Storie parallele, fronti opposti

11 Novembre 2015

A 97 anni dalla fine delle Prima Guerra Mondiale, le storie del bavarese Braun e dello scozzese Halswelle, atleti sul podio all'Olimpiade di Londra 1908 e poi tragicamente caduti nel corso del conflitto

di Giorgio Cimbrico

Nei giorni dei poppies, i papaveri che in Gran Bretagna vengono appuntati al bavero, e nell’avvicinarsi dell’undicesima ora dell’undicesimo giorno dell’undicesimo mese, il momento in cui 97 anni fa calò un sipario, più simile a un sudario, sulla Prima Guerra Mondiale, è nato spontaneo il desiderio di provare a narrare le storie parallele di due campioni dell’atletica che stavano su fronti opposti e che non videro la fine del conflitto.
È certo che nei giorni dei Giochi di Londra del 1908 questi poveri cavalieri del sogno ebbero modo di incontrarsi, magari di scambiare quattro chiacchiere: allora il bavarese Johannes Braun, più conosciuto come Hanns (Giovannino) era studente d’arte e d’architettura all’Università di Monaco e Wyndham Halswelle, scozzese nato a Londra, era un tenente che si era già distinto nella Guerra Anglo-Boera, combattuta tra lo spirare del XIX secolo e l’inizio del XX.

Braun corse gli 800 e finì terzo alle spalle di Melvin Sheppard e di Emilio Lunghi, prima medaglia conquistata dall’Italia dell’atletica, e conquistò anche l’argento nella 4x400 che faceva il suo esordio ai Giochi. La storia di Halswelle è persino troppo nota per essere narrata un’altra volta: il suo è il caso dell’unico olimpionico che ebbe l’oro senza affrontare avversari.

Il prologo è la finale del 25 luglio 1908: i giudici squalificarono l’americano John Carpenter per aver danneggiato Halswelle e stabilirono che il replay sarebbe andato in scena due giorni dopo. Gi altri due americani, William Robbins e John Taylor, non si presentarono al via e il britannico corse in solitudine in 50”2 per poi decidere subito dopo, disgustato, di abbandonare l’atletica, un mondo che Braun continuò a praticare con successo: a Stoccolma 1912, dopo esser finito sesto negli 800, nel giro di pista corse in 48”3 a un decimo dal vincitore, americano Charles Redpath.

Meno di tre anni dopo, Halswelle, promosso capitano, era nelle trincee della Fiandra francese, a Neuve Chapelle, uno dei tanti luoghi che guadagnarono sinistra fama di mattatoio: dopo un assalto in cui aveva perso 79 uomini per guadagnare 15 yards (come narra nel suo diario) ed esser stato ferito da schegge, decise di non lasciare il suo posto e il 31 marzo 1915 uscì allo scoperto per andare ad aiutare un ufficiale ferito e rimato nella terra di nessuno. Venne centrato da un cecchino e sepolto nel cimitero dei fucilieri irlandesi, nei pressi di Armentieres. Non aveva ancora 33 anni.

Braun, attratto dalla nuova arma, si arruolò in aviazione ed ebbe il comando di una squadriglia bavarese, la Jagdstaffel 34. Una collisione in volo lo spazzò via il 9 ottobre 1918, alla stessa età di Halswelle e nella stessa zona di operazioni, a Croix Fonsonne. La guerra sarebbe terminata 33 giorni dopo.

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