Pechino, tutti i salti dei Mondiali

20 Agosto 2015

La sfida di Lavillenie, Pichardo vs Taylor, l'alto spettacolare. I protagonisti di alto, asta, lungo e triplo alla rassegna iridata.

di Marco Buccellato

Le previsioni di un noto esperto di atletica internazionale riducono la partita dell'alto maschile a tre nomi, Mutaz Barshim, Derek Drouin e Zhang Guowei. Fatto fuori Bondarenko, azzurri non citati, russi manco a parlarne, americani non pervenuti. Eppure il cammino stagionale della specialità e le curve di rendimento inducono all'allargamento dei tre main competitors a diversi altri nomi. Il passato, vedi soprattutto Helsinki 2005 e Osaka 2007, fa testo. La sola certezza è che si tratterà di una delle gare più interessanti del mondiale, in cui la nazionale italiana, per la prima volta, porterà in dote cifre-top e continuità. Da Edmonton 2001 l'oro si è alternato regolarmente tra uno specialista europeo e uno extra-europeo. La Russia domina il medagliere di specialità con sette medaglie, poi ci sono cubani e statunitensi. Italia con i cavalieri volanti Gianmarco Tamberi e Marco Fassinotti. Detto questo, l'uomo più elastico del momento è il cinese, che si è sottratto da un po' di tempo alle gare preparando la gara davanti al suo pubblico fuori dalle tensioni e che ha impressionato più di una volta.

Nell'asta il leitmotiv è la ricerca del tassello mancante di Renaud Lavillenie, mai oro ai mondiali. Gli altri non staranno a guardare, a iniziare dall'iridato in carica Holzdeppe, tornato all'efficienza fisica e assai registrato tecnicamente. Grecia volante con Filippidis, e ancor più con le damigelle Kiriakopoulou e Stefanidi, che incalzeranno la cubana Silva nella gara femminile. Alto donne dove difficilmente sfuggirà una medaglia a una tra Chicherova e Kuchina. Si tratterebbe della decima medaglia mondiale russa dal 1983. La Chicherova va a podio da quattro edizioni consecutive. Vlasic, Beitia e Licwinko completano il cast di stelle.

Nei salti in estensione la gara mozzafiato dovrebbe essere il triplo maschile. Pedro Pablo Pichardo e Christian Taylor hanno evocato più volte la misura-record di Jonathan Edwards, mietendo oltre i 18 metri. Condizioni nervose e qualità della pedana faranno la gara e le misure. Anche nella gara femminile incombe il duopolio, nella fattispecie la colombiana Ibarguen e la russa Koneva, uniche da tempo in grado di darci dentro attorno ai 15 metri.

Si chiude con le finali di lungo: Rutherford è carta sicura, regolare e agonista mai domo, il campione del mondo Menkov e gli americani sono le altre figure da seguire, assieme al cinese Li Jinzhe e ai sudafricani, capaci di tutto in pedana bene e nel male. In pedana arrivano le bellezze, è la finale del lungo donne, che con Klishina, Spanovic e Grabuste rende il mondiale da copertina. Grande incertezza, con molte candidate alla zona medaglie, a partire dalla Bartoletta, che a sorpresa vinse 10 anni fa da signorina Madison, e dalla canadese Nettey, che al salto di qualità ha abbinato una regolarità stupefacente in prossimità dei 7 metri. Nominations anche per le tre tedesche (due di colore, tutte bravissime) e per le tre britanniche, compresa Katarina Johnson-Thompson, che le sette fatiche dell'eptathlon le ha rimandate a Rio.

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