Scarpellini e un record promesse... di passaggio



In un fine settimana davvero denso di notizie e di appuntamenti, la sua impresa è passata un po' sotto silenzio e sicuramente non lo meritava, proprio perché d'impresa si tratta come sempre quando si stabilisce un record, sia pure a livello Promesse. Elena Scarpellini è riuscita nell'intento in Germania, nella riunione di Jockgrim che qualcuno potrà pure non conoscere, eppure dalle parti del Reno è considerata un appuntamento per puristi: "C'era un entustasmo incredibile - racconta la ragazza della Fondiaria Sai - con clima ideale e tanta gente, addirittura seduta su panche intorno alla pedana del salto con l'asta. Sembrava quasi di essere spinti in alto dall'urlo della folla. Io sono entrata in gara a 4 metri superati alla prima prova come i 4,18, 4,27 alla seconda e i 4,36 del primato alla terza. Ho provato anche i 4,41 con il primo tentativo fallito di un niente: ho buttato giù l'asticella col naso...".

La giovane ragazza bergamasca, che ricordiamo vanta un bronzo europeo juniores nel 2005, è però già andata ben più su, oltre i 4,43, prestazione però non valida perché ottenuta in una manifestazione in piazza: "Conta però per il morale perché significa che quelle misure sono già nelle mie gambe. D'altronde vengo da cinque gare nell'arco di due settimane, una resistenza simile non l'avevo mai avuta".

- Che cosa è cambiato allora?
- Diciamo che con i miei allenatori Orlando Motta e Pierangelo Maroni, gli stessi di Bettinelli, stiamo mettendo a posto alcuni particolari tecnici che prima erano stati trascurati. Sicuramente dopo una carriera giovanile ricca di primati e con l'acuto di Kaunas molti si attendevano record a ripetizione e questa pressione addosso mi ha frenato. Nella vita di un atleta capita che ci si fermi, ora comincio a capire certi trucchetti tecnici ed ho imparato che va bene anche andare avanti un centimetro alla volta.
- Com'è articolata la sua giornata?
- Mi alleno tutti i pomeriggi e due mattine alla settimana, perché interpreto la vita d'atleta nel senso più proprio del termine. Per il resto frequento un corso d'inglese perché nel nostro sport se si viaggia è fondamentale ed io ho visto che a scuola non mi avevano dato la giusta preparazione, d'altronde avevo anche preso la facoltà di lingue, ma ho dovuto sospendere gli studi per mancanza di tempo.
- L'Olimpiade è a 4,50: un miraggio?
- Qualche settimana fa avrei detto di sì, adesso posso dire che è una misura non così lontana ma anche se non arriverà a Cagliari, ultima chance, so che avrò tempo per superarla, e 4,50 lo ritengo un muro importante, un salto di qualità, anche se all'estero sono tante quelle che lo superano.
- A prescindere dalla qualificazione olimpica, c'è però un certo fermento nella vostra specialità...
- Sicuramente e questo deriva dalla competizione instauratasi fra me, la Giordano Bruno e la Farfalletti Casali. Essere vicine come misure, essere sempre sulla corda ad ogni sfida per sapere chi vince ci aiuta, ce lo siamo detto spesso, la competitività è il carburante migliore per salire più su.
- Che cosa pensa quando vede i salti record della Isinbayeva?
- Mi chiedo come fa a renderli così facili, solo questo...

Gabriele Gentili

Nella foto: Elena Scarpellini (archivio Fidal)




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