Rigaudo: "Felice per la mia medaglia"



Un fiume in piena. A fine gara Elisa Rigaudo riversa ai microfoni e ai taccuini i ringraziamenti tenuti in tasca per tanto tempo: “Tante volte ero annunciata a medaglia, a Olimpiadi e Mondiali e la medaglia non arrivava, per questo sono partita senza proclami, pensando solo a fare il meglio che potevo. Devo dire grazie a tante persone, la famiglia, i tecnici (Damilano si è sgolato all’ultimo km per spronarmi ad evitare il ritorno della norvegese Platzer), i massaggiatori, la psicologa Marisa Muzio che tanto ha contribuito nell’approccio alla gara. Questa medaglia me la sono sudata per mesi allenandomi pensando unicamente a questo obiettivo. Grazie anche alla mia società, le Fiamme Gialle, che mi ha permesso di allenarmi in serenità”. Visto il suo finale, con i metri rosicchiati alla russa Kaniskina sul rettilineo, potrebbe rimanere un filo di rammarico, ma non è il suo caso: “Era un percorso molto muscolare, dov’era davvero difficile cambiare marcia. Li ultimi km sono stati una sofferenza, ma mi ripetevo che com’ero stanca io lo era anche la mia avversaria. E’ andata bene così, ora mi aspetta un altro traguardo: il 15 settembre mi sposo e poi partenza verso la Tanzania…”. Gli altisti italiani hanno lasciato la pista visibilmente arrabbiati. Nicola Ciotti si è fatto portavoce del gruppo: “Siamo arrivati preparati e grintosi come non mai ma poi qualcosa non è andato. Per Giulio (suo fratello, ndr) l’errore a 2,27 è pesato molto, io vengo da una stagione difficile nella quale ho tardato a trovare la condizione. Sono finito 6. ma davanti a me ci sono i cinque più forti del mondo. Ci tenevo a far bene come misura, è mancato l’acuto e questo mi dispiace ma non ho rimpianti, perché è stata una gara di alto livello alla faccia di quelli che hanno criticato la finale mondiale del 2005”. Un settimo posto per ricominciare. Christian Obrist accetta con soddisfazione il suo piazzamento in una finale dei 1500 dimostratasi molto qualificata: “Ho corso con attenzione cercando di stare coperto e di guadagnare più posizioni possibile nel finale. Questo piazzamento è importante perché mi permette di rientrare in un giro internazionale di meeting ma è una tappa, il mio obiettivo è migliorare sempre, magari tra quattro anni sarò davanti a lottare per qualcosa di più”. Finalmente un velocista azzurro va avanti in un torneo continentale. Alessandro Cavallaro ha centrato la semifinale dei 200 mostrando quella rabbia persa nelle ultime stagioni: “Non sono quello degli anni migliori, inutile nasconderlo, ma mi sono messo nella testa di giocarmi tutte le mie chances in base a quello che valgo. Inoltre gareggiare in questo stadio è esaltante, è sempre pieno, fa venire i brividi. Se avrò una semifinale abbordabile posso anche cercare un piazzamento e un tempo valido, non dico finale ma la speranza c’è”. g.g. Nella foto: Elisa Rigaudo (foto Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)

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