Quando il Papa annunciò: ha vinto Pamich

21 Aprile 2020

LÒRIGA STORY - Il viaggio fra gli olimpionici prosegue con il marciatore di Fiume, oro a Tokyo '64. La fuga per la libertà e l’onore di essere celebrato da Paolo VI a Castel Gandolfo

I miei ricordi - Avendo conosciuto personalmente gli olimpionici dell’atletica italiana ve li ricordo, con particolari talora inediti delle loro carriere. Vanni Lòriga

L’interminabile marcia di Abdon Pamich (e di suo fratello Giovanni) ebbe inizio il 23 settembre 1947 ed ancora prosegue. Partenza da Fiume e destinazione Fiume, il luogo del cuore dove si è nati e là si deve riapprodare. Ma è soprattutto una Marcia verso la Libertà. Soprattutto se sei stato costretto a lasciare casa e radici e per sentirti ancora italiano abbandoni l’estremo limite orientale della tua Patria, quella italianissima città di Fiume.

L’italianissimo Carnaro
Lo era sin dai tempi di Dante Alighieri: “…sì com'a Pola, presso del Carnaro / ch'Italia chiude e suoi termini bagna”. La città cardine fra Europa mediterranea e Mittel Europa, porta verso l'Oriente ed accogliente per tutti, diventa caposaldo del regime titino con una dittatura socialista. Anche a scuola non si parla più italiano. I ragazzi Pamich, Giovanni 15 anni e Abdon 14, decidono di evadere verso la libertà. 

La prima tappa da Fiume a Genova
La prima tappa del loro infinito camminare si articola sui 530 chilometri che dopo lungo peregrinare li porta prima a Novara in un centro profughi e finalmente a Genova dove a fine 1948 si riunisce tutta la famiglia. Abdon studia da Geometra. Avrebbe preferito il Nautico ma non ci sono più posti. Vuole fare sport e preferirebbe il pugilato ma non se ne parla; con il fratello potrebbe praticare il canottaggio ma alla fine approda alla marcia. Il suo destino è camminare, tanto ed il più velocemente possibile. 

La marcia è la sublimazione del camminare
Il camminare è l'esercizio fisico più praticato al mondo ed il marciare è la sua forma sublime. Non esiste nulla di più poetico. Passo dopo passo sei solo con te stesso e nessuno può impedirti di ripassare in rassegna la tua vita.

E quale è stata la vita di Pamich? 
Cerco di sintetizzarla ed i maggiori dettagli sono raccolti nella sua biografia leggibile su questo sito federale. Ventitré anni di agonismo: prima gara nell’aprile del 1952 nella fase provinciale del “Gran Premio Donato Pavesi” ed ultima nel 1975 a Luino.

In carriera 591 gare disputate con 391 vittorie, coprendo 11.860 chilometri, che si sommano agli oltre centomila degli allenamenti. Cinque partecipazioni ai Giochi Olimpici. Due titoli europei, tre vittorie nei Giochi del Mediterraneo, 40 titoli italiani su varie distanze. Primato del mondo sui 50 chilometri in uno Stadio Olimpico gremito, record sul miglio e sui 5 km indoor, cinque volte sui 20 km, due volte sui 30 chilometri, sulle due ore e sulle 30 miglia. Inoltre tre vittorie nella Praga-Podebrady, dodici nel Giro di Roma, sette nel Città di Sesto, dieci nella Roma-Castel Gandolfo. In questa gara ebbe un onore che nessun altro atleta al mondo può vantare: la sua vittoria fu annunciata da uno speaker d’eccezione. Ai fedeli che gremivano il piazzale antistante il Palazzo Pontificio, Papa Montini, cioè Paolo VI, annunciò: sapete chi ha vinto la gara di marcia? Abdon Pamich!”.

Fra i suoi avi anche un Doge
Ma chi era e da dove viene Abdon Pamich? Nato a Fiume da Giovanni e da Irene Susanj. Fra i suoi avi c’è anche una Giuliana Salomon, erede di Dogi veneziani. Il babbo Giovanni era dottore commercialista e direttore di aziende che operano nel legname e nel tannino mentre lo zio Cesare era un tecnico ed organizzatore di pugilato. Ulderico Sergo, uno dei suoi allievi, vince il titolo olimpico a Berlino 1936 ed anche lui si aggiudica, come Pamich, alcuni titoli europei. 

Record indoor al Madison Square Garden
Parlando di boxe ripetiamo che si tratta dello sport che Abdon avrebbe voluto praticare. Per questa sua giovanile passione accettò, insieme al suo amico Piergiorgio Andreotti, di partecipare nel 1969 ad alcune gare indoor in USA che si tennero anche nel Madison Square Garden, il tempio del pugilato, dove migliorò il record sul miglio che Ugo Frigerio aveva stabilito nel 1925.

Cinque Olimpiadi, l’oro di Tokyo
Ed ora ricordiamo insieme le sue cinque partecipazioni olimpiche. Tre le vissi in presa diretta. Ero presente a Melbourne 1956 dove si piazzò al quarto posto al termine di una gara che avrebbe potuto vincere e che invece fu un inferno e non solo per il caldo tropicale in zone desertiche ma per una preparazione errata. Pochi giorni prima della gara, i tecnici nazionali lo sottoposero ad un test di oltre otto ore per verificarne la resistenza. A Roma 1960 sul percorso Stadio Olimpico-Acilia e ritorno, l’avvio dell’azzurro è molto prudente. Al giro di boa è ottavo, al 35esimo km è quarto, sul traguardo terzo. Pamich capisce che gli allenamenti che gli vengono imposti non sono quelli giusti. Si mette in proprio e tutto cambia.

E finalmente arriva la medaglia d’oro che attendeva da sempre. A Tokyo 1964 solo la sfortuna tenta di fermarlo. È in testa, regge il suo passo solo l’inglese Nihill ma al trentesimo chilometro Abdon è costretto ad una sosta imprevista. Si deve assolutamente fermare per una esigenza fisiologica, si rifugia in una cunetta, alcuni soldati lo coprono alla vista, ma quando riemerge il pubblico che ha capito tutto lo applaude. Riprende deciso la sua litania di passi che sono quasi una preghiera; torna in testa, entra primo nello stadio, taglia il traguardo afferrando il filo di lana. Che come in tutta la sua vita non è punto di arrivo ma di partenza, marciando sempre verso la Libertà, fisica e morale.

Settembre Nero
Ultima gara il 3 settembre 1972 a Monaco. Per la prima volta viene squalificato. È proprio un Settembre Nero perché due giorni dopo c'è la strage che provoca diciassette vittime. Anche chi firma queste righe non ne esce indenne, costretto all’immobilità per quattro mesi. Ma i settembri, anche se neri, alla fine terminano. E si può riprendere a marciare o, come minimo, a camminare. Se viene definito uno sport francescano ci sarà un buon motivo. È stato confermato in un recente incontro fra Abdon e Papa Bergoglio...

ABDON PAMICH
Nato a Fiume il 3 ottobre 1933
Presenze in Nazionale: 43
Campione olimpico dei 50 km di marcia a Tokyo 1964, bronzo a Roma 1960
La scheda su fidal.it

LE PUNTATE PRECEDENTI
UGO FRIGERIO, IL RAGAZZO CHE INVENTÒ LA MARCIA

LUIGI BECCALI, L’UOMO CHE CORSE NEL FUTURO
ONDINA VALLA, LA DONNA CHE NON CONOSCEVA OSTACOLI

ADOLFO CONSOLINI, L’INSUPERABILE
PINO DORDONI, UNA MARCIA SEMPRE IN SALITA
LIVIO BERRUTI, L'UOMO CHE INCANTÒ ROMA

SEGUICI SU: Instagram @atleticaitaliana | Twitter @atleticaitalia | Facebook www.facebook.com/fidal.it



Condividi con
Seguici su:

Pagine correlate