Sopot, Fassinotti in finale mondiale

08 Marzo 2014

L'altista passa con 2,25. Eliminati gli altri azzurri: Dal Molin (7.76), Rosa (17,31), Alloh (7.35) e la 4x400 (ma col record italiano portato a 3:31.99)

Il talento di Marco Fassinotti raddrizza una mattinata con poche luci per la squadra azzurra ai Campionati del Mondo indoor di Sopot. Il primatista italiano dell'alto supera lo scoglio delle qualificazioni grazie ad un percorso di gara privo di errori fino ai 2,25, prima di arrendersi ai successivi 2,28, misura comunque non necessaria per l'approdo alla finale. L'asticella trema al primo salto, a quota 2,16: l'esordio mondiale si sente, il nervosismo condiziona un po' l'italiano, che si sblocca però con il prosieguo della competizione. A 2,21 e 2,25 riesce subito, mentre diversi avversari faticano, incappando in erorri che alla fine risulteranno fatali. L'unico glaciale è Ivan Ukhov: due soli tentativi in tutta la mattinata, a 2,16 e a 2,25, entrambi di una facilità disarmante. A 2,28 Fassinotti colleziona tre errori, ma in realtà, prima del terzo salto (mancato davvero di poco) è ormai qualificato, perché gli avversari diretti sono già out. "Non sono molto contento di quel che ho fatto in gara - racconta il torinese - direi che i salti di prova sono stati migliori di quelli di gara. Sono in finale, magari con un pizzico di fortuna, ma va bene così. Domani andrò in pedana cercando di divertirmi prima di ogni altra cosa, sperando di sentire meno la tensione che qui in effetti ho provato". La superficie di gara è un elemento cui dedicare attenzione: "Spinge moltissimo, è veloce, e non ti consente di correggerti in corsa quando hai commesso un errore. Cercherò di sfruttare meglio queste ore per cercare di capire meglio la pedana. Gli altri? Ukhov benissimo, così come Barshim e Protsenko. Ma conterà anche molto il modo di gestire la fatica della qualificazione". E' la seconda volta che un azzurro centra la finale mondiale indoor: prima di Fassinotti c'era riuscito solo Giulio Ciotti, settimo classificato a Mosca 2006. La finale dell'alto è in programma domani pomeriggio alle 16.30.

INTERVISTA VIDEO A MARCO FASSINOTTI

La mattinata storta di Paolo Dal Molin prende forma sul primo ostacolo della batteria mondiale. L’azzurro lo colpisce nettamente, rallentando l’azione; ciò che segue è un vano tentativo di rincorsa agli avversari, che non produce il risultato sperato. Anzi. Viene fuori solo il quinto posto, in un mediocre (per l'ostacolista italiano, e la scena internazionale, ovviamente) 7.76.

Vince Martinot-Lagarde in 7.56, ed il terzo posto utile per la promozione è distante solo due centesimi (va al cinese Xie, in 7.74). A complicare le cose, in chiave ripescaggi, anche l’inserimento al quarto posto del kuwaitiano Al Mandeel (anche per lui 7.74), ma è chiaro fin da subito che sarà difficile raggiungere la semifinale. E infatti, al termine della penultima batteria, Dal Molin è già fuori dal lotto dei quattro riammessi. La beffa è che  l’ultimo tempo utile è proprio il già citato 7.74 (quello del cubano Portilla, quinto in terza batteria,che passa per il conto dei millesimi). “Non so spiegarmi cosa sia successo – racconta sconsolato Dal Molin nel dopo gara – mi sono trovato subito dietro agli altri, e ho provato a recuperare, ma non avanzavo. Davvero non so cosa dire”. Quello del francese Martinot Lagarde rimane il miglior tempo del turno, in coabitazione con il connazionale Garfield Darien ed il britannico Andrew Pozzi, tutti a 7.56.

Va fuori purtroppo anche Chiara Rosa nelle qualificazioni del getto del peso. La padovana non va oltre i 17,31 (serie: 17,31; N; 17,11), in una gara di notevole spessore tecnico: l'ottavo posto, l'ultimo utile per la promozione, vale infatti 18,20, e davanti la neozelandese Valerie Adams (20,11, mondiale stagionale) e la tedesca Christina Schwanitz (19,73) sono già scatenate. "Mi dispiace - dice l'azzurra - il 18,20 era nelle mie corde, potevo farlo, è un'occasione sprecata. Cosa è mancato? Non so, forse l'abitudine a gareggiare ad un certo livello".

La terza eliminazione di una mattinata iniziata senza emozioni di segno positivo è quella di Audrey Alloh nelle batterie dei 60 metri. La fiorentina è quinta nella sua batteria in 7.35 (vince Ahoure in 7.09, miglior crono del turno), dopo un discreto avvio ed una fase lanciata normale. Ad accrescere il rammarico è però la visualizzazione del riepilogo complessivo delle sei batterie: la Alloh va fuori dalla semifinale per appena un centesimo, dato che l'ultimo tempo di ripescaggio è il 7.34 dell'olandese Samuel. "Speravo di fare meglio - racconta la Alloh all'uscita dalla gara - 7.35 è un tempo discreto, certo, ma quando si arriva qui si spera di fare meglio. Nel riscaldamento ero a posto, non so cosa sia mancato, probabilmente nella fase lanciata è mancata qualcosa".

Dietro la Ahoure, nel computo complessivo, la giamaicana Shelly-Ann Fraser-Pryce (7.12), la tedesca Verena Sailer (7.13) e la statunitense Tianna Bartoletta (7.13); più indietro Veronica Campbell, solo terza nella sua batteria in 7.22 (ma comunque promossa alla semifinale).

La staffetta 4x400 conferma il momento di poca fortuna per la squadra italiana: Maria Enrica Spacca, Elena Bonfanti, Marta Milani, e Chiara Bazzoni sono bravissime, finiscono al terzo posto e demoliscono il primato italiano correndo in 3.31.99 (precedente il 3:33.70 degli Europei di Parigi 2011, con le stesse componenti tranne Bonfanti, in quella circostanza sostituita da Giulia Arcioni). Gran Bretagna (3:30.60) e Russia (3.30.87) sono di un'altra dimensione, ma le azzurre sono lì, non lontane, e ottengono fin dalla prima frazione l'obiettivo di staccare la Romania, avversaria diretta per le speranze di passaggio del turno (promozione diretta per le prime due, più due tempi). Nella seconda semifinale, però, viaggiano velocissime, trascinate dal quartetto degli Stati Uniti (3.29.06); altre tre formazioni finiscono al di sotto dei 3.30 (Giamaica 3:29.43; Polonia, 3:29.48; Nigeria, 3:29.67), così i due posti a disposizione per i ripescaggi finiscono a polacche e nigeriane. "C'era poco da fare - le parole di Chiara Bazzoni, sottoscritte dalle compagne - hanno corso fortissimo nell'altra semifinale, con i tempi che hanno fatto si può finire vicine al podio. Peccato, perché essere uscite ci toglie un po' la gioia del record italiano". Queste le rilevazioni ufficiali fornite dalla Seiko relativamente ai tempi intermedi: Spacca 53.32; Bonfanti 52.12; Milani 53.43; Bazzoni 53.09.

INTERVISTA VIDEO ALLA STAFFETTA 4X400 DONNE

Nelle gare senza italiani iscritti, spicca il 17,02 del romeno Marian Oprea nelle qualificazioni del triplo. Detto che si tratta dell'unico salto oltre 17 metri, va notata in particolare (come già accaduto nella gara donne) l'ultima misura di promozione alla finale: il 16,29 dell'ucraino Kuznetsov. Bella qualificazione nel lungo donne: la serba Ivana Spanovic atterra a 6,77, esattamente un centimetro più di quanto fatto dalla russa Klishina, 6,76; ma è interessante anche un dato: sulle otto finaliste, le europee sono ben sette.

Marco Sicari

SEGUICI SU: Twitter: @atleticaitalia | Facebook: www.facebook.com/fidal.it

IL SITO IAAF - RISULTATI

Le foto della seconda giornata



Condividi con
Seguici su: