Street athletics, spettacolo in piazza

19 Settembre 2016

L'atletica esce dallo stadio e fa il suo show tra la gente con corse, salti e lanci in scenari assolutamente inediti

di Giorgio Cimbrico

In piazza, su strada, sotto le volte di stazioni ferroviarie (come a Zurigo), al parco, sullo sfondo di monumenti (la porta di Brandeburgo, la torre Eiffel), su piste e pedane che diventano arredo urbano, lungo fiumi che devono essere superati utilizzando un attrezzo come un proiettile, o in quegli spazi che un tempo ospitavano il mercato cittadino: è il rinascimento dell’atletica che lascia gli stadi, che si offre alla gente e la attira con il suo messaggio, che produce spettacolo, che diventa strumento di propaganda per successivi eventi. Sebastian Coe è uno degli assertori, al fianco del G5 (l’euro-alleanza tra Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia e Spagna) che ha appena lanciato Fly Europe in luoghi simbolo del Vecchio Continente. L’anno prossimo toccherà a Roma, all’ombra di qualche famoso obelisco.

Frutti di questi giorni di fine stagione: il record serbo del lungo, 7,10, di Ivana Spanovic dagli occhi color della notte, ha avuto come teatro la piazza principale di Belgrado e il vertice storico raggiunto sui 500 da David Rudisha era ambientato nel pieno centro di Newcastle, affollato da 25.000 spettatori, un esito di pubblico assai simile ai Manchester City Games che, negli ultimi anni, hanno portato nella metropoli del nordovest britannico Usain Bolt, Dafne Schippers e altri velocisti di rango assoluto. E’ una nuova frontiera in forte accelerazione, ma è in realtà molto vecchia.

L’atletica fuori dagli stadi porta a stampe vittoriane: sfide sul miglio tempestate di scommesse, 100 yards corse su ponti, giardini o, come nel caso della classica invernale di Edinburgo (che ebbe tra i protagonisti anche Allan Wells, fiero avversario di Pietro Mennea), su un viottolo acciottolato e ghiacciato nei pressi dell’Arsenale o, ancora, in fiere paesane australiane dove il terreno di scontro era un prato, con cordicelle a delimitare le corsie. George Seward, uno dei grandi professionisti della prima metà dell’Ottocento, firmò il primo 10”0 riconosciuto ai Flora Gardens di Londra ed era stato accreditato di un tempo poco superiore ai 9” in una sfida su una via, non diritta, del quartiere di Hammersmith, un secolo e mezzo dopo residenza di Linford Christie.

Spulciando annuari e soffermandosi su brevi dati collocati ai piedi delle liste all time, è possibile rintracciare risultati finiti sotto l’etichetta di “esibizione” o di “gara sulla piazza del mercato”. Alcuni sono di assoluto spessore, come il 6,00 di Jean Galfione, nel ’97 a Besançon, o il 5,95 del russo, poi australiano, Viktor Chistiakov nel ’99 nella bresciana Chiari (che quest’anno, meritevole di lode, ha organizzato l’appuntamento per la 30a volta) o, ancora, il 5,90 del russo Piotr Bochkaryov nel ’96 nella svedese Karlskrona. Iglesias compare nel salto in lungo (nel ’96 il russo Yuri Naumkin atterrò a 8,46) e sia Trani che Monza hanno i loro appuntamenti fissi, imperniati sull’asta, specialità da acrobati e da sempre regina di questi spettacoli “extra moenia”. Quanto al valicamento di fiumi, il record è di Anita Wlodarczyk che due anni fa, nel Rzuty przez Odre, la Coppa dell’Oder, a Wroclaw, Breslavia, ha lanciato il martello da una riva all’altra firmando un ufficioso record del mondo, 79,83, che la bionda polacca avrebbe poi radicalmente migliorato in circostanze più normali.

Alla luce di tutto questo fermento, se qualcuno riuscirà ad organizzare la sfida sui 300 tra Usain Bolt e Wayde Van Niekerk, non resta che augurarsi che il faccia a faccia avvenga in qualche luogo indimenticabile. La milanese piazza del Duomo, la veneziana Riva degli Schiavoni, la romana piazza Navona possono offrire formidabili set. Resta da chiarire il formato: come in pista o un gomito a gomito in linea retta? Un Palio per due purosangue che rappresentano le contrade di Giamaica e Sudafrica, giallo contro verde. Pubblico garantito e molto fitto.

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Malaika Mihambo (foto leichtathletik.de)


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