Röhler-Zelezny: una curiosa coincidenza

06 Maggio 2017

A Doha, l’olimpionico del giavellotto è diventato ieri il secondo di sempre con 93,90 dietro soltanto al primatista mondiale Zelezny: 98,48 nel 1996 a Jena, la città natale del tedesco

di Giorgio Cimbrico

Non è noto, ma è poco probabile, che un Thomas Röhler che doveva ancora compiere 5 anni fosse sulle tribune dell’Ernst Abbe Stadion della natia Jena il 25 maggio 1996, quando Jan Zelezny scelse la città della Turingia e il meeting sostenuto dalla Zeiss per spedire il giavellotto dove mai prima era stato spedito, a 98,48. Tutto sommato non molto lontano dal luogo d’atterraggio, ante riforma dell’attrezzo, dell’aliante scagliato nel cielo sopra Berlino da Uwe Hohn: quel 104,80 consigliò e rese operativa la modifica della lancia stilizzata. Quel giorno del ’96 l’uomo dal braccio d’oro, tre volte campione olimpico, centrò il record del mondo al terzo lancio, dopo esser finito piuttosto lungo al secondo, 92,88. Mettendo nel conto anche il 91,44 del quinto turno, la media sui cinque tentativi validi risultò 91,68.

Con il 93,90 di Doha, con quel suo gesto nitido, lineare, Thomas Röhler ha quasi chiuso il cerchio: è diventato il secondo della storia, ha spazzato il record personale (era 91,28, ottenuto in un luogo sacro per la specialità, Turku), ha tolto a Raymond Hecht il record tedesco (92,60, annata ’95), è diventato l’autore del più lungo lancio del XXI secolo (era di Zelezny, 92,80 nel 2001) e dell’ultimo ventennio, è andato tre metri e mezzo abbondanti oltre la quota (90,30) che gli aveva permesso di diventare campione olimpico, il terzo tedesco della storia dopo Klaus Wolfermann nel ’72 e Gerhard Stöck nel ’36.

Entrambi meritano una digressione. Wolfermann piegò Janis Lusis per 2 centimetri (90,48 a 90,46), il più esiguo - e qualcuno suggerisce come sospetto - distacco nella storia olimpica e il bellissimo Stöck fu uno dei primi a rendersi conto che la sorte della VI Armata era segnata: i carri sovietici stavano formando una micidiale sacca attorno a Stalingrado.

A questo punto, a Röhler mancano solo due corone, il record del mondo e il record sul suolo della sua città, che curiosamente sono la stessa cosa.

L’aria di revisione che ronza attorno ai record del mondo stabiliti prima del 2005, lo propone come pretendente per il nuovo albo che potrebbe nascere nel futuro prossimo.

I baltici di diverse sponde (Svezia, Finlandia, Estonia, Lituania, Lettonia, Polonia) hanno dominato il giavellotto per lunghi anni e innumerevoli generazioni. L’allargamento dei confini e l’irruzione di paesi un tempo estranei all’esercizio (prima la Gran Bretagna, poi i più esotici Trinidad, Kenya, Egitto) non ha impedito alla Germania di restare sulla scena, sino a trasformarsi oggi in prima forza d’urto.

Le liste mondiali dell’anno scorso vedevano al primo posto Röhler con 91,28, al secondo Johannes Vetter con 89,57 (nella gara di Doha si è incrementato di 11 centimetri, finendo a ridosso dei 90), al quarto Julian Weber con 88,29. Lars Hamann, 14° con 85,79, e Andreas Hofmann, 15° con 85,42, completavano il quintetto. A confermare l’apporto offerto dalle “marche” d’Oriente, anche Vetter viene dall’Est, sassone di Dresda. Weber sposta verso Ovest la geografia del giavellotto made in Deutschland: è di Mainz, Magonza, nel land di Renania-Palatinato.

Röhler, dotato di un fisico elegante (1,91 per 90) e di una tecnica che non si può definire che raffinata, non è stato un bambino prodigio: nono ai Mondiali juniores del 2010, settimo agli Europei under 23 l’anno dopo, per la prima volta oltre gli 80 quando era prossimo ai 21 anni, non selezionato per i Giochi di Londra e modestamente 13° agli Europei di Helsinki, incapace di passare la qualificazione ai Mondiali di Mosca 2013, è diventato campione olimpico a Rio davanti a Julius Yego, uscito dalla tenzone in carrozzella, e a Keshorn Walcott, ora padrone di un faro a Tobago. Ora Thomas è (quasi) in cima alla storia. Gli manca solo un ruggito casalingo. A Jena.

SEGUICI SU: Instagram @atleticaitaliana | Twitter @atleticaitalia | Facebook www.facebook.com/fidal.it


Thomas Röhler in azione a Doha (foto IAAF)


Condividi con
Seguici su: