Pietro Astengo e l'arte della velocità

10 Marzo 2016

Pietro Astengo ha lasciato ieri la pista di atletica che faceva da sfondo alla sua vita ed al suo impegno da ormai cinquant’anni, a partire dalla sua attività di atleta, per proseguire con la sua straordinaria carriera da tecnico.

Partito come allenatore nei salti, ha poi trovato nella velocità e nella famiglia del Cus Genova, gli spazi e gli entusiasmi per esprimere al meglio la sua capacità di trasformare la velocità da idea a risultato: è nella storia dei suoi atleti che si può constatare come la nostra regione abbia avuto sui suoi campi forse il più grande allenatore di velocisti dell’ultima generazione, con ben due atleti arrivati nelle finali olimpiche.

La dote di saper scoprire e costruire tanti atleti di alto livello nel corso degli anni, fa sì che oggi, sulla pista, nelle gambe e nella mente dei molti che lo hanno avuto al loro fianco, prosegua e viva l’insegnamento di cogliere l’opportunità di crescere, non solo nelle prestazioni, attraverso l’impegno, lo studio approfondito della materia, la costanza.

E’ nelle parole di uno dei suoi atleti dai massimi risultati, Emanuele Abate, che si può cogliere al meglio la figura di un uomo carismatico e di grande cultura non solo sportiva, capace di far intravedere anche in un’aula di scuola, le possibilità del corpo, e fare dell’insegnamento del nostro sport una filosofia declinabile lungo la corsia dell’esistenza.

Ero dietro ad un banco della seconda liceo quando ti ho visto entrare in aula la prima volta, quell'incontro che ha cambiato la mia vita. Ricordo bene quando dopo poco dicesti: "sapete quanta distanza percorre un velocista in un secondo? Più di 10 metri".

A me sembrava impossibile, un secondo sembrava così piccolo.

Delle tante, tantissime cose, la prima che mi hai insegnato è stata quanta strada si può fare in un secondo. Figurarsi in una vita.”



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