Stoccolma, Trost quinta 1,90

21 Agosto 2014

Nella Diamond League svedese l'azzurra eguaglia il personale stagionale. Mondiale stagionale sui 5000 per Edris (12:54.83). Sconfitte per Lavillenie, Amos e Dibaba.

Quinto posto per Alessia Trost nell'undicesima tappa della IAAF Diamond League a Stoccolma. Sulla pedana svedese, l'altista delle Fiamme Gialle supera nuovamente l'1,90, eguagliando il primato stagionale realizzato agli Assoluti di Rovereto e nella finale europea di Zurigo. La quota è superata al terzo tentativo, dopo il successo a 1,85 con due prove, e l'ingresso in gara senza sbavature a 1,80. Successo della russa Mariya Kuchina, campionessa mondiale indoor e medaglia d'argento a Zurigo, con 1,94 alla seconda prova (poi tre errori a 1,98). Seconda, non senza sorpresa, la lituana Airinė Palšytė, 1,94 alla terza prova e tre insuccessi a 1,98, con la pedana ormai bagnata dalla pioggia. Terze pari merito la campionessa d'Europa Ruth Beitia e il bronzo di Zurigo Ana Šimić, entrambe a 1,90 con una prova in meno dell'azzurra. Tra le atlete superate stasera dall'azzurra Trost, la polacca Kasprzycka e la tedesca Jungfleisch, rispettivamente a 1,99 e 1,97 nella finale degli Europei di Zurigo.

5000, Edris mondiale stagionale

Nelle altre gare di Stoccolma, il meglio è arrivato dai 5000 maschili, dai 1500 femminili e dai 100 uomini. Sui 5000 le velleità di Galen Rupp, l'assalto al record degli Stati Uniti, sono svanite nel tentativo, fallito, di prendere la testa della corsa e farsi sostenere nell'impresa dagli africani, che hanno beffato l'americano prendendo la testa della gara negli ultimi due giri in un duello a tre. Ha avuto la meglio il 20enne etiope Muktar Edris (ultimo giro velocissimo per il campione mondiale junior 2012), primo in 12:54.83, nuovo record mondiale stagionale con primato personale abbassato di quasi dieci secondi. Sotto i 13 minuti anche i kenyani Longosiwa (12.56.16) e Caleb Ndiku (12:59.17, personale). Quarto Rupp in 13:05.97, davanti al precedente world-leader Edwin Soi (13:07.68).

Nei 1500 metri donne, la più bella gara a conclusione della fredda serata svedese, la statunitense Jennifer Simpson ha ancora una volta fatto sua una gara con una condotta intelligente, seguendo il treno imposto da Genzebe Dibaba su ritmi molto sostenuti (2:05.95 agli 800), e recuperando nel rettilineo finale sia l'etiope che la l'olandese di origini abissine Hassan. Per la Simpson (già a 3:57.22 quest'anno a Parigi) una splendida vittoria in 4:00.38, davanti alla Dibaba (4:01.00), piegata negli ultimi 20 metri, e la Hassan (4:01.62). Sprofondata la co-favorita Abeba Aregawi, decima in 4:07.75. Nei 100 uomini, quello che non ha offerto il clima, lo ha restituito il vento (due metri esatti), che ha spinto Nesta Carter a una bella vittoria in 9.96, primato stagionale del giamaicano, cui è mancato il confronto con Mike Rodgers, squalificato per falsa partenza.

Dietro Carter, a debita distanza, il trinidegno Bledman (10.09) e il 20enne britannico Ujah (10.10), capace quest'anno di correre, anche lui, in 9.96 a Hengelo. Quarto, con identico 10.10, l'altro favorito Ashmeade.


Lavillenie senza quota
Renaud Lavillenie stavolta non decolla, collezionando tre nulli alla misura d'entrata, individuata in 5,60. Per il francese, ampia luce tra sé e l'asticella, ma problemi con l'asticella nella fase discendente. Dopo ventidue successi consecutivi, un altro "post-élite competition" concluso da Lavillenie con tre nulli, proprio come l'anno scorso a Linz, nella prima gara successiva alla finale mondiale di Mosca. Il piccolo flop non pregiudica la classifica di Diamond League del campione europeo, che si è già assicurato la vittoria con largo anticipo. Vince con un modesto 5,60 il greco iridato indoor Filippidis, davanti al polacco Lisek e al cinese Xue Changrui, con identiche misure. Tre nulli anche per l'altro francese medagliato di Zurigo, Menaldo.

Kszczot supera tutti
800: il polacco Adam Kszczot, dopo l'Euro-gold di Zurigo, infierisce sulla concorrenza d'élite e si assicura un'altra vittoria delle sue, un mix di strategia e resistenza, trovando terreno fertile anche nella serata di scarsa vena di Nijel Amos, piantatosi negli ultimi 50 metri, e del francese Bosse, un altro atleta rispetto al fantastico ottocentista di un mese fa. Kszczot vince in 1:45.25 dopo un giro condotto a 52.49 dal pacemaker Bram Som, davanti al gibutiano Souleiman (1:45.39), e all'altro polacco Lewandowski (1:45.76). Bosse nel finale recupera la quarta piazza in 1.45.95 proprio davanti al botswano Amos (1:46.04). 400 hs: gara deludente sul piano cronometrico. Vince lo statunitense Tinsley (49.60), davanti al portoricano Culson (49.84), risucchiato dopo l'ingresso in rettilineo con un buon vantaggio, terzo il trinidegno campione del mondo Gordon.

Le statunitensi battono le francesi
100 hs: una autentica gara ad eliminazione. Prima la squalifica per falsa partenza dalla campionessa olimpica Sally Pearson. Poi, la statunitense Dawn Harper-Nelson, nettamente prima a 30 metri dal traguardo, che abbatte in modo vistoso due ostacoli rischiando di cadere, e viene superata dalla connazionale Queen Harrison (prima in 12.66). Nel finale anche il capitombolo dell'argento europeo Cindy Billaud. Dietro la Harrison, l'iridata indoor Nia Ali (12.96), e la Harper-Nelson, che ha salvato il terzo posto in 12.99 resistendo all'insidia portatale dalla tedesca bronzo europeo Roleder (13.00). Lungo donne: "bruciata" all'ultimo salto la campionessa europea Lesueur, in testa con 6,94 e superata in extremis dalla world leader della specialita Tianna Madison-Bartoletta, unica atleta quest'anno capace di arrivare ai 7 metri.

Per la statunitense, un ottimo 6,98. Sia per lei che per la francese, però, i salti migliori sono stati viziati dal vento oltre il limite regolamentare. Terza la serba Spanovic con 6,61, un centimetro meglio di Brittney Reese, titolatissima dominatrice del lungo negli ultimi anni.

Ruuskanen sì, Storl no
Giavellotto: è il momento del campione europeo Antti Ruuskanen. In un contesto di valori assoluti, il finlandese mette tutti d'accordo al secondo lancio (87,24), e resta a guardare nella seconda parte della gara. Secondo il tedesco Thomas Röhler, alla ricerca del riscatto dopo la delusione di Zurigo, che centra l'obbiettivo con un ottimo 85,12. Terzo l'altro finlandese, bronzo a Zurigo, Pitkämäki, con 84,73. I "rivoluzionari" della specialità, il kenyano Yego, l'egiziano Abdelrahman e il trinidegno Walcott, si collocano ai piedi del podio serale racchiusi in 49 centrimetri (rispettivamente con 84,67, 84,58 e 84,27), per una gara di alti contenuti tecnici, nonostante la basse temperature. Nel lungo, infine, vittoria del sudafricano Mokoena con un buon 8,09, con altri due specialisti sopra gli otto metri. Gaisah, l'olandese nato in Ghana (8,04) e lo svedese Torneus (8,03).

Le altre gare
200 donne: in condizioni non ideali (16 gradi e vento trasversale che ha oltremodo disturbato anche la gara di salto con l'asta), la volata si risolve con un bel testa a testa tra Allyson Felix e Tori Bowie, la numero uno stagionale dei 100 metri. La gazzella statunitense vince in 22.85, sei centesimi sulla Bowie e sull'altra statunitense Atkins (23.19). A serata quasi conclusa, e con la pioggia a far ulteriore dispetto, arriva un ottima gara di 400 donne, vinta dalla giamaicana Novlene Williams-Mills col nono tempo assoluto della stagione (50.09), resistendo al buon rettilineo di Sanya Richards-Ross (50.28). terza l'altra statunitense McCorory 50.65. Il bronzo di Zurigo, la spagnola di origini cubane Terrero, chiude settima in un modestissimo 52.70. Nei 3000 siepi femminili, conferma per la leader Diamond League di specialità Hiwot Ayalew, che vince in 9:17.04 precedendo la tunisina argento olimpico e di Daegu Habiba Ghribi (9:19.39). Terza in 9:20.31 la solita brillante siepista USA Emma Coburn, in testa fino al secondo chilometro. Disco donne: è fallito l'attacco della croata Sandra Perkovic al record del meeting (68.77). La campionessa europea, mondiale e olimpica s'è imposta con un miglior lancio di 66,74, superando nettamente l'australiana Dani Samuels (64,70), e l'americana Gia Lewis-Smallwood. L'argento e il bronzo di Zurigo, la francese Robert-Michon e la tedesca Craft, sono rimaste fuori dalle prime tre con 63,79 e 63,56.

Marco Buccellato

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