRI A DUSSELDORF

Il ruolino 2018 di Su è piuttosto impressionante e sempre vincente: 6.55 a Berlino, quando ha lasciato a sette centesimi Pippo Tortu; 6.52 e 6.47 a Karlsruhe quando si è proiettato decisamente nel territorio del sub 6.50; poi 6.55 e 6.43 a Dusseldorf quando ha continuato la scalata alla zona più nobile della gara che si esaurisce in una mezza dozzina di sbatter d’occhi.

La sua progressione sulla distanza-lampo può contare su una ventina abbondante di centesimi erosi dal 2009 ai giorni nostri: la prima vittoria internazionale di un certo peso è agli Asian Indoor Games del 2010 in 6.65, ma nello stesso anno è già a 6.58 e nel 2011 a 6.56. All’esordio nei Mondiali al coperto, a Istanbul, è eliminato in semifinale. Sia a Sopot 2014 che a Portland 2016 raggiunge il turno decisivo ed è quarto e quinto. Nel frattempo ha assaggiato la finale mondiale di Pechino, nono, dopo essersi ripetuto a 9.99 in semifinale vincendo poi l’argento in staffetta. A Londra, pochi mesi fa, quarto con la 4x100 e ottavo nell’individuale. Ora, nel suo territorio, ha intenzione di procurare fastidi anche a chi, dopo vent’anni, ha cancellato Maurice Greene.

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