Salti d’oro: otto campioni in cerca del bis

21 Settembre 2019

In pedana ai Mondiali di Doha tutti i vincitori dell’edizione di Londra 2017. In stagione Lasitskene 2,06 nell’alto, Rojas 15,41 nel triplo, in tre a 6 metri nell’asta, Echevarria-lungo 8,65

di Marco Buccellato

In otto sull'ottovolante. Tutti i campioni del mondo di Londra 2017 del settore salti ritrovano la pedana iridata per confermare l'oro di due anni fa. Chi ancora con le maggiori chance di vittoria, chi alla ricerca della condizione perduta, chi accerchiato da avversari in grado di sovvertire i pronostici. Uno sguardo, gara per gara, agli spettacolari "jump events" dei Mondiali di Doha (27 settembre-6 ottobre).

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Salto in alto uomini - La gara con più incognite dell'intero programma iridato, con tanti, forse troppi, aspiranti alle medaglie, in un panorama che sembra aver perso l'atleta-faro del pronostico. L'Est Europa innanzitutto, con il world leader bielorusso Nedasekau, la coppia neutrale Akimenko e Ivanyuk, il buon rientro dell'ucraino Bondarenko e la stagione in crescendo del connazionale Protsenko. L'Est di casa in Qatar, il campione del mondo in carica Mutaz Barshim, che proverà a onorare il Mondiale davanti al suo pubblico, dopo il tremendo infortunio sovrapponibile a quello, patito nel 2016, dall'azzurro bi-campione d'Europa (outdoor 2016, indoor 2019) e iridato indoor 2016 Gianmarco Tamberi, in animo di costituire con un altro azzurro campione del mondo (under 18 nel 2015), Stefano Sottile, le migliori carte italiane sulle pedane del Khalifa International Stadium. La rosa dei pretendenti diventa una ruota di pavone per le ambizioni di un australiano, Starc, di un siriano, Ghazal, della presenza degli orientali Yu e Tobe, di un cubano cresciuto sotto l'ala sapiente del primatista mondiale Sotomayor, Zayas. Tante latitudini, tre soli posti.
Azzurri in gara: Stefano Sottile, Gianmarco Tamberi

Salto con l'asta uomini - Gli acrobati si presentano con tre fenomeni capaci di salire oltre i 6 metri nel corso dell'anno. Il campione del mondo Sam Kendricks, i campioni d'Europa Armand Duplantis (in carica all'aperto) e Piotr Lisek (indoor 2017). Solo una giornata di-sgrazia o condizioni ambientali difficili spostano il baricentro delle previsioni. In agguato per il podio, l'oro continentale in sala Wojciechowski, un Lavillenie che ha perso un po' del suo smalto, ma anche la coppia brasiliana Braz e Dutra, un campione olimpico e un atleta in forma raramente mantenuta in passato. Per la finale senza smettere di sognare, l'altro astista USA Walsh, l'ennesimo prodigio norvegese Guttormsen, l'azzurro Claudio Stecchi. C'è pure l'Oriente che non t'aspetti: un filippino campione mondiale universitario, Obiena, e un coreano, Min-Sub, maturato su buone misure dopo gli exploit giovanili partiti da Bressanone 2009.
Azzurri in gara: Claudio Stecchi

Salto in lungo uomini - L'uomo da battere c'è, è il cubano Juan Miguel Echevarría, che in molti destinano a essere il primo over-9 metri della storia. In realtà, il campione mondiale indoor non ha mostrato quest'anno la stessa regolarità del 2018 su misure eccellenti, ma l'8,65 di Zurigo lascia intendere che la quadra tecnico-fisica è riemersa. Il sudafricano campione uscente Manyonga è l'atleta con più qualità per insidiare il cubano. Per costanza di rendimento e pedigree, si lasciano preferire alla contesa il greco campione d'Europa Tentoglou, il giamaicano Gayle, l'altro sudafricano Samaai. Nella sabbia mondiale non sono infrequenti le firme d'autore di australiani e orientali. In questo caso, il canguro Frayne e la coppia giapponese Shiroyama e Hashioka. USA a secco dopo la fine dell'era Phillips. In gara c'è l'olimpionico Henderson.

Salto triplo uomini - Con tre titoli mondiali e due olimpici, Christian Taylor è già il triplista più titolato della storia. L'amico-rivale Will Claye, due volte oltre i 18 metri quest'anno, lo ha accompagnato cinque volte su un podio globale all'aperto, battendolo in una sola grande finale, il Mondiale indoor 2018. Alla coppia di cavallette, degno contorno dell'altro duo USA Craddock-Scott, del portoghese Pichardo più che del veterano Evora, del brasiliano Almir dos Santos e di un cubano giovanissimo ma dalle potenzialità sensazionali, il fenomeno Diaz, arrivato a 1 centimetro dal record mondiale U20 e pluridetentore di quello U18. Oriente con Zhu Yaming e Wu Ruiting.
Azzurri in gara: Andrea Dallavalle

Salto in alto donne - Se l'esito della gara di The Match abbia scalfito le certezze della regina della pedana Mariya Lasitskene, si vedrà al momento della sfida di Doha. La russa in quota neutrale, anche quest'anno imbattibile nelle misure (2,06 e sette volte oltre i 2,00), ma sconfitta a Minsk da Levchenko (2,02!) e Gerashchenko, parte da favorita, con la sola macchia dell'incontro Europe vs USA in otto mesi di marcia trionfale. Anche la terza ucraina, la 18enne Mahuchikh, vola alto nelle ambizioni e non solo. L'ipotesi Est vale anche per la bielorussa Demidik-Taranda e la bulgara Demireva, combattente delle finali che contano. La statunitense Cunningham (2,00) ha vinto l'oro mondiale indoor a 18 anni, l’azzurra Trost il bronzo mondiale al coperto, l’altra italiana Vallortigara è salita a 2,02 lo scorso anno.
Azzurre in gara: Alessia Trost, Elena Vallortigara

Salto con l'asta donne - Una roulette russa, anzi qatariana. Un oro mondiale e olimpico in carica, la greca Stefanidi, una russa in pedana da neutrale con le carte in regola per prendersi tutto, Anzhelika Sidorova, le agguerrite statunitensi Morris, Nageotte e Suhr, la canadese Newman nome nuovo nel gotha della specialità. Cabala: USA senza oro mondiale all'aperto da Edmonton 2001. Trend latino favorevole, con la cubana Silva abbonata al podio e la 21enne venezuelana Peinado, bronzo a Londra. Assente l'acrobata neozelandese McCartney.
Azzurre in gara: Roberta Bruni

Salto in lungo donne - La ragione dice Malaika Mihambo, fenomenale campionessa d'Europa e unica a volare con regolarità oltre i 7 metri quest'anno. La tedesca di padre tanzaniano è la maggior indiziata per riportare in Europa un titolo mondiale che manca dal 2007. Da allora, hanno dettato legge le statunitensi, soprattutto con il poker d'oro di Brittney Reese, che anche stavolta ha intenzione di mordere la pedana. La tigre di Inglewood ha vinto i Trials con 7,00, ma ha perso tutte le sfide in Diamond League. Pronte a dare il massimo per il podio, l'ucraina Bekh e un ventaglio numeroso di pretendenti, tra le quali mancherà la serba Spanovic, messa fuori gioco da un altro infortunio.
Azzurre in gara: Laura Strati, Tania Vicenzino

Salto triplo donne - Il Venezuela sogna. Peinado outsider nell'asta, Yulimar Rojas pazzesca nel triplo. E' lei la candidata all'oro, forte delle lunghissime leve, di un gesto tecnico ora messo a punto rispetto all'avvio di carriera, e delle misure sensazionali raggiunte, con il clamoroso top di una quindicina di giorni fa in Spagna, dove si allena: un 15,41 che l'ha messa a ridosso di uno dei record mondiali più esaltanti stabiliti ai campionati del mondo (15,50 di Inessa Kravets a Göteborg '95). Non è stata però esente da sconfitte: Caterine Ibargüen l'ha battuta a Losanna, la giamaicana Ricketts le ha sottratto il diamante a Zurigo. Se la colombiana potrebbe non essere al top per un brutto infortunio nel cuore della stagione, invece la caraibica, assieme alla leggera cubana Povea, è in grado di competere ad altissimo livello. Mai dome, per lasciare l'impronta che conta, Keturah Orji, made in USA e Ana Peleteiro, made in Spain.
Azzurre in gara: Ottavia Cestonaro

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