Straneo Tra Copenaghen e Zurigo

28 Marzo 2014

Speranze, progetti, timori dell'azzurra alla vigilia della rassegna iridata di maratonina. Crocevia sulla strada che conduce agli Europei in Svizzera

La dimensione è quella nuova, post-Mosca. Valeria Straneo, argento mondiale di maratona sulle strade della capitale russa, non passa inosservata. In Italia e all'estero. Il mondo dell’atletica la riconosce e la reclama. Questa mattina, a Copenaghen, alla vigilia dell’appuntamento con il Mondiale di mezza maratona, tradizionale presentazione pre-gara: ospiti, l’eritreo Tadese, il keniano Kiprop, e la piemontese. “E’ bello tornare a gareggiare in nazionale, non vedevo l’ora!”. Saluti, strette di mano, sorrisi, molti "naistumitiu".

Come va, Valeria?

“Sto bene, anche se non credo di essere al meglio della condizione. Le tre mezze maratone che ho corso dall’inizio dell’anno (Due perle, Verona, Lisbona, ndr) mi hanno dato segnali contrastanti. A Verona (16 febbraio, vittoria nel campionato italiano assoluto in 1h09:45), era venuto fuori un risultato per me inatteso, viste le difficoltà del percorso e il momento della preparazione. Quattro settimane dopo, a Lisbona, dove pensavo di poter andare molto più veloce, ho rifatto praticamente lo stesso tempo (sesto posto, 1h09:47). Non so, ora vedremo qui a Copenaghen, dove tra l’importanza della manifestazione, il percorso scorrevole e le avversarie di livello assoluto, spero di riuscire a sbloccarmi”.

Cosa manca in questa fase della stagione?

“Credo mi manchino un po’ i ritmi veloci di questo tipo di gare. E’ anche una questione di caratteristiche, personalmente mi sento più portata per la distanza intera: in ogni caso, con la mia allenatrice, Beatrice Brossa, abbiamo preparato questo appuntamento di Copenaghen con cura, e punto ad esprimermi al meglio delle mie potenzialità. Spero solo che non venga fuori una gara a strappi, come è successo a Lisbona, perché quello mi fa proprio andare in crisi. Certo, se partiranno sotto i 3:10 al chilometro, io starò per conto mio, sul mio passo”.

Con quali obiettivi?

“Tenere, correre forte, e se possibile, piazzarmi nelle prime dieci. Vorrei avvicinare il mio personale, o comunque ottenere un tempo significativo (il record dell’azzurra è 1h07:46 del 2012, il primato italiano è di Nadia Ejjafini, 1h08:27). Mi spiace che non ci sia Anna Incerti. Con lei, insieme alle altre ragazze, avremmo potuto veramente far bene, nella classifica a squadre”.

Dopo Copenaghen, come si svilupperà la stagione?

“Voglio andare a vedere il percorso del Campionato Europeo di Zurigo. Ne ho sentito parlare, in diversi mi hanno detto che presenta delle difficoltà, ma vorrei andare a rendermi conto di persona, con Beatrice. Lo faremo quasi certamente il prossimo mese. Poi correrò a Chia Laguna, il 27 aprile, e continuerò la preparazione in vista della maratona. Faremo un periodo di preparazione finale in altura, probabilmente a St. Moritz, per poi riscendere circa quindici giorni prima della gara”.

Zurigo è già un pensiero fisso?

“Io ci penso, ma vedo che ci pensano anche tante altre persone. Me ne parlano tutti, di continuo. Addirittura, l’altro giorno, mentre attraversavo la strada in allenamento, un tizio in macchina si ferma e mi grida: Forza Valeria, e mi raccomando per gli Europei! Roba da non credere – ride – Spero che la gente non pensi che Zurigo sia una formalità…Non scherziamo, non c’è niente di scontato. Anzi. Non è che avendo vinto l'argento mondiale, adesso tutto sia una passeggiata”.

m.s.



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